Giro per casa alla ricerca di mio padre, mi ha chiamata cinque minuti fa per raggiungerlo, ma ora non lo trovo da nessuna parte. Passo prima
dal suo ufficio, ma è vuoto, poi dalla cucina e dal salotto. Magari è andato in bagno, quindi decido di sedermi sul divano in pelle nera del nostro salotto.
Come pensavo lui esce dal bagno, qualche minuto dopo.
« Kylie, vieni nel mio ufficio.» Faccio come dice e mi siedo di fronte a lui, abbiamo solo la scrivania che ci fa da separatore.
« Ti ho vista spesso uscire in questi giorni.» O cazzo. Non può sapere che esco con i nostri nemici, con le stesse persone a cui abbiamo dichiarato guerra.
« Si, con Rebecca.» Diciamo che non sto del tutto mentendo, sono uscita un paio di volte con lei.
« Beh, io ho visto altro.» Ah.
« Aldo Murinez. Un bel ragazzo e intelligente.» Pronuncia.
« Papà, io...» non so neanche cosa dire per evitare di
finire nei guai.
« Stai tranquilla Kylie, forse è giusto che te lo dico, Aldo e suo padre non sono del tutto nostri nemici, ma neanche nostri amici. Io e suo padre abbiamo stretto un'alleanza, diciamo un trattato di pace. So che non sono stati loro a fare del male ad Ariana.»
Sgrano gli occhi, se non sono stati loro a fare del male alla mamma vuol dire che è stato lui e suo padre.
Dovevo aspettarmelo, ma non voglio crederci.
Non voglio credere che il ragazzo che amavo abbia ucciso mia madre.« Aldo è un bravo ragazzo, devo dire che mi piace la sua furbizia e come si comporta nel suo lavoro. Puoi uscire con lui quanto vuoi.» Annuisco, non so come mi sento. Non voglio credere che Elias abbia ucciso mia madre, lui sapeva quanto era importante per me.
« Invece vorrei delle informazioni su quell'altro ragazzo. Elias McAll. Lo hai tenuto d'occhio per due anni e poi è finito per diventare un criminale, proprio come te. » Non voglio sapere dove vuole andare a parare.« Cosa vuoi?» Gli chiedo, io vorrei solo che questa conversazione finisca il più presto possibile.
« Informazioni.»
« Punti deboli.»
« Situazioni passate che lo potrebbero annientare.»
Lo guardo sbigottita, io so cosa potrebbe fargli del male.« Kylie, so che siete stati vicini per due anni, che in un modo o nell'altro, avete creato un rapporto. » Dice abbassando la voce sempre di più.
« Ma lui, cazzo, c'entra con l'omicidio di tua madre, di mia moglie!» Urla, io sobbalzo indietro. Sbatte le sue mani sulla scrivania e faccio sempre di più un passo indietro.
« Quindi esigo sapere ogni suo cazzo di punto debole. Lui merita di morire.» Il mio cuore si ferma per un secondo.Lui merita di morire.
Sento le palpebre sempre più stanche, sempre più piene di lacrime che minacciano di scendere, ma io le ricaccio indietro.
« Kylie» si alza dalla sedia, aggira la scrivania e viene vicino a me, io indietreggio fino a sbattere contro la porta in legno. Posa le sue mani, fin troppo grandi, sulle mie braccia, fin troppo esili, quasi me le stritola facendomi male, ma io non emetto un lamento.« Parla.» Urla. Non c'è nessuno in casa ci siamo solo noi , e questo mi fa ancora più paura.
« Un giorno l'ho visto prendere dell'erba, mia aveva detto che fumare lo tranquillizzava e lo usava per dimenticare.» Dico a bassa voce, non voglio raccontare tutte le cose che lo tormentavano, siamo così simili che farei un torto anche a me stessa, ma non ho altra scelta.« Vai avanti.» Pronuncia sempre con le mani attorno alle mie braccia. La presa è sempre più forte e la pelle sta diventato sempre più rossa, quasi bordeaux.
« Aveva fatto una cosa quando era bambino.»
« Che cosa aveva fatto Kylie?» Chiede pungente.
« Non lo so, non me lo ha mai detto.» Mento. Non posso dirlo. Per quanto la notizia che lui è coinvolto nell'omicidio di mamma mi faccia male, non posso dire i suoi tormenti, sarebbe un tradimento da parte mia, e io non posso tradire le persone che amo, o che amavo.
« Invece tu lo sai, ma non me lo vuoi dire.» I suoi occhi cercano i miei, ma io non voglio farli scontrare, perché se no capirebbe che è tutta una bugia.
« Non lo so.» Dico ancora una volta, ma il mio tono non era convinto e in pochi secondi mi ritrovo la guancia in fiamme. La sua mano a pochi centimetri dalla mia faccia. Mi porto la mia mano sulla guancia, perché il dolore è forte.Questa volta lo guardo, ma nel suo sguardo non c'è pentimento, lo voleva fare. Voleva picchiarmi.
« Ora tu mi dici tutto.»
Per quanto io lo amavo, la notizia che ha ucciso mia madre mi ha fatto del male.
Per quanto io lo amavo, non posso fare altro che cedere.
« Sua mamma lo ha abbandonato. È questo il suo punto debole.» Mi libero dalla sua presa, che si è fatta sempre più leggera e scappo via.Raggiungo la mia camera e mi lascio andare a un pianto che aspettavo da tempo. Piango, finché le lacrime finiscono, la mia pelle è appiccicosa, i miei occhi sono stanchi, ma devo pensare ad altro.
Corro in bagno, mi sciacquo la faccia ed esco di casa.Raggiungo un bar in fondo alla via, mi siedo su uno sgabello in legno e aspetto che il cameriere venga a chiedere il mio ordine.
Il rumore della porta che si apre mi fa risvegliare dai miei pensieri.
Sento una presenza affianco a me, un ragazzo si è appena seduto nello sgabello di fianco al mio.
Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi scuri.
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Un'altra volta mia
RomanceCONTINUO DI "FAMMI TUA" Kylie Genovese una ragazza di diciotto anni, con un passato difficile che ormai é diventato il suo presente e il suo futuro. Dopo due anni passati in Alaska, dove ha incontrato un affascinante ragazzo con cui ha condiviso tu...