Capitolo 13

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Elias é seduto affianco a me, mi guarda senza dire niente e poi porta lo sguardo verso il paesaggio che ci circonda

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Elias é seduto affianco a me, mi guarda senza dire niente e poi porta lo sguardo verso il paesaggio che ci circonda. Da quassù riusciamo a vedere bene tutto il luna park, la giostra non gira molto veloce perciò ci da modo di osservare il panorama.
« Cosa ci fai qui?» Gli chiedo stanca del silenzio che aleggia intorno a noi. Riporta il suo sguardo su di me e schiude leggermente le labbra.
« Volevo farmi un giro.» Pronuncia secco.
« Proprio qui con me?»
« La mia accompagnatrice si é messa in fila per questa giostra, quando sono arrivato da lei ha cambiato idea perché aveva paura, ma ormai aveva comprato il biglietto quindi lo ha dato a me», spiega guardandomi dritta negli occhi.
« Accompagnatrice?» Chiedo, non l'ho mai visto con un'altra ragazza, non so che effetto potrebbe farmi.
« Si, ti sembra strano?» Domanda, sembra un po' irritato.
« No, no. Solo che non sapevo perché tu fossi qui.»
« Cosa dovrei venire a fare in un luna park Kylie? »
« A divertirti presumo.»
« Esatto come lo stai facendo tu.» Ribatté lui.
« Se tuo padre scoprisse che esci con il nemico...» Pronuncia.
« Cosa vorresti alludere? Io e lui siamo amici da quando eravamo bambini, siamo amici nonostante tutto quello che ci circonda e a te non dovrebbe fregare un cazzo.» Sbotto innervosita, non voglio perdere l'amicizia con Aldo, ma se mio padre lo venisse a scoprire é molto probabile che finirebbe tutto. Mio padre non tollererebbe un'amicizia del genere, lo prenderebbe come
un tradimento, ma la realtà é che siamo solo due ragazzi soli che si fanno compagnia a vicenda. Quando si é in questo ambito della criminalità non si può ambire ad avere delle amicizie, nessuno vorrebbe avvicinarsi a te, per questo ci siamo avvicinati io e Aldo, condividiamo la stessa vita, gli stessi segreti, solo che siamo in due gruppi differenti, due gruppi rivali.
« Stai calma barbie.»
« Non mi chiamare così.» Dico. Lui si avvicina pericolosamente al mio orecchio, scosta i miei capelli biondi e indugia un po' prima di parlare.
« Un tempo ti piaceva.» Si stacca da me e all'improvviso si alza in piedi, facendo traballare la giostra.
« Che cazzo stai facendo?» Chiedo spaventata. Siamo ancora a più di sette metri di altezza e questo deficiente al mio fianco ha deciso di divertirsi facendo traballare tutta la giostra.

« Scendi subito!» Urlo, mentre lui si diverte a far dondolare avanti e indietro i nostri seggiolini.
« Per scendere dovrei buttarmi.» Pronuncia.
« Allora buttati, ma piantala di fare così.»
I seggiolini traballano ancora più forti e il mio ippopotamo peluche scivola via dalle mie mani fino a sparire a terra.
« Che cazzo di problemi hai?» Sbotto, lui si é riseduto, appena ha visto la mia faccia scioccata mentre Ippo precipitava a terra.
« Rispondimi.» Lo spingo indietro che le mani premute sul suo petto.
«Che» Un'altra spinta.
« Problema» Lo spingo.
« Hai?» Ultima spinta.

Lui mi guarda senza dire niente, lo vedo solo armeggiare con la sicura della giostra e scendere.
Rimango sbigottita finché mi accorgo che il signore della giostra mi sta tendendo una mano per scendere.
Scendo da quella maledetta giostra e raggiungo Aldo.
« Perché non sei venuto nella giostra?» Sbotto contro di lui.
« Una ragazza mi ha fermato, doveva chiedermi delle informazioni, quando mi sono girato tu eri già sulla giostra.» Mi spiega.
« Chi era la ragazza?»
« Quella lì, di fianco a quel ragazzo di spalle», mi indica una ragazza di fianco ad Elias, é di spalle, ma lo riconoscerei anche in mezzo a centinaia di persone.
La ragazza ha lunghi capelli neri e lisci, occhi marroni, una corporatura esile. Stanno parlando, o meglio lui sta parlando, lei ridacchia e basta.
Mi giro impedendo ai miei occhi i guardare ancora quella scenetta.
« Ti vedo stanca, andiamo a casa?» Chiede.
« Si, si per favore.»
Elias ha rovinato tutto, la serata è stata magnifica prima che arrivasse lui, mi sono divertita e stavo rivivendo un ricordo che avevo conservato con mia mamma. Aldo é sempre stato presente e faceva continue battute per rendere l'atmosfera ancora più leggera e piacevole. Ma poi é arrivato lui e ha cambiato il mio umore, mi ha fatta innervosire e ha pure fatto precipitare Ippo.
Salgo in macchina, allaccio al cintura di sicurezza in pelle nera e osservo il paesaggio scorrere veloce sotto i miei occhi.
« Dov'è finito Ippo?» Chiede ad un tratto.
« É una lunga storia, diciamo che mi é caduto dalla ruota panoramica.» Spiego brevemente. Non ho voglia di raccontargli tutto quello che è successo tra me ed Elias, le cose passate e le cose presenti. Che ora lui é un nostro nemico, ma solo sei mesi fa era il ragazzo che amavo.
Arrivo a casa e dopo aver salutato Aldo decido di mettermi subito a letto, meglio che questa serata finisca in fretta.
Il suono di un messaggio mi risveglia. Guardo l'ora sul display, sono le quattro e trenta del mattino, decido di guardare il mittente di quel messaggio.
Elias.
Il mio cuore perde un battito. Perchè mi fa ancora questo effetto?
Non so se guardare il messaggio ora o aspettare domattina, ma la curiosità mi mangia viva, quindi decido di aprire il messaggio.

Scusa

Dice solo. Non mi aspettavo di più, in realtà non mi aspettavo proprio niente. Rimetto il telefono a posto, ma non riesco più a prendere sonno. Decido di alzarmi, raggiungo la porta di casa, magari prendere una boccata d'aria mi farà scandire meglio i pensieri.
Metto un piede fuori casa e per poco non cado a terra. Osservo una scatola, abbastanza grande, ai miei piedi.
La affetto e la porto in camera, la passeggiata potrà aspettare.
La butto sul letto e la esamino. É una scatola di cartone marrone, non c'è scritto niente sopra, ne il mittente ne l'indirizzo di casa mia.
Vuol dire che qualcuno l'ha portata qui.
Strappo lo scotch con cui é stata chiusa e la apro.
Sono dei peluche.
Li tiro fuori uno ad uno.
Una giraffa.
Un orsetto.
E un ippopotamo identico a quello che avevo vinto la sera precedente.
In fondo alla scatola vedo un biglietto.

Spero che possano rimpiazzare quel peluche.
E
Firmato E.
Elias.
Afferro immediatamente il telefono e senza neanche pensarci gli mando un messaggio.

Grazie.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora