Capitolo 9

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" Ma sei per caso impazzito?" Sbotto appena mio padre apre il portone di casa nostra

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" Ma sei per caso impazzito?" Sbotto appena mio padre apre il portone di casa nostra. Ho aspettato per tutto il viaggio, per evitare di fare scenate ma ora non posso più aspettare.
" Ti sembra il modo di rivolgerti a tuo padre?" Non me ne frega minimamente del modo in cui dovrei rivolgermi.
" Ti sembra giusto fare una guerra per niente?" Ribatto io. Lui ora si sta sedendo alla sua
scrivania. " Per niente? Per niente! Ma ti senti Kylie?!"O, io mi sento fin troppo bene.
" Ovvio, mica sono io la persona che sta per creare una guerra e lo ha appena annunciato ai suoi nemici".
" Pensi che non sia per una buona causa?" Dice con un tono di voce ancora più alto. " É per tua mamma, abbi un po' di rispetto". Io ho fin troppo rispetto per tutti, ma nessuno lo ha abbastanza per me.
" Pensi che io non sia stata male in questi mesi? Cazzo!"
" Nessuna causa é buona per fare una guerra. Nessuna". Lui sbuffa, non li vuole ascoltare, ma io parlo e parlo, perché ho delle cose da dire.
" Cosa sta succedendo?" Apre la porta dello studio, mio fratello, ha la faccia spaventata, i capelli spettinati e il pigiama blu addosso. Solo ora mi rendo conto che é notte inoltrata ormai. " Si da il caso, che tuo padre questa sera ha annunciato una guerra ai nostri nemici, senza averci prima consultato". Spiego brevemente a mio fratello. Lui si siede sulla sedia posta davanti la scrivania di mio padre. " O cazzo! Perchè?" Chiede, lui sa essere molto più razionale di tutti noi messi insieme, questo lo ha preso dalla mamma, lei é sempre stata una donna razionale, era lei che faceva ragionare mio padre, quando perdeva il controllo.
" Per la mamma" dico io, Tony annuisce, come
se se lo aspettasse. " Non vi sembra una buona motivazione?" Incalza mio padre. " É sicuramente una motivazione importante, ma non per fare una guerra. Nessuno vuole una guerra e tu lo sai. La pace tra questi gruppi é molto precaria, bisogna sempre sfruttare al meglio i periodi di pace e renderli più lunghi possibili". Spiega mio fratello, la sua razionalità mi colpisce, anche in piena notte sa come riportare la calma e far ragionare nostro padre.
" Lo so figliolo, ma hanno fatto una cosa orrenda e devono pagare". Dice mio padre. " Non sai neanche se sono stati loro!" Affermo io. " Tutti gli altri sono nostri alleati, sanno che non possono mettersi contro di noi e inoltre hanno tutti un alibi. Quelli che non quadrano sono sempre stati quei due, Madrid e Alaska e tu lo sai meglio di me". É vero, hanno fatto diversi attacchi inutili a noi e ai nostri alleati, avrebbero tutte le carte in tavola per aver ucciso mia mamma.
" La mamma non lo vorrebbe, non vorrebbe una guerra". Pronuncio a bassa voce, come se fosse un segreto che dobbiamo sapere solo noi. " Lo so, lei non ha mai voluto partecipare a queste cose. Non ha mai voluto essere parte di una famiglia di criminali, ma ci amava così tanto che é andata contro tutti, perfino contro se stessa, per rimanere con noi. Lei é il significato di amore, solo lei sapeva come si amava veramente e ce lo ha insegnato, ha insegnato a me, un ragazzo cresciuto male, un ragazzo che aveva abbandonato tutto, la scuola, la famiglia, per seguire un signore che gli aveva promesso che avrebbe fatto soldi. Ha insegnato a uno come me ad amare una donna come lei. A donarle tutto l'amore che meritava e anche di più. Perchè solo lei ha tutto il mio amore, che ormai é finito da quando se n'è andata". Dice i suoi occhi sono pieni di tristezza, sono così vuoti. " Mi ha insegnato che anche nel male posso fare del bene, anche se non l'ho ancora messo in atto", pronuncio a bassa voce.
" Mi ha insegnato che anche se mi sento diverso, non vuol dire che io sia meno speciale, se non mi sento parte della famiglia o se sono troppo introverso, che non é un male", dice, questa volta, mio fratello.
" Tu sei parte della famiglia, sei il ragazzo più intelligente che conosco, sei razionale
e sai riportare la calma. Sei una parte fondamentale per noi." Lui mi abbraccia, gli circondo le braccia attorno alla vita e inspiro il profumo fruttato dei suoi capelli.
" Vuoi veramente fare questa guerra?" Chiedo a mio padre, ho paura di sapere cosa risponderà. Ho già
una morte sulla coscienza che mi tormenta ogni giorno, non voglio averne altre, però non abbandonerò mai la mia famiglia. " Si Kylie." Ho sperato fino all'ultimo secondo che rispondesse di no, ma annuisco semplicemente. " Allora combatterò con te". Affermo decisa, non abbandonerò mai la mia famiglia, per quanto io, da bambina, sognavo di capitare in una famiglia normale, una famiglia dove a cena si parlava di come fosse andata la scuola, non di come fossero andati gli affari. Per quanto io sognavo tutto questo, ho imparato ad apprezzare la mia famiglia che c'è sempre stata per me; anche se io non apprezzavo il nostro lavoro, mi ha formata, mi ha reso più forte e decisa; ha formato il mio carattere e il mio corpo, so come difendermi e so come capire
la mente di una persona.
" Se vi serve una mano, io ci sono",annuncia Tony. Papà ci sorride, un sorriso vero, forse il primo che gli ho visto dopo la morte di mamma.
E in questo momento capisco che siamo una famiglia in tutto e per tutto.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora