Capitolo 33: If You...

48 5 0
                                    


*2 ORE DOPO*

Sara's Pov:

Vedo ancora le immagini del suo fisico slanciato uscire dalla camera, anche se ormai sono passate ore.

Forse mi sbaglio pure a credere di aver ragione, forse è colpa mia. Ma ormai è fatta, di nuovo punto e a capo.

" Stupida, stupida, stupida!" sbatto le mani contro la fronte, convincendomi delle mie stesse parole.

Sono io l'egoista, ho pensato solo a levarmi di torno senza pensare alle reazioni degl'altri.

Ma andrà meglio, lo sento.

Devo solo respirare profondamente e dire a me stessa che ce la farò.

Infondo, esistono persone che stanno peggio di me.

Malati terminali, bambini abbandonati, gente povera e in miseria, gente che è in coma, ragazzi che ormai hanno messo la loro vita nelle mani della malattia dimenticandosi di esistere anche per gli altri... infondo, cosa sarà mai sopportare un padre che usa le mani per difendersi dalla dura verità e una famiglia in rovina? Ovviamente credo sempre di essere fortunata, soprattutto di aver mia madre accanto, per le poche volte a lei possibili.

Quando qualcosa mi affligge, rimango in silenzio non dando nell'occhio per non poterla caricare di altri pensieri. Ma lei se ne accorge sempre, s'accorge comunque di avere una figlia malata, psicologicamente appesantita dal carico di tutto questo stress.

Giuro, certe volte credo di non farcela, ma poi mi ricordo di non dover fare l'egoista e pensare solo a quello che voglio io e poi finire sul filo del rasoio, cadere così in basso e provare addirittura a togliermi la vita.

Devo uscirne, devo farmi aiutare ove bisogno.

Voglio cambiare tutto quanto e, da questo crollo, ricavarne il meglio.

Voglio iniziare a cantare nei locali, voglio dare il mio massimo in tutto, voglio avere una vita felice...

Anche senza un padre presente.

Ce la devo fare, perché lo voglio con tutta me stessa.

Improvvisamente sento bussare alla porta così mi sistemo prima che qualcuno possa fare irruzione scoprendo una me piangente, in penoso stato.

" Tu non sei stupida." La voce di Christian riempie la stanza, rallegrandola e facendo salire una strana sensazione di felicità nel mio corpo.

" Oh mio dio, ma cosa ci fai qua!" gli sorrido alzandomi dal letto e correndogli incontro, lasciandomi stringere forte.

" Sara ti voglio bene, ricordatelo. Io ci sarò sempre."

" Anch'io ti voglio bene. Grazie d'esser venuto." La sua mano si posa sul mio capo, accarezzandolo dolcemente.

" Promettimi di non farti più del male. Dannazione." Afferma con tono severo.

" E Hayes?" domanda seguito da un suo dei suoi rutti famosi.

" Uhm, se n'è andato." Sciolgo l'abbraccio, guardando per terra.

" Avete litigato... ho capito." Si avvicina alla sedia spogliandosi dal giubbotto e srotolandosi la sciarpa rigorosamente blu.

" Fuori c'è un freddo inimmaginabile, credo siamo scesi sotto lo zero." Commenta cercando di smorzare la tensione.

" Stai pensando a lui?" sospira, sedendosi sul letto.

" Mh mh." Fisso la finestra decorata da mani di bambini pitturate su dei fogli verdi e gialli, che mostra la vista di un paesaggio innevato e grigio. La malinconia s'accentua sotto questa fievole luce.

The Troublemaker.[Hayes Grier]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora