Capitolo 32: Mi sono promesso che forse non t'avrei cercato più.

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Hayes' Pov:

" Sara, non voglio litigare. Non puoi affiancarmi la colpa del tuo stupido gesto quindi ora facciamo pace." Si avvicina prepotentemente a lei, mentre invece le sue braccia lo respingono violentemente via, facendola strillare per il dolore vivo dei punti che le hanno cucito sopra.

Decido di far qualcosa invitandolo ad uscire. Data la sua insistenza mi piazzo davanti a lei, aprendo le braccia per bloccargli qualsiasi via di contatto.

" Se ne vada!" esclamo con gran voce.

" Tu chi cazzo sei per dirmi cosa fare!" risponde con tono aggressivo.

" Una persona che si prende cura di sua figlia piuttosto che distruggerla, come ha fatto lei!" questa volta è la volta buona per spaccargli la faccia in due a questa specie di essere umano.

" Hayes, fammi il piacere di risparmiarti queste parole, sei tu che hai spinto mia figlia giù e le hai rovinato i ricordi. Tu non sei per niente diverso da me!" rimango immobile alla frase velenosa di suo padre.

Sara silenzia i suoi dolori e si alza di scatto, andando a dare uno schiaffo in faccia al padre.

" Non ti permettere a dire una cosa del genere! Tu fai schifo, Hayes non è come te! Lui-"

Vedo arrivare lentamente il pugno di Robert, ma per un millesimo di secondo, Sara si oppone facendolo finire sulla sua faccia.

" SARA!" urlo io prendendola con me e avvicinandola al mio avambraccio.

" VATTENE ORA!" continuo con lo stesso tono, guardandolo malissimo. Lei nel frattempo scoppia a piangere, posando la sua mano fredda sulla guancia rossa e bruciante.

" I-io... mi dispiace." Lo vedo allontanarsi mentre ritorno con lo sguardo sulla ragazza accanto a me e la stringo, accarezzandole il capo dolcemente.

" E' tutto finito...è tutto finito."

* * *

Sara's Pov:

" Perciò è entrato da qui?" mi domanda l'infermiere mostrandomi un'entrata vicino alla stanza del pronto soccorso.

" Credo di si."

" Dovreste emanare un ordine restrittivo." Aggiunge comparendo in scena un uomo alto con un'aria inglese e quei tipici cappotti lunghi color marroncino chiaro.

" Mi scusi ma lei chi è?" aggiunge mia madre con aria interrogativa.

" Sono il signor Pattinson e ho visto tutta la scena. Quell'uomo non ha scrupoli e alla prossima litigata, sua figlia finirà sotto i ferri se non agite subito." Afferma mostrando sicurezza nel dirlo. Poi con aria intellettuale sistema meglio i suoi occhiali.

Decido di lasciare il corridoio e di rientrare in camera, andandomi a sedere immediatamente sul rigido letto e iniziando a pensare al peggio.

I miei stessi pensieri mi spaventano, non capisco cosa stia prendendo alla mia vita. Avevo solo chiesto di vivere felicemente la mia adolescenza ed ecco cosa accade: mio padre si mette a togliere la dignità ad una famiglia che prima era l'esempio per tutti quelli che non ce la facevano ad instaurare un rapporto stabile e che ora invece è la rovina di Mooresville; e tutto questo per cosa?

Per l'alcool.

Si, da quando mio padre per debolezza ha riiniziato a bere, tutte le nostre preghiere per non farlo diventare di nuovo come prima sono andate a puttane.

Probabilmente nemmeno tutti i pianti sono serviti a qualcosa.

Ormai non ho nemmeno le lacrime e la forza per piangere e, persiste in me questa strana sensazione di vuoto che ieri mi ha portato a tagliarmi per un ingiusto motivo.

The Troublemaker.[Hayes Grier]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora