Capitolo 40: " I like you."

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· 1 ora dopo

" Ora che siamo noi tre riuniti, qual è questa cosa importante di cui volevi parlarmi?" il sorriso speranzoso e nervoso di Hayes mi mette una strana ansia che attraversa tutto il corpo, facendomi tremare.

" Bene, Violet... io ho proposto una cosa a tua figlia che aiuterebbe Sara nel ritrovare il giusto equilibrio mentale per poter sopportare il peso della stressante vita che ha sulle spalle." la sua voce trema, è molto teso e l'espressione interdetta di mia madre non lo aiuta a trovare le parole giuste.

" E ora tu sapresti cosa fare?" gli domanda con tono aggressivo.

" No, era solo un idea. Volevo portarla con me a Los Angeles, anche per inseguire il suo sogno!" Hayes cerca di recuperare la situazione che si protende verso la catastrofe. Probabilmente mia madre mi proibirà di vederlo anche.

" Quale sogno?" domanda confusa, posando uno sguardo assassino su di me.

" Quello d-di cantare..." accenno con un filo di voce.

" Oh, ma Sara ne avevamo parlato che non era una buona cosa fare solo quello nella tua vita. Non sai se diventerai famosa, tu lo sogni ma amore c'è una bella differenza tra il sognare e il fare. E poi non puoi scappare così da Mooresville e farti vedere solo a fine mese se ce la fai. Per giunta con soli maschi? Tu sei fuori di testa se credi che veramente ti mando." Come al solito è subito saltata alle conclusioni, io sono sul punto di piangere e Hayes non sa che dire.

Che bello, lo sapevo!

Inutile fare la sarcastica: la vita è proprio una merda e Hayes partirà solo.

" Ok, perfetto! Grazie del tuo prezioso tempo." Cerco di mostrarmi impassibile ed esco dalla stanza di Hayes correndo giù per le scale.

" Sara, aspetta!" ovviamente quel rompi palle non mi lascia nemmeno sola.

" No, Hayes, lasciami sola. E non venire con me oggi!" digito velocemente il numero di Christian, per vedere a che punto è ed esco di casa.

" Christian," singhiozzo incapace di trattenere la delusione " Per favore sbrigati, voglio vederti."

" Sto venendo subito piccola mia, sono giusto per strada." Risponde con voce lontana dal microfono, sarò in vivavoce.

" Ok, fa presto." Chiudo la chiamata realizzando di esser senza giubbotto, così rientro velocemente in casa Grier e afferro la manica del giubbotto nero che avevo lasciato ieri appeso, uscendo in fretta.

Voglio solo scoppiare a piangere. Non so cosa mi prende ma sembra che io non abbia amici che mi capiscano quando sono triste e depressa. Nessuno in realtà mi capisce, nemmeno Christian, ma devo distrarmi.

" Ora basta." Do un calcio ad una bottiglia per terra. Vorrei scappare da questa situazione ma non riesco nemmeno a reggermi, figuriamoci aver il coraggio di buttarmi nel vuoto. Mentre piango, raggomitolata in uno scalino ai piedi della porta, mordo le labbra fino a farle sanguinare nell'attesa dell'arrivo di Christian. Vorrei scoppiare, vorrei scaricare tutto questo masso che ho sul cuore e sulla mente e finalmente sentirmi più leggera.

Infilo le mani nelle tasche del giubbotto scoprendo un accendino e un pacchetto di sigarette. Inizio a camminare o rimango qui? Cogliona, fumati una sigaretta no?

* * *

Hayes' Pov:

" Christian, cosa vuoi?" rispondo in modo rude, continuando a fumarmi il mio spinello. La sua voce robotica sembra davvero preoccupata nel dirmi di non star trovando più Sara.

The Troublemaker.[Hayes Grier]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora