Capitolo 35

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Elias

Tony non ha detto una parola, non si sente nemmeno il suo respiro nella mia auto. Lo guardo mentre fissa la strada inerme, non ha nessuna espressione nel suo volto. Potrei dire che è sconvolto, ma cazzo non so neanche se lo sia.« Kylie mi ha detto che ti piacciono le mongolfiere.» Appena l'ho portato via da quella casa Kylie mi ha detto che andare sulla mongolfiera lo avrebbe fatto stare meglio.« Ci andavamo sempre con mamma, lei le amava. Amava sentirsi libera mentre il vento le muoveva i capelli. Amava guardare dall'alto le persone e la città. Giocavamo sempre ad un gioco, lei ci indicava una casa e noi dovevamo immaginarci chi ci viveva. Era un gioco stupido lo so... ma.» « Non era un gioco stupido, anzi mi sarebbe piaciuto giocarci. Non so cosa Kylie ti ha raccontato di me, non so neanche se ti ha parlato di me. Ma io una mamma non ce l'ho mai avuta, o meglio, è stata con noi fino ai miei otto anni, poi ha deciso di andarsene. Mio padre era indaffarato con il lavoro e stavamo spesso a casa da soli. Mia sorella era piccola, le facevo io i codini per andare a scuola, la mettevo io a letto e l'aiutavo io con i compiti. Poi è arrivata Roxi, la nuova compagna di mio padre, una ventata di aria fresca. Lei ci curava, ci lavava e ci amava come se fossimo suoi figli. Devo tutto a lei.» Dico, Tony mi ricorda molto me alla sua età, con le cicatrici del passato e  nessuna voglia di vivere il presente e il futuro.« Ogni sera mi chiamava dall'Alaska, mi raccontava tutto. Mi raccontava di un ragazzo che la faceva innervosire, ma era molto curioso di conoscerlo. Poi mi raccontava che con questi ragazzi parlava sempre di più, fino a creare un'affinità. Poi mi disse che aveva baciato questo ragazzo, il bacio migliore della sua vita. Quando è tornata qui non mi ha più parlato di te, ma nei suoi occhi vedevo quello che prova per te. Nei suoi gesti vedevo quanto ci stava male. Quanto ti voleva lí con lei.» Mi dice e non riesco a smettere di sorridere.Il silenzio ha preso spazio tra di noi, siamo appena arrivati al parcheggio per il complesso con cui noleggeremo la mongolfiera.Saliamo sul grande cesto legato dal pallone già gonfio.Il signore mi spiega come si usa e poi iniziamo ad alzarci sempre di più.« Non ho mai smesso di pensare a lei.» Confesso. Una confessione che so che rimarrà tra di noi e le nuvole. Al massimo la può sentire un uccello.« Lo so. » Mi giro verso si lui sbigottito. Come fa a saperlo?« Vedo come la guardi. Tu non hai mai smesso di amarla, come lei non ha mai smesso di amarti.» E so che ha ragione.Continuamo il nostro giro in tranquillità. Siamo stati fortunati con il tempo, non ci sono nuvole è tutto limpido, perfetto per osservare il panorama.« Allora chi credi che ci viva in quella casa?» Indico una casa gialla con un tetto rosso e un giardino immenso ben curato.« Sicuramente una fighetta, viziata e che non fa altro che usare i soldi del papà.» Ridacchiamo e continuiamo con il giro. Siamo quasi arrivati alla base e io devo ancora sapere se sta meglio.« Come ti senti?» Chiedo.« Non lo so.» È normale non sapere come  sentirsi dopo aver visto suo padre che ha ucciso un uomo, che stava per uccidere sua sorella, davanti a lui. Kylie mi aveva accennato il fatto che suo fratello non faceva del tutto parte dei loro affari, lei non voleva che lui vedesse queste cose. Che lui si sentisse come lei. Scendiamo dal cesto e ritorniamo a casa in un silenzio assordante. « Dove vuoi andare?» Chiedo, non mi va di riportarlo a casa dopo quello che è successo, potrebbe guardare il pavimento e ricordarsi che solo poche ore prima era ricoperto di sangue.« Mi puoi portare da un'amica?» Domanda un po' in imbarazzo.« Io ti ci porto, ma chi è questa tua amica?» Chiedo curioso, ha diciassette anni ed è come se fosse mio fratello, non voglio che gli succeda niente di brutto, e so che Kylie non me lo perdonerebbe mai se succedesse qualcosa a suo fratello.« È la mia fidanzata, non ho detto niente a Kylie perché non volevo turbarla , sai per la vostra storia. Ma stiamo insieme da sei mesi, e so che devo dirglielo al più presto. » Annuisco.« Tua sorella ti ama, sarebbe stata contentissima per te. Anche se noi non stavamo più insieme, lei ti avrebbe appoggiato e so che ti avrebbe fatto il terzo grado sul trattarla bene.»« Non mi andava di dirglielo, ma lo farò al più presto.» Annuisco e lo accompagno all'indirizzo che mi ha dato.Dopo essermi accertato che è entrato nella casa vado verso la mia casa.Kylie.« Ciao.» Le dico lasciandole un bacio dolce sulle labbra.« Come stai?» Lei mi abbraccia senza rispondere e capisco il suo stato d'animo solo guardandola negli occhi.« I nostri genitori lo hanno portato via. Io, io...non ce la faccio a stare qui.» La voce le trema sempre di più.« Andiamo via barbie. Vieni a casa mia.» Lei annuisce, prende le cose che le serviranno per la notte e raggiungiamo la mia casa.Lei mi trascina verso la mia camera e ci stendiamo sul letto. La sua bocca inizia a viaggiare sul mio corpo, ma io la respingo.« Kylie, non stai bene. Io, noi non possiamo.» Vorrei averla. Vorrei averla sempre, ma oggi no. Oggi non sta bene.« Tu mi fai stare bene. Ti prego. » Le accarezzo i capelli, ma non sono del tutto sicuro.« Ti prego facciamolo. Ti voglio.» E io la voglio come non mai.Prendo a baciarla, le nostre lingue danzano e si fermano solo per permetterci di spogliarci a vicenda.Lo stiamo facendo.Stiamo scopando per la prima volta.Mi soffermo a osservare il suo corpo. Cazzo è perfetto, ed è ancora più perfetto tra le mie mani.« Sei bella barbie.»« Zitto e scopami.» La mia mano finisce tra le sue pieghe già fradice. Muovo su e giù per qualche minuto fino a farla venire sulla mia mano.« Ti voglio Elias.» Mi libero dai boxer e senza aspettare entro dentro di lei.Mi muovo lento mentre lei mugugna parole incomprensibili nel mio orecchio.« Più forte.» E l'accontento. Cazzo farei tutto per lei.« O cielo.» Veniamo contemporaneamente e ci sdraiamo accanto.La bacio un'ultima volta prima che si addormenta tra le mie braccia che la cullano come una bambina.« Buongiorno.» La sua voce mi arriva alle orecchie, apro gli occhi e la vedo. Bella e nuda accanto a me.Mi è venuto duro.« Ciao barbie.» Le sorrido senza mai smettere di guardarla.« Dobbiamo andare a casa mia a parlare con papà.» Io annuisco. Lei si alza facendomi vedere tutto il suo corpo, le cosce leggermente grosse che si toccano mi mandano in tilt il cervello e pensare che sono stato ad assaporarla per tutta la notte me lo fa venire ancora più duro.« Smettila di fissarmi.»« Sei bella. E mia. Solo mia.» Lei si avvicina a me e con la sua faccia ad un palmo della mi pronuncia: « Ah si?» Io l'attiro a me e la bacio.« Mia e di nessuno altro .» Si stacca da me e va a farsi una doccia veloce e poi si veste.Raggiungiamo la sua casa e appena apre la porta tre uomini in divisa si palesano davanti a noi.Alessandro e mio padre sono davanti a noi e ci guardano pentiti.Afferro la mano di Kylie e l'attiro più vicina a me.Sento che qualcos'altro vuole separarci e io non ce la faccio a stare di nuovo senza di lei.« Cosa succede?» Chiedo io.« È lei Kylie Genovese?» Chiede alla mia ragazza, lei annuisce appena.« La dichiaro in arresto signorina, per spaccio e possesso illegale di armi. È pregata di non parlare in assenza del suo avvocato, ogni cosa che dirà sarà usato in suo sfavore.» Ho gli occhi sbarrati, il poliziotto ha staccato Kylie da me e le sta mettendo delle manette. Lei mi guarda con le lacrime agli occhi e il mio cuore si spezza. Passa davanti a suo padre che la ferma.« Kylie, non è colpa tua. Farò tutto per tirarti fuori.» Kylie non risponde.Anche mio padre la rassicura,  ma lei non espelle una parola.Poi si ferma davanti a me e io non posso fare alto che darle un ultimo bacio. Un bacio che è durato troppo poco. « Prenditi cura di Tony.»« Lo farò.» Le sussurro.« Ti amo. Non ho mai smesso di farlo.» Mi dice mentre una lacrima le riga la guancia destra.Non ho tempo di replicare perché me l'hanno portata via. L'hanno arrestata sotto ai miei occhi.E non ho potuto dirle quanto la amo.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora