Capitolo 10

187 8 1
                                    

Io e papà ci dirigiamo verso il magazzino dove teniamo la maggior parte delle armi da fuoco, c'è anche un piccolo ufficio in cui teniamo varie carte di questioni vecchie

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Io e papà ci dirigiamo verso il magazzino dove teniamo la maggior parte delle armi da fuoco, c'è anche un piccolo ufficio in cui teniamo varie carte di questioni vecchie. La prima cosa che fa mio padre quando arriviamo è controllare che siamo soli. Dopo essersi accertato che non c'è nessuno ci dirigiamo nel suo ufficio; mi siedo nella sedia ma prima con la mano scaccio via la polvere. Fa passare in rassegna delle carte finché sentiamo un grande boato provenire da una stanza.

Da questo momento tutto é diventato confuso, non capivo più cosa stesse succedendo, vedevo solo polvere da sparo e sentivo tanti spari.
" Kylie concentrati" urla mio padre dall'altra parte della stanza. Riprendo in mano il mio controllo e afferrò la pistola che ho nascosto sotto la giacca in pelle nera. Sono arrivate molte più persone, non siamo solo noi quattro. Alleati loro e alleati nostri. Ma con tutto questo casino, non riesco a capire chi é dalla nostra parte, chi dalla loro; quindi colpisco solo chi sono sicura sia un mio nemico. Cioè Rio e Elias.
Corro nella direzione opposta a quella dove ero neanche trenta secondi fa, osservo intorno a me le persone e sto attenta a non farmi colpire in nessuno modo. Affianco a me arrivano alcuni colpi, guardo a terra la miriade di bossoli. Decido di correre verso un pilastro, mi nascondo dietro a esso e osservo meglio la situazione, aspettando a colpire. Mi sporgo leggermente per vedere meglio la situazione. Sono l'unica femmina in una mischia di criminali maschi.
Afferro l'arma, prendo un bel respiro ed esco dal mio nascondiglio, se si può definire così. Vedo un uomo che sta cercando di sparare a mio padre, lo precedo e porto la mano sul grilletto della mia arma. Lo colpisco alla spalla, l'impatto con il bossolo che gli trafigge la pelle lo fa cadere a terra sanguinante. Mio padre mi fa un cenno di ringraziamento e riafferra la sua pistola che gli era caduta precedentemente.

Mi guardo attorno quando sento delle mani che mi afferrano, una é posta sulla mia bocca per impedirmi di urlare, l'altra é attorno alla mia pancia che mi trascina verso uno stanzino. Il profumo mi é famigliare, One Million. Il suo profumo. Quando la sua mano lascia la mia bocca gli urlo contro.
" Che cazzo pensi di fare?"
" Non lo so Kylie, abbiamo entrambi in mano una pistola. Potrei ucciderti e lasciati in questo stanzino di merda, che sa di muffa e di sporco, come il resto di questo magazzino". Dice.
" Cosa ti dice che sarai tu ad uccidermi? Potrei farlo io". Gli dico a mia volta.

" Vero. Ho sbagliato a sottovalutarti, con te non lo potrei mai fare, ogni giorno mi stupisco sempre di più Barbie", sussulto. Non sentivo questo nomignolo da ormai qualche mese.

" Mi piace lasciare le persone a bocca aperta", sussurro che quasi penso che lui non mi abbia sentita.
" Oh lo sai fare."
Per alcuni secondi rimaniamo a fissarci. I suoi occhi così belli guardano dritti nei miei.

" Cosa vuoi fare? Vuoi uccidermi?" Non risponde, continua a fissarmi senza dire una parola.
Mi avvicino a lui fino a quando sento il suo respiro caldo sulle mie labbra. Siamo così vicini da baciarci, ma così lontani da quando ci siamo amati. Porto le mie labbra vicino al suo orecchio.

" Uccidimi principino", gli sussurro provocandogli una scia di brividi sul collo scoperto dalla maglietta nera che indossa. Gli lascio un bacio delicato sotto l'orecchio.

Mi allontano da lui, lo guardo un'ultima volta e poi mi volto di spalle per uscire dalla stanza.
Li dentro eravamo esternati da tutti, non sentivo gli spari, ma solo la sua voce. Non vedevo la polvere o il sangue, ma solo i suoi occhi scuri. Ora invece vedo solo la guerra che sta nascendo sotto i miei occhi.

Mio padre mi guarda da lontano, non riesco a capire cosa mi sta indicando, ma poi vedo la sua mano che mi indica qualcosa dietro di me. Mi giro di scatto e vedo un uomo che sta prendendo la mira per colpirmi. Afferro immediatamente la mai arma e gli sparo a una gamba, lui cade e si porta una mano sul punto ferito. É stato troppo lento.
Mi avvicino a mio papà per dirgli che é meglio finirla qui.
"Andiamocene a casa. Avrai altre occasioni per ucciderli, ora siamo stanchi e stiamo perdendo uomini". Lui annuisce.
Ucciderli, é questo quello che vuole mio padre, ma l'ho capito solo ora che ho visto che ci sta provando veramente.
Sento Un boato fortissimo, che fa quasi tremare il pavimento. L'ha provocato mio padre colpendo il soffitto, tutti si sono fermati.
" Finiamola qui. " Dice soltanto. Tutti ripongono le armi e escono. Rio si avvicina a mio padre.
" Veramente la vuoi finire così? Quando tu dici così, tutti ti seguono." Afferma.
" Mia figlia ha deciso di mettere fine a questa battaglia, ma stai sicuro che ce ne saranno tante altre ". Mio padre non da mai spiegazioni, dice solo quanto basta per fare stare in silenzio l'altra persona.
" La principessina di papà", sussurra al mio orecchio Elias. " Ci siamo invertiti i ruoli?" chiedo io.
" Forse dovrei tingermi i capelli di biondo platino, forse assomiglierò di più a una barbie." Scoppio in una risata che cerco di farla il più silenzioso possibile.
" Tuo padre non sarà contento del fatto che ridi alle battute di un nemico."
" Ridere non è un crimine", lui mi sorride annuendo.
Mio padre mi afferra dal polso per portarmi verso la macchina.
" Ci vediamo in giro Elias", gli dico senza farmi sentire da mio padre.
" Credo di si", risponde lui.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora