Capitolo 8

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Indosso un vestito marrone, lungo fino ai piedi, che fascia il mio corpo

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Indosso un vestito marrone, lungo fino ai piedi, che fascia il mio corpo. Questa sera é importante per noi, papà ha un annuncio da fare, non mi ha detto niente al riguardo e devo ammettere che sono sempre più nervosa; papà non ragiona lucidamente quando si tratta di mia madre, quindi ho paura delle cose che potrebbe fare. «Andiamo Kylie». Lui mi ha sempre chiamata per nome, mai " bambina" o " figlia mia", solo per nome, non ha mai dimostrato il suo affetto a noi figli e non lo dimostrava neanche a mia madre, pubblicamente.
Raggiungiamo la stanza in cui si terrà il nostro incontro, una stanza tanto buia, le pareti sono nere e i decori dorati. Prendo posto a sedere di fianco a mio padre, non é ancora arrivato nessuno. Lui si siede a capotavola e io alla sua destra. Dopo qualche minuto arrivano anche Munirez e suo figlio Aldo, il capo e l'erede di Madrid. Aldo si siede affianco a me, é sempre stato un ragazzo atletico e i suoi muscoli spiccano dalla camicia bianca che indossa.

« ¿como estas princesa?» Mi ha sempre chiamata principessa, anche quando eravamo piccoli e ci vedevamo alle riunioni. Quando eravamo dei bambini passavamo molto tempo insieme, allora non sapevamo cosa volesse dire essere dei nemici. La nostra
amicizia é andata sempre più scemando, per via della rivalità tra famiglie, ma non ci siamo mai odiati e ci rispettiamo. «Bene tu?» Lui risponde con un cenno di capo. Dalla porta in legno massiccio, vediamo entrare gli ultimi due ospiti. « Salve.» Pronuncia Rio, non l'ho mai visto così in tiro, in realtà non l'ho mai visto alle nostre riunioni, si dichiarava sempre occupato e non poteva venire.
Dietro di lui c'è Elias, indossa una camicia nera che risalta il suo fisico snello e non troppo secco. Si siede di fronte a me, passa in rassegna ogni ospite fino ad arrivare a me. Mi guarda per qualche secondo, é cambiato, nei suoi occhi non leggo niente. Ora sembrano vuoti, solo un'iride scura che va a mischiarsi con la pupilla. Distolgo lo sguardo pervhe mi fa male vederlo così, senza più emozioni. Aldo si avvicina al mio orecchio e mi sussurra delle parole:« Erano di tuo gradimento i miei bigliettini». Sussulto e sgrano gli occhi, mi potevo immaginare chiunque ma non lui. Passo in rassegna i nostri ricordi e poi la lampadina si illumina, una sera siamo scappati dalla riunione, ne avevamo abbastanza di sentire parlare di morti e di conseguenze, quindi ci siamo rifugiati sul tetto del palazzo in cui eravamo; abbiamo iniziato a parlare " Le stelle ti illuminavano" ricordo che c'erano molte stelle quella notte e dalla nostra posizione si vedevano ancora meglio. " I tuoi difetti", ricordo anche che mi sono messa a parlare con lui del mio stato d'animo, di quando ho ucciso Marco e di quanto mi sentivo male per aver compiuto quel gesto.

Quella notte é stata tanti anni fa, ero ingenua e li ho raccontato cose che non avrei mai dovuto raccontare. «Non pensavo che fossi tu», dico sinceramente lui ridacchia. «Abbiamo passato tanto tempo insieme.» "
«Lo so, me lo ricordo", mi sorride.
Riporto il mio sguardo sul ragazzo di fronte a me, sta ascoltando ogni parola che dice suo padre. Fisso attentamente la sua figura, ha fatto più muscoli, il suo fisico é più tonico e si é tagliato i capelli. Ha fatto un taglio buzz cut. Devo ammettere che gli sta proprio bene, gli conferisce l'aria da criminale, che prima non aveva.
Ascolto le parole che sta pronunciando mio padre.
«Vi ho invitati qui per dirvi una cosa importante», inizia. «Mia moglie, sua madre- mi indica -, la madre di mio figlio, é stata uccisa da uno di voi. Questa cosa non é torrerabile, non è ammissibile!»Sento che sta per succedere qualcosa di brutto, molto brutto. Sapevo che avrebbe detto cose riguardo mia madre, ma spero che non prenda decisioni drastiche. «Avete fatto una cosa orribile, una cosa che va contro ogni codice da noi creato. Avete rotto un legame sottile. E ora io vi dichiaro guerra.» Sussulto, ho sperato fino all'ultimo che non pronunciasse queste parole. Lo cerco con lo sguardo, per pregarlo di ripensarci, ma lui non mi guarda mai. «Ariana era una donna magnifica, una mamma altrettanto magnifica e una moglie bellissima. Una donna che amava incondizionatamente, é riuscita a scegliere e amare un criminale, di creare una famiglia con un criminale e di combattere
per i diritti dei figli. Lei non ha mai voluto che Kylie facesse questo lavoro, ma io non l'ho ascoltata, ho portato mia figlia, la mia figlia preziosa in questo ambiente e esigo che a nessuno della mia famiglia sia
tolto neanche un capello. Avete già ucciso la parte più importante di noi e ora dovete pagare.»

Ho gli occhi sbarrati, non so come reagire, non so cosa fare. Elias mi guarda e aspetta una mia reazione, ma io rimango immobile sulla mia sedia. Papà si alza e fa per andarsene, io aspetto qualche secondo e poi lo seguo. Vedo che anche gli altri ospiti si stanno alzando per andarsene. Aldo stringe la mano ad Elias e poi si avvicina a me. «Non ho voglia di parlare in questo momento Aldo,» dico, sperando che mi lascia andare. «Lo so princesa, volevo salutarti. Ritorno a Madrid per alcuni giorni.» Gli porgo la mano per una stretta amichevole, che arriva subito dopo accompagnata da un bacio sul dorso. «Nos vemos »
Ci vediamo.
Sto per girarmi ma vedo Elias che mi raggiunge.
Davanti a me c'è un'immagine di mia mamma, ha deciso di portarla papà per onorare la sua memoria.
« Ti assomiglia sai», mi dice guardando la foto. In questa foto é bellissima, sorride all'obbiettivo mettendo in mostra le sue labbra carnose che ho preso da lei, proprio come gli occhi color grigio.
«Era molto bella» , dice ancora. " Si" pronuncio in un sussurro. Lui mi dà un'ultima occhiata e poi mi supera raggiungendo suo padre in macchina. La sua vicinanza ha smosso qualcosa in me, prendo un grande respiro, solo ora mi sono accorta che stavo mantenendo il respiro.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora