Capitolo 29

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Kylie.
Infilo le chiavi nel chiavistello e apro lentamente la porta per non far rumore, ma questa cigola un po'. La richiudo piano alle mie spalle, tolgo le scarpe per evitare che sentano i miei passi e vado verso la mia stanza. Non faccio neanche in tempo a salire uno scalino che mio padre mi ha già richiamata, alzo gli occhi al cielo e mi giro verso di lui.
Lo saluto con un sorriso, spedando che mi voglia solo salutare e che non abbia visto la macchina di Elias qui davanti.
« Dobbiamo parlare», dice severo. O cazzo!
Lo seguo nel suo studio, aspetto che si richiuda la porta, in legno massiccio, alle sue spalle e poi mi siedo.
« Dove sei stata questa notte?» Devo inventarmi una scusa subito.
« Alyssia mi ha invitata a una festa e poi
sono rimasta a dormire da lei.» Spero solo che non sappia che Ali è in un altro stato.
« Non me la bevo, so che non eri con Rebecca.» O merda.
« Allora se sai dov'ero perché non lo dici subito?» Lo sfido.
« Vorrei che me lo dicessi tu, che per una volta mi confessi la verità.» E se lui non sa con chi ero, ma mi dice queste per farlo confessare da me?
Taccio per qualche secondi che sembrano interminabili.
« Bene, vedo che non parli, quindi lo farò io.» Oddio.
« Eri con quel ragazzo, quel Elias. Il figlio di Rio, che tra l'altro é la persona che dovremmo evitare di più. L'anno scorso come una sciocca, al posto di compiere il tuo lavoro, ti sei innamorata di lui. Hai fatto la vacanzetta con quello che pensavi fosse l'amore della tua vita. Ma ti ha abbandonato
pure lui. E ora ricredi che potrebbe esserci qualcosa tra di voi, di riprendere i momenti passati insieme. »
É un colpo al cuore sentire questa verità spiattellata in faccia, ma la cosa più triste é che mio padre me lo sta dicendo.
« Sei solo un'illusa.» Sospiro.
«L'illusione ti porterà solo alla morte, devi piantarla e aprire gli occhi. Cosa potrebbe volere da te quel ragazzo? Ti sta manipolando. Kylie, siamo in guerra e tutto é buono per vincerla. Lui la vuole vincere usando te, rendendoti sempre più debole. »
Scuoto la testa, come ho fatto ad essere così stupida, lui ha tutte le carte in regola per manipolarmi e farmi credere che ci tiene ancora a me.
« Devi riprenderti quella forza e fargli vedere contro chi si é messo. Tu sei Kylie Genovese, mia figlia, una ragazza forte quanto scaltra. Lui avrà anche la forza fisica, ma tu hai il cervello, l'arma più letale.»
Annuisco, so delle mie potenzialità, so che pensando un po' potrei vincere una battaglia.
« Devi allenarti di più.»
« Okay, lo farò.» Sono le prime
parole che pronuncio dopo tutto questo tempo passato ad ascoltare mio padre. Lui annuisce sorridendo, credo che sia un po' fiero di me.
« Kylie», mi richiama, mi giro verso di lui che mi fa segno di sedermi.
« Ho scoperto chi ha ucciso la mamma.» I miei occhi sono sbarrati.
« Cosa?» La mia voce trema.
« Vorresti dire chi», mi corregge, ma io in questo
momento vorrei solo sapere chi é stato.
« Chi é stato?» Vorrei saperlo, ma allo stesso tempo ho paura. Ho paura che questa risposta
mi spezzerà il cuore.
« Rio.» Dentro di me lo sapevo. Sapevo che c'entrava qualcosa, ma ho sperato fino all'ultimo che non fosse così.
« No. Non é possibile» Dico, lo conosco. Quando mi aveva rapita, non mi aveva fatto del male. Lui veniva a controllarmi e Jake e Travis, i suoi scagnozzi, mi avevano tratta bene; mi portavano da mangiare e mi facevano un po' di compagnia. Non può essere stato lui.
« Invece si Kylie.»
« Come hai fatto? Come hai fatto a scoprirlo?» Chiedo, sento gli occhi pizzicarmi, se Rio c'entra qualcosa c'entra anche Elias.
« L'ho seguito per giorni, avevo dei sospetti su di lui. Murinez mi ha aiutato a scoprire qualcosa.»
« Siamo entrati in casa sua, una casa buia nella periferia. Sono molto disordinati, ma la casa é carina.» Perchè stiamo parlando della sua casa?
« Non me ne frega niente della casa! Dimmi come
lo hai scoperto.» Esclamo io. Lui mi lancia un'occhiata ma poi riparte con la storia.
« Siamo subito andati nel suo studio. Abbiamo cercato dappertutto, fino a quando abbiamo trovato una cartellina gialla, con il nome di tua madre sopra.
L'ho aperta e ho visto delle foto che la ritraevano in alcuni momenti della giornata. Mentre faceva la spesa, quando portava Tony alle partire di calcio...
Poi ho trovato un orario e una data precisa. Il 27 aprile alle 13:46, la mamma é morta proprio quel giorno, verso pranzo. » Papà non mi ha mai detto i dettagli della sua morte. Non mi ha mai detto se le hanno sparato o se l'hanno accoltellata.
« Cosa le ha fatto?» La mia voce trema sempre di più, ho paura e sto male.
« Le ha sparato, due colpi, tutti e due in pancia. Le ha logorato il pancreas e lo stomaco. É morta sul colpo, fortunatamente non ha sofferto. L'ho trovata morta qua sotto, stava per rientrare in casa e prepararci il pranzo. Se fosse entrata solo due minuti prima...» Le lacrime silenziose scendono per le mie guance creando una scia di dolore.
Non mi racconta quello che é successo dopo, non mi racconta di quando l'ha trovata morta nella sua pozza di sangue.
« Quando ero nell'appartamento di Rio, ho trovato la foto di tua madre a terra, morta. Ho trovato delle conversazioni telefoniche con un suo conoscente di nome Travis, diceva che l'aveva uccisa.» Scuoto la testa ripetutamente, non voglio sentire più niente, non voglio sapere più niente.
Mi alzo di scatto dalla sedia, che quasi la faccio cadere, raggiungo la porta, ho già la mano sulla maniglia fredda, quando mi riparla.
« Lui lo sa. Sa quello che ha fatto suo padre.» Un'altra confessione che mi logora il cuore. Afferro la maniglia, la spingo verso il basso e corro via.
Mentre raggiungo camera mia, passo dalla cucina e ritrovo il vaso di fiori che mi ha regalato lui.
Lo spingo a terra e osservo ogni fiore spezzarsi, ogni fiore che perde i propri petali, fino a diventare solo dei gambi vuoti. Calpesto i fiori, non curandomi del dolore che i vetri del vaso fanno mentre ci passo il piede con la ciabatta.
Loro hanno ucciso mia madre.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora