Capitolo 23: We're taking this a little too far.

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Sara's Pov:


***

" Parlami Hayes, dimmelo il grande errore che hai nascosto da quando mi hai detto del fatto della ragazzina caduta in lago con il mio nome. Sai cosa mi ha detto mia madre?" i suoi occhi si illuminano concentrando il loro sguardo su di me " Mi ha detto che sono io!" esclamo con un'espressione poco sorpresa alzando le mani al cielo, sospirando rumorosamente. Lui sorride felicemente e ingenuo di quello che sto per dire.

" Oh Dio, non ci credo!" si fionda su di me, abbracciandomi, ma io lo spingo via.

" Cosa c'è ora?" domanda ritornando sul tono turbato.

" Mi ha detto anche che mi hai spinto tu!" dalla mia bocca fuoriesce una risatina istericamente ironica mentre lui posa la mano destra alla bocca, con lo sguardo leggermente confuso.

" Cosa!?" aggiunge attimi dopo. Qualcosa mi dice che non se ne ricordi proprio niente di quel piccolo dettaglio rilevante, con quello sguardo assonnato ma confuso allo stesso tempo. Alza il viso ritornando ad essere più vicino che mai.

" S-sara, non sapevo di tutto questo perfav-" afferra il mio polso sinistro con l'intento di avvicinarmi a se ma io getto un urlo di dolore, causato dalla sua forte stretta e dai tagli inflitti precedentemente.

" Che cazzo?" sembra insospettirsi dal mio strano lamento e così prepotentemente, dopo un fugace sguardo da intenditore, alza la manica senza lasciarmi del tempo per fermarlo.

" Che cosa cazzo hai fatto!" è infuriato, mentre le lacrime si fanno presenti ai miei occhi.

" L-lasciami star-" strattono via il braccio ferito e lo riporto al fianco sinistro, guardando l'espressione stranamente e profondamente delusa del ragazzo davanti a me.

" Sara, perché." Esclama a denti stretti. Le mie labbra iniziano a bruciare, non riesco a tenere gli occhi aperti e mi sento leggermente tremare mentre il ragazzo prende dolcemente la mia mano, portandomi con se a riparo sotto il tendone difronte il rifugio.

" Ti sta salendo la febbre, devi riposare." Sussurra mentre riabbassa la manica che fino a poco tempo fa aveva coperto dai suoi occhi, l'orribile sfogo personale.

" No, non posso. Mia madre mi odia, non voglio più vederla!" esclamo tenendomi la testa, Hayes in un momento di distrazione mi avvicina a sé e mi circonda con il suo corpo, riscaldandomi. Il suo mento tocca la mia testa e sento il battito cardiaco espandersi sul petto, leggermente veloce, ma costante. Ciò mi rassicura, in questo momento vorrei solo dormire.

Oramai non m'importa se lui m'abbia spinto o se abbia messo incinta Barbara, ora voglio solo stare insieme a lui e stringerlo, per sentirlo mio.

" Allora andiamo a casa mia, piccola combina guai." Tutto d'un tratto sembra dolce e accomodante con me, mi tratta come se fossi una bambina, la sua.

Io annuisco alzando il viso al suo e baciandogli la guancia.

" Grazie di prenderti cura di me." Lui mi sorride e ci fa staccare iniziando a camminare a braccetto con me accanto.

" Non devi più fumare, io ho smesso." Lo osservo tirarsi i capelli allungati alla nuca e girarsi verso il mio viso, guardandomi con espressione compassionevole.

" Hayes, non mi puoi chiedere questo. Io non ti prometto niente, ma ci provo." Gli sorrido leggermente, mentre arriviamo davanti al mio graffito, lui lo ammira con espressione presa e stupita.

" Guarda che bello questo capolavoro." Commenta con stupore.

" Grazie, è una mia creazione." Lui si gira immediatamente sgranando gli occhi.

" Sul serio?!" il suo tono di voce è tremante e alterato, io sorrido mostrando un viso appagato.

" Si, sul serio."

" E' stupendo." Fa una pausa mentre continuiamo a camminare vicini.

" E' così strano che tutto ritorna a te..." afferma pensando ad occhi aperti mentre striscia le punte delle dita sul cemento dell'edificio leggermente sgretolato.

" Cosa intendi?" rispondo con tono di ingenuità.

" Ogni volta che penso a qualcosa di bello, di veramente bello, mi appare la tua immagine." Ammette con un pizzico di imbarazzo. Che gli prende?!

" Senti, ce la devi smettere di cercare di dirmi che ti piaccio, perché ho capito dove vuoi arrivare." Commento acidamente incazzata.

" Che cosa?" utilizza un tono di sorpresa nella domanda appena posta.

" Mi hai sentito bene, sai che mi piaci - in qualche modo – e sfrutti l'occasione per farmi cadere ai tuoi piedi per poi usarmi come hanno fatto tutti." Ripenso in un nano secondo a quello che ho appena detto e mi tappo la bocca con la mano per l'enorme confessione fatta al furbo mr. " ti conquisto con un sorriso".

" Perciò... - si volta verso di me, essendo indietro, sorridendomi- ti piaccio ah?" la sua voce non la sopporto proprio.

" No, ma cosa dici, hai sentito male." Passo una mano tra i capelli mentre guardo altrove, poi prendo il pacchetto di sigarette e ne esco una, nel frattempo il silenzio si presenta alla porta e si infila tra i nostri pensieri.

" Fumi quando sei nervosa, signorina Davis." Odio quando le persone me lo fanno notare e anche quando mi chiamano per cognome.

" E allora? Vuoi?" gli offro una sigaretta ma lui la rifiuta alzando gli occhi al cielo.

" Devi smettere." Afferma a denti stretti.

" Bla bla bla!" muovo la mano come segno di menefreghismo e lui se ne accorge e improvvisamente cambia espressione prendendomi di lato e appoggiandomi al muro.

" Che cazzo ti salta in mente?!" la mia faccia in questo momento è più che confusa, totalmente incazzata e rossa.

" Ora basta prendermi in giro, sennò.."

" Sennò?" ridacchio vedendo l'espressione d'incertezza nei suoi occhi.

" Sennò, ti zittisco una volta per tutte e ho i miei metodi." 

The Troublemaker.[Hayes Grier]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora