Capitolo 26

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« Sei venuto qui solo per scopare?» Chiedo, gli occhi si fanno leggermente umidi, ma la miavoce é piatta.« Si.» Risponde.Io annuisco e incapace di rimanere un minuto in più, in questa stanza, me ne vado via.Raggiungo il bagno dove sono andata prima. Chiudo la porta a chiave per evitare che lui mi segua, anche se so benissimo che non sarà così.Cosa mi aspettavo?Mi aspettavo che quel bacio fosse vero, che lui fosse venuto qui per vedermi. Ma sono solo un'illusa, mi illudo che lui provi qualcosa per me, che i momenti passati insieme siano ancora nella sua memoria. Che non mi abbia dimenticata, che ripensa ancora a me, come lo faccio io ogni sera. Mi siedo a terra, stanca per l'allenamento, ho voglia di stare da sola, di pensare a me stessa e di stare bene.« Kylie.» La sua voce mi richiama da dietro la porta.                  « Dimmi.» Rispondo senza far trapelare nessuna emozione.« Non é così. Non sono venuto per quello.» E allora perché lo hai detto? Penso.Non rispondo, non ho più voglia di parlare.Passa qualche minuto prima di risentire la sua voce.« Scusa.» Dice, io sospiro, ma non rispondo. Rimango ancora seduta sul pavimento per qualche minuto. Decido di aprire la porta, ma non trovo nessuno. Vado verso l'ingresso per prendere il mio borsone e tornare a casa, ma Giorgio mi ferma.« Sei stata brava oggi, sei riuscita a scioglierti un po'.» Gli sorrido, lui ricambia.«Ci vediamo domani.» Gli dico, lui annuisce e mi saluta.Salgo in macchina stremata, voglio solo andare a a casa e dormire per tutto il resto della giornata, svegliarmi per la cena e ritornare a dormire fino a domani mattina.Ho la necessità di dormire almeno dieci ore questa notte. Odio non riuscire a dormire, passo tutto il giorno nervosa e stressata.Arrivo davanti al portone di casa, parcheggio l'auto nel vialetto alberato e entrò in casa. Mi dirigo in cucina per farmi un panino e vedo un mazzo di fiori sull'isola in marmo nero, della cucina. Afferro il mazzo che contiene dei giacinti rosa. Vedo che c'è un bigliettino con il mio nome sopra. Lo prendo e me lo rigiro tra le mani, é una piccola busta bianca, il mio nome é scritto in corsivo e in un modo elegante. Peró noto anche che non hanno messo il puntino sulla I, lo faceva sempre Elias, lui non metteva mai il puntino, diceva che rendeva la I una lettera differente dalle altre.Apro la busta e vedo il biglietto, anche questo scritto in corsivo.

C'era una volta una principessa che amava passare i pomeriggi passati nel giardino del suo castello, lei piantava sempre un fiore in particolare, il Giacinto. Si rispecchiava in questo fiore che simboleggia la forza e il coraggio, questo fiore era bellissimo, ma la bellezza della principessa era unica. Aveva solo fiori rosa, non ammetteva altri colori, perché il rosa era il colore di sua mamma. Le ricordava i momenti passati con la sua mamma e la forza che ha impiegato per andare avanti.Questa principessa era la mia principessa.Ma ora é di se stessa.
Scusa.

Lo rileggo ancora per altre due volte, sta parlando di me, così lui mi vede. Ha parlato anche di mia mamma, sapeva che amava il rosa. Prendo un vaso di cristallo trasparente e ci aggiungo un po' d'acqua, metto dentro i fiori e li osservo. Sospiro e vado verso la mia camera, ma mio padre mi richiama dal suo studio.Mi siedo sulla sedia in pelle, posta davanti la sua scrivania e aspetto che mi comunica quello che deve dirmi.« Questa sera ci sarà una festa di beneficenza, tu dovrai partecipare al mio posto, ho delle cose da sbrigare. Sarà un ballo, quindi devi trovare un cavaliere.» Mi dice, io annuisco, non é proprio laserata ideale per un ballo. « Kylie.» Mi richiama mentre ho già la mano sulla maniglia della porta.« Si?»« Il vestito é sul tuo letto.» Annuisco e mi congedoin camera mia.Mi richiudo alle spalle la porta in legno bianco della mia camera e vedo una scatola bianca sul mio letto; mi siedo accanto a essa e noto il nome del negozio:"Boutique di Crisck.»Alzo il coperchio e vedo una copertura di carta velina rosa cipria, prendo in mano il tessuto e guardo il vestito. É un vestito lungo, rosa cipria, il corpetto é costellato da brillantini e la gonna é di raso. Sorrido, questo vestito sarebbe piaciuto molto alla mamma. E papà lo ha scelto per me.Lo indosso e mi guardo allo specchio, osservo i lineamenti del mio viso che sono simili a quelli di mamma. Mi trucco e mi piastro i capelli, aggiungo i tacchi neri alti e mi guardo un'altra volta allo specchio, vedo una ragazza molto cresciuta rispetto a qualche mese fa.Scendo le scale e raggiungo la sala, il ballo é tra un'ora, ma ho voglia di riposarmi un po' prima di andare.Mi siedo sul divano e accendo Tiktok, scrollo qualche video quando mio padre entra nella stanza.Si ferma per osservarmi e noto che i suoi occhi sono diventati più lucidi.« Le assomigli molto.» Mi dice, combatto contro me stessa per non versare neanche una lacrima.« Sei bellissima.» Dice, vorrei che anche lei fosse qui a vedermi, vorrei che fosse stata lei ad acconciarmi i capelli e sistemarmi il trucco per poi farmi qualche foto.« Grazie.» Rispondo il campanello trilla e mi dirigo verso la porta, non ho chiesto a nessuno se volesse accompagnarmi a questo ballo, quindi presumo che sia qualcuno che é venuto per mio padre.Apro la porta e vedo Aldo vestito di tutto punto, porta uno smoking nero con una camicia semplice, bianca.« Ciao?» dico confusa, mio padre si intromette:« Sarà lui il tuo accompagnatore, ho pensato che non avresti chiamato nessuno, quindi l'ho fatto io al tuo posto.» Sorrido ad Aldo e saluto mio padre, prima di dirigermi con il mio cavaliere alla sua macchina.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora