CAPITOLO VENTI

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GIADA

"Manipolazione,
l'arte che inganna e che
uccide gli innocenti."
~Kiera

Mi svegliai con il fiato corto in un'apocalisse.

Sentii la testa dolente, vedevo tutto che girava e sentivo anche che il mio cervello sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro.

Mi alzai immediatamente barcollando e rischiando di cadere l'istante dopo.

Ero svenuta nel momento peggiore.

Mi misi una mano dietro la nuca e vidi che avevo perso del sangue, probabilmente un trauma cranico.

Strinsi i denti e iniziai a camminare velocemente entrando nella divisione delle celle, lasciandomi alle spalle il caos totale.

Trovai tutte le porte spalancate e i detenuti che correvano in giro; alcuni sembrano davvero spaventati, altri scioccati e altri ancora sconcertati.

Non li avevo mai visti ridotti così, avevano sempre il ghigno stampato in volto, si divertivano sempre per minime cazzate..ma in quel momento erano terrorizzati da qualcosa, qualcosa che dovevo scoprire.
Anche se sapevo che riguardava in qualche modo Uriel.

Era riuscito a creare il caos che voleva.

Tutto per colpa mia.

Corsi nella sezione in cui era rinchiuso il Warui e notai un dettaglio agghiacciante.

Non c'era anima viva, tutte le celle erano spalancate, le guardie che sorvegliavano questo posto erano morte..
C'era sangue ovunque..sui muri, sulle sbarre delle celle, sui pavimenti..

Trattenni un conato di vomito ed indietreggiai, inquietata da quello che stavo vedendo.

C'era un silenzio tombale in quella sezione..nonostante nella mia mente ci fosse solo confusione.

Cercando di non far caso al sangue realizzai che tutte le persone con dei seri problemi mentali erano libere per la struttura e che sarebbero potute essere ovunque.

Corsi immediatamente fuori dalla zona e tornai dalle celle normali.

Dei detenuti quando mi notarono si avvicinarono a me, camminando lentamente e barcollando leggermente.

Riconobbi subito le loro divise.

Erano quelli rinchiusi insieme a Uriel, quelli che sarebbero dovuti stare sotto stretta sorveglianza.
E stavano tutti venendo verso di me.

Mi osservai intorno e notai che c'erano persone decedute ovunque, persone che urlavano dal dolore per qualche arto mancante, altro sangue.. non c'era nessuno che mi sarebbe potuto venire ad aiutare, eravamo solo io e quei detenuti.

Indietreggiai e sbattei la schiena contro la ringhiera che proteggeva le altre persone dal precipizio che dava al piano più basso delle celle.
Era come se le celle dei detenuti fossero a tre livelli, quello dove ero io era il più alto, circondato per sicurezza dalla ringhiera.

Ovviamente le persone normali avrebbero usato le scale per scendere, ma io non potevo o avrei fatto una brutta fine.

I detenuti si avvicinarono sempre di più e quando non riuscii più ad indietreggiare notai un dettaglio tremendo che mi fece quasi venire da piangere.

Avevano tutti gli occhi rossi.
Erano comandati da Uriel.

Erano sotto il suo controllo e in quel momento lui mi voleva uccidere..come minimo.

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