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⚠️Attenzione⚠️
Buona parte di questo capitolo contiene relazione tossica + violenza fisica (no abusi ecc...)
Se siete particolarmente sensibili saltate questo capitolo o limitatevi a leggere finché non vedete questo segno " 》"
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T/n's pov:

"Il tuo ex era violento,vero?"

Strinsi le labbra fino ad assottigliarle completamente,sentivo la gola secca e mentre quelle parole,inaspettate come un pugno allo stomaco, risuonavano nella mia mente, stavo pian piano
metabolizzando il fatto che ero in quelle condizioni davanti il mio nemico: Atsumo.

Gli tolsi,con poca grazia,le fasce e i fazzoletti dalle mani e mi alzai in piedi barcollando poiché non mi ero ancora ripresa del tutto dallo svenimento avvenuto qualche mezz'ora prima.

Gli diedi le spalle sbuffando rumorosamente e iniziai a pulire da sola le braccia e le cosce dal sangue.

"Vattene"

"Voglio aiutarti" si offrì.

"Non lo voglio il tuo aiuto"

"Ma perché non mi permetti di aiutarti?!" urlò Atsumo in preda alla rabbia e alla preoccupazione.

"Perché non mi fido di te Miya" quelle parole lo fecero sussultare:" Non mi fido di chi mi bacia,di chi si preoccupa per me e tante altre cose,e poi alla fine mi dice che è tutto un gioco,figurati dire una cosa del genere" gli ricordai.

Atsumo si mise comodo sul mio letto,seguendo,con gli occhi, tutti i movimenti delle mie mani necessari per togliere il sangue.

"È sempre ok chiedere aiuto,T/n" mi disse con dolcezza nella sua voce.

"Tu che ne sai?" mi innervosii:" Che ne sai di cosa di prova ad essere imprigionati in questa gabbia" puntai il dito contro le parti del mio corpo offese con i tagli:" E di quanto sia difficile chiedere aiuto"

Atsumo riflettè per un momento:" Hai ragione,non lo so.
Spiegamelo" mi propose.

Per un attimo esitai, ma sentivo di potermi fidare, perciò presi un bel respiro e mi sedetti davanti a lui,sentii la sua completa attenzione su di me.

"Non è semplice chiedere aiuto" iniziai:" È un problema più grande di me ma è la soluzione a tutto il resto. Quando mi taglio sto bene,perché mi sento libera e non più nella gabbia di tutte le situazioni che mi opprimono e che non so gestire.
Ogni taglio corrisponde ad una tacchetta della batteria: più tacchette ci sono più la batteria è alta. Questi tagli rappresentano il benessere che provo quando mi faccio del male,infatti sono tanti perciò il livello di benessere è alle stelle" deglutii a fatica e ripresi a raccontare:" Quando torno in me,però,quando quello stato di "ebbrezza" finisce,ritorno lucida e mi sento mortificata,profondamente mortificata e incapace di saper gestire le mie emozioni. A causa di questa lucidità, la voglia di infliggermi ferite torna,e riprendo a tagliarmi; ma se prima mi tagliavo per "affrontare" una determinata situazione,per stare bene, adesso mi taglio per punirmi.
Io non chiedo aiuto a nessuno,lo sai.
Non chiedo aiuto perché voglio risolvere tutto da sola,ogni cosa da sola.
Ma come faccio a chiedere aiuto se mi ci sono messa io in gabbia?
Non posso chiedere a qualcuno di liberarmi se io stessa non so liberarmi dei mostri che ho dentro.
Questo corpo ha smesso di esserlo da quando avevo quindici anni, è la mia gabbia,ma anche la mia cura malata che mi dà sollievo. Mi sento costantemente in pericolo ma allo stesso tempo al sicuro,protetta da una barriera invisibile fatta di sangue. Sono tanti gli aspetti dell'autolesionismo di cui non si parla, come ad esempio la perdita di voce,l'imporsi di non farne parola con nessuno e di tenerselo per sè.
La seconda fase è la perdita di fiducia: le persone intorno a te diventano tutte tue nemiche,tutte, e nessuno si salva.
Terza fase: la paura di essere scoperti.
La paura di mettere a nudo le proprie insicurezze e il bisogno di coprirle facendo finta che tutto vada bene,l'unico che vede le tue insicurezze è lo specchio.
Quarta ed ultima fase: l'essere scoperti.
Quando vieni scoperto sei ormai in trappola e non puoi più nasconderti.
Hai perso,il gioco è finito"

Enemies ~Miya Atsumo x reader~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora