La sveglia suona.
La mia felicità è pari a zero.
No, la scuola, io la odio.
Rivedere tutti i miei vecchi compagni, i professori, le note, i compiti. Non credo sopporterò tutto questo come ho fatto l'anno scorso. Mi sento più ottimista ma allo stesso tempo più debole e senza forza per riiniziare la stressante routine di sempre.
Scendo dal mio comodissimo letto che chiede di restare per altri minuti. Mi avvicino al bagno in stanza e inizio a strofinare gli occhi e sgranchirmi le ossa, poi passo a sciacquare il viso con dell'acqua gelata e omicida. Per poco non soffoco quando si scontra con la mia pelle.
Ritorno in camera e mi guardo attorno con aria spensierata, mentre mia madre inizia ad urlare. Lo fa sempre ed esclusivamente per svegliare mio fratello Hugo che non ne vuole sapere di scuola nemmeno con le cattive.
Decido di ritornare sul pianeta dopo qualche secondo di trans mentale e prendo i vestiti.
Indosso degli shorts neri e una maglietta del medesimo colore lunga fino al sedere che annodo alla pancia per sottolineare il punto vita. Infilo le mie vans nere come quelle di Luke Hemmings e delineo i miei occhi scuri con una matita nera. Sulle labbra decido di eccedere e infosso un rossetto viola scuro, poi spruzzo il mio profumo preferito e come outfit è tutto pronto.
Raccolgo i capelli in una coda alta e disordinata. Successivamente esco dalla stanza e scendo a fare colazione, mia madre continua a parlare a vanvera come sempre mentre io faccio cenno di aver capito i discorsi insensati alle 7.39 del mattino. Prendo la cartella precedentemente preparata per questo nuovo inizio, il telefono e le cuffiette ed esco fuori casa salendo sull'autobus.
Sempre il noioso e chiassoso autobus di sempre.
" Oh entra la cicciona." Qualcuno sghignazza. Io non presto molta attenzione ai diversi elementi da disintegrare al più presto e mi siedo su uno dei primi posti. Dopo aver fatto il giro di tutta Moorsville arriviamo a scuola un minuto prima che suoni la campanella.
Aiuto, non voglio riiniziare l'inferno.
Entrata nell'istituto saluto alcune conoscenze e varco la porta dell'inizio delle torture, facendomi strada attraverso scale e lunghi corridoi, arrivando alla mia classe. La mia classe non è così male, ho delle amiche che sono strane come me e che impazziscono per il metal e le rock band. Saluto la mia squad e mi siedo vicino a Florence, una mia compagna secchiona e un po' strana ma a cui tengo.
" Ciao amore!" lei è sempre così espansiva con tutti, adoro questo di lei ma alcune volte è anche molto paranoica e quando si comporta in quel modo mi verrebbe di lanciarla dalla finestra.
" Bonjour les enfants!" la nostra professoressa di lingua francese fa la sua entrata, mentre altri alunni ancora devono arrivare.
" Per chi per primo è venuto qui, scenda con me per la presentazione della preside ai nuovi alunni delle classi." Continua con aria elegante, così detto noi alunni ci alziamo e in fila ci dirigiamo verso l'uscita della classe seguendo la professoressa Lassalle.
Scendiamo velocemente le scale e ci dirigiamo insieme ad altre classi verso l'aula magna. Intravedo con l'occhio Mark, un ragazzo che mi andava dietro l'estate scorsa e che ora non si degna nemmeno di salutare.
Entriamo nell'aula e molteplici facce si rivolgono alle classi entranti, fissandole. Cosa alquanto fastidiosa a mio parere.
La professoressa ci fa sedere negli ultimi posti lasciati liberi e aspettiamo poco meno di 20 minuti prima dell'entrata mistica della preside in tiro.
STAI LEGGENDO
The Troublemaker.[Hayes Grier]
Teen FictionSara è una semplice ragazza che vive in North Carolina e ha una vita piena di problemi, genitori in via del divorzio, problemi con la migliore amica Sabrina e complessi sulla bellezza che la società impone di avere. Il secondo anno di liceo inizierà...