Capitolo 4

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Ucciderla

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Ucciderla.

Questa parola mi rimbomba in testa da tutto l'intero giorno. Come faccio ad ucciderla? Ho condiviso momenti importanti con lei, ma era tutta una finzione. Chi mi assicura che lei quando stava con me era veramente se stessa, o stava solo ricoprendo un ruolo per il suo lavoro? E' tutto un dubbio, ma non riesco più a fidarmi di lei, mi ha mentito spudoratamente, oltre ad avermi illuso.

Penso di essermi innamorato di lei quando eravamo al lago, sembrava tutto perfetto, ci siamo aperti l'uno con l'altra e stavamo bene. Stavo bene come non lo ero mai stato. Non avevo mai provato la sensazione di stare bene, quella sensazione in cui non hai più un peso opprimente sul petto, che ti schiaccia così tanto, che non riesci a respirare. Dove la mente non è più occupata da pensieri brutti, da ricordi del passato, da errori del passato, da quell'errore, l'errore che ogni notte sogno. L'uomo che stava per molestare mamma, l'uomo che ho ucciso. Ogni giorno ripenso a quello che ho fatto, e mi pongo mille domande: se non lo avessi fatto, lui si sarebbe fermato e non avrebbe fatto del male alla mamma? Se non lo avessi fatto mi sentirei comunque in colpa al pensiero che un estraneo stava facendo del male alla mamma e che io lo potevo fermare?

Mia madre non ha mai mostrato gratitudine al gesto che ho compiuto nei suoi confronti, ma la capisco, ho ucciso un uomo non dovrebbe esserne felice o grata.

Non potrò mai uccidere Kylie, anche se lo volessi, non potrei mai farlo. Però potrei illuderla e farle sembrare che invece posso farlo.

Ci saranno dei momenti in cui la nostra gang, "Cloud 9", e la sua si incontreranno. Nessuno sa cosa può succedere quando due o più bande criminali si ritrovano nello stesso tavolo; potrebbero parlare di affari bevendo vino e mangiando stuzzichini sofisticati, come del formaggio proveniente da un posto in montagna che alleva le mucche da decenni o forse da un secolo, o potrebbero farsi la guerra, dando così inizio a delle alleanze tra bande criminali. Sono cinque gang, ma tutti sanno che ci sono delle alleanze, noi siamo alleati alla banda di Tokyo.

«Papà.» Mi fa ancora strano chiamarlo in questo modo, sono sempre stato abituato a chiamare così Luke, ma da quando ho scoperto tutto, non ci sentiamo neanche per messaggio, o meglio, io non gli rispondo ai messaggi, lui mi tartassava, però quando ha capito che ormai era inutile, ha smesso. Mi dispiace di essere capitato in questa situazione, proprio al centro della situazione, il mondo mi è crollato addosso in soli dieci minuti, ho perso un padre e ne ho ritrovato un altro, ho perso una sorella e il mio migliore amico, ho perso tutta la mia vita in Alaska, ho lasciato hockey, la mia casa, la mia scuola. Ho perso la ragazza che amavo. Il mondo mi ha rivolto le spalle e mi ha mandato a fanculo, così io ho mandato a fanculo il mondo e sono entrato a far parte di una organizzazione criminale.

«Dimmi Elias,» si gira verso di me mentre continua ad aprire, con l'aiuto del taglia carta, la corrispondenza. «Non posso ucciderla e tu lo sai.» Gli dico, ora tutta l'attenzione è su di me e non più sulla posta. «Elias in questo lavoro non ci sono molte scelte , bisogna fare quello che viene detto.» Ma io non lo sto a sentire, ho preso una decisione e rimarrà tale. «Non la ucciderò, se è  questo quello che vuoi, ma le farò credere che lo farò. Che la ucciderò.» Mi guarda con ammirazione, uno sguardo che nessuno mai mi aveva riservato.

« Stai imparando figliolo.»Pronuncia, capisco che è fiero di me, che sto facendo un buon lavoro, che il mio tempo non è stato sprecato, che non mi sono illuso di poterci riuscire, perché ci sono già riuscito.

La farò soffrire. Come lei ha fatto con me, rendendomi una persona senza più un punto di riferimento, rendendomi una persona cattiva, una persona spietata. Lei mi ha reso la parte peggiore di me.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora