Capitolo 19: You don't mess with love you mess with the truth.

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Sara's Pov:

" Va bene." Lui apre le braccia, avvicinandosi a me, abbracciandomi. Mi fiondo in esse e godo pochi secondi di uno dei miei migliori abbracci esistenti sul pianeta. Anche se mi ha targata come una semplice amica e mi ha confuso per quei baci, in questo momento non mi dispiace un abbraccio.

" Ora andiamo a cercare qualcosa per Amelia." Sussurro ritornando alla realtà.

* * *

" Sei apposto ora?" ci siamo allontanati dalla massa di gente e ora siamo fuori nel giardinetto, tutti insieme. Abbiamo dato un pezzo di pane alla ragazza vomitosa ed ha funzionato! Sinceramente siamo rimasti in questa casa solo per il free-alcool e il cibo.

" Meglio, grazie." Mi fa cenno con la mano di stare bene e ritorniamo a parlare di brutte esperienze con l'Halloween.

" A me una volta hanno lanciato rotoli di carta igienica sull'albero dove avevo costruito la mia prima casa di legno." Afferma tristamente Christian.

" A me avevano rubato tutti i dolcetti che avevo raccolto da casa a casa, perché per sbaglio mi sono messo a parlare con una bella ragazza e ho dimenticato il sacco sullo scalino di una casa in cui ero andato. Mi sentivo uno schifo dopo aver notato che non c'era più niente." Continua Hayes con un'espressione molto delusa. Mi fa tenerezza quando fa così. Infondo non è così male come persona.

" Io sinceramente non ho avuto brutte esperienze con l'Halloween." Commenta Amelia divertita dalle figure di merda dei nostri amici. Poi gli altri mi guardano per indicare che ora è il mio turno.

" Riguardo a me, ne ho da raccontare... ma una in particolare era quando mi presero tutti in giro perché ero vestita da zucca e pensavano fossi con qualche problema sociopatico perché non parlavo molto... quella sera fu devastante, mi prendevano tutti in giro e volevo solo correre a casa per rinchiudermi in camera mia, ma poi sono anche caduta in una pozzanghera. Avevo solo 9 anni. Non sapevo nemmeno cosa voleva dire vestirsi da zucca." Affermo ricordandomi ogni singolo dettaglio con uno sguardo divertito, vedermi sbattere la faccia contro l'asfalto a quel tempo non mi divertiva molto rispetto ad oggi che sono solo ricordi.

" Perché? Cosa vuol dire?" domanda Christian leggermente colpito.

" Vuol dire essere targati come la ciccio-" Hayes mi blocca.

" La cicciona della città. I ragazzini parlavano di te nel mio quartiere." Afferma, stupendomi nel sapere qualcosa di così vecchia data che nemmeno io mi saprei ricordare se solo non fosse accaduto a me. In quel periodo erano tutti con quella fissa e mia madre mi fece vestire così senza nemmeno pensarci.

"Che cosa? Come fai a sapere se ero io se nemmeno sapevi il mio nome, mi chiamavano Palla di Zucca non Sara Davis. E poi non c'ero solo io vestita da zucca." Affermo sarcastica, mentre sento una piccola risata da parte di Amelia. Ci rido sopra anch'io perché sono momenti imbarazzanti ma divertenti e ora non m'interessa niente, sono io ad abbatterli non loro ad abbattermi.

" Ehm, invece eri solo tu vestita in quel modo." Afferma smerdandomi, mentre io levo lo sguardo da lui, spostandolo da un'altra parte per cercare di non sferrargli un pugno in faccia. Il modo in cui lo ha detto mi ha fatto capire molto altro.

" Andiamo dentro?" domando di punto in bianco, alzandomi da terra.

" Perché?" domanda Christian.

" Uhm, sto sentendo un po' di freddo... se nessuno vuole venire, vado sola." Rispondo con tono leggermente menefreghista.

" No, veniamo." Hayes si alza e anche gli altri lo fanno leggermente svogliati, così rientriamo e notiamo che le persone sono diminuite, sono per lo più andate a sedersi e prendersi qualche cocktail. Hayes è un ragazzo strano, prima vorrebbe litigare con me e dopo vuole stare con me. Sinceramente credo che non capirò mai un ragazzo.

The Troublemaker.[Hayes Grier]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora