Capitolo 31

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Elias

É stato lui. É stato mio padre, me ne ha dato la conferma con i suoi occhi pentiti. Lui sapeva quello che mi legava e mi lega a Kylie, lui sapeva la nostra storia; mi fidavo di lui, gli avevo raccontato come una ragazza testarda e coraggiosa, con i suoi capelli color miele mi aveva invaso la mente. Sapeva quello che provavo per lei. E lui mi ha tradito, ha ucciso una parte fondamentale della ragazza che amo. Le ha tolto la cosa più preziosa che una persona possa avere.

« Buongiorno.» Kylie si stiracchia accanto a me, abbiamo passato la notte in un hotel, nessuno dei due voleva tornare a casa e soprattutto nessuno dei due voleva rimanere da solo. « A cosa pensi?» mi chiede. « A niente.» Scuoto la testa e le lascio un dolce bacio sui capelli.« Cosa vuoi fare oggi barbie?» Mi sorride sentendo il nomignolo che le ho dato quasi tre anni fa.« Non lo so, magari potremmo andare al cinema, oppure hanno aperto una fiera bellissima di mongolfiere. Mia mamma amava le mongolfiere.» Dice, il sorriso non le é scomparso dalle labbra, nemmeno quando parla di sua mamma. « Allora andremo lì.» Le sorrido e la attiro a me in un bacio dolce.La guardo e non riesco a non pensare a sua madre, mio padre l'ha uccisa, ora lei vivrà senza la figura materna per colpa della mia famiglia.

Ho fatto una cosa terribile alla ragazza che amo, mi sono reso conto di amarla quando ce l'avevo stretta tra le braccia e il mio unico pensiero era quello di proteggerla. Ho rovinato la vita a una ragazza, a suo fratello e a suo padre, perché per quanto possa essere nostro nemico abbiamo ucciso la persona a cui teneva di più, abbiamo ucciso sua moglie, il suo unico amore. Kylie mi aveva accennato quanto erano uniti sua mamma e suo papà, quanto si amavano e quanto sperava di trovare un amore così. L'unica cosa che posso fare é darle tutto l'amore possibile, dimostrarle tutto l'ammirazione e l'amore che provo per lei. « Andiamo?» Mi porge la sua mano che afferro senza pensarci due volte, ma quando stiamo per uscire lei mi ferma.« Cosa ti succede? É da ieri sera che sei strano. Ne abbiamo passate tante, io ti posso aiutare»Non é mai cambiata questa cosa, non é mai cambiato il fatto che riusciamo a capirci solo guardando i negli occhi. « Non ti preoccupare, non é...» Mi stoppa a metà della frase senza farmela finire.« Non dire che non é niente perché non ci credo. Ti conosco e so che c'è qualcosa che non va, principino.» Era da tanto che non sentivo questo soprannome, ma potrebbe chiamarmi anche fagiolino, che mi andrebbe bene, ma solo se detto da lei. « Tua madre, mio padre... Devo parlare con lui, devo capire perché lo ha fatto. Sapeva quanto tu tenessi a lei e sapeva benissimo quello che io provavo per te.» « Sei vuoi parlarci io ti appoggio, se lo vorrai verrò con te, se no ti aspetterò e poi andremo insieme a fare il giro che meritiamo su nel cielo.» La attiro a me e la abbraccio, mi stringe le mani sulla schiena e me l'accarezza dolcemente.Con la macchina arriviamo davanti a casa mia, che ormai é solo casa di mio padre.« Vuoi che venga con te?» Vorrei che lei fosse lì affianco a me,che mi aiutasse a controllare la rabbia calmandomi con delle dolci carezze sulle mani unite alle sue. Ma é una cosa che devo fare da solo, mio padre potrebbe distruggermi, come ha già fatto una volta, ma non voglio che succeda anche a Kylie.« É una cosa che devo fare da solo. Mi aspetti?» Le chiedo dolce, sapere che lei é qui che mi aspetta mi trattiene dal fare delle cazzate che so che si riscuoteranno su di lei.« Ti aspetterò sempre.» Le rubo un bacio e poi mi faccio coraggio ad entrare.« Non ti lascio più andare.» Sento in lontananza, mi viene voglia di tornare indietro baciarla e andarcene via, il più lontano possibile e vivere una vita tranquilla.

Ma i miei piedi percorrono da soli la strada verso il mio appartamento, entro senza bussare, perché fino a prova contraria questo appartamento é ancora mio.« Oh Elias, non pensavo di rivederti così presto.» mio padre é sdraiato sul nostro divano con solo le mutande addosso, il suo corpo é pieno di tatuaggi e ci sono ancora un po' di addominali; la televisione é accesa su un canale di cucina.« Dobbiamo parlare.» dico serio, mi siedo sulla poltrona difronte a lui.« Lo immaginavo.»« Perché cazzo lo hai fatto? Hai ucciso la madre di una ragazza, la sua figura principale, probabilmente la persona che amava di più. Hai ucciso anche lei. » Da quando sua madre non c'è Kylie non é più la stessa, la voglia di vivere l'ha mangiata viva, non ride più, non scherza più e i sorrisi che compaiono poche volte sul suo volto sono falsi, per la maggior parte delle volte, ma io faccio di tutto e farò di tutto per farla sorridere, per provare un po' di serenità, per questo ce ne dobbiamo andare al più presto.« É stato un incidente.» Prova a giustificarsi.« Come cazzo può essere stato un incidente? Non può esserti partito un colpo così! » Urlo.« Lei stava entrando a casa sua, a noi servivano delle prove e la loro casa era il posto perfetto per trovarle. A un certo punto, lei si é girata e mi ha trovato nella macchina parcheggiata di fronte a lei, mentre la stavo guardando. Lei ha capito chi ero, ma al posto di entrare e mettersi al sicuro é venuta da me. » Ora capisco Kylie da chi ha preso il coraggio, non da suo padre, ma da sua madre.« Mi ha detto che era meglio per tutti finire questa guerra, che suo marito non l'avrebbe ascoltata, ma almeno ci ha provato con me . Le ho detto che non si poteva fare, che non era così semplice. Allora lei si é rassegnata ed é tornata indietro verso la sua porta, ma in quel momento un signore le ha sparato e io ho come un codardo me ne sono andato. Lei poteva essere ancora viva, potevo salvarla, ma me ne sono andato, ho contribuito alla sua morte non facendo niente.» Sento dei passi muoversi e mi giro quando vedo Kylie sulla soglia della porta con le lacrime che le scorrono dagli occhi tempesta. Vado subito verso di lei e la tengo stretta in un abbraccio, ha sentito tutto. Ora mio padre si alza e ci raggiunge, tocca leggermente il braccio di Kylie che ritrae subito.« Scusami Kylie, scusami tanto.» Non ho mai sentito mio padre scusarsi con qualcuno, ma lo guardo negli occhi e vedo tutto il risentimento, i sensi di colpa e il pentimento di aver lasciato una donna sanguinante a terra senza aiutarla, senza chiamare i soccorsi.« Chi é stato?» Chiede Kylie tra un singhiozzo e un altro.« Murinez. Quando l'ha colpita é salito su un auto che guidava il figlio Aldo.» Quei figli di puttana. Kylie sussulta.« Perché non lo hai detto a mio padre quando ti stava picchiando? Perchè non lo hai detto che non sei stato tu?» « In parte sono stato io, io potevo ancora salvarla, potevo chiamare i soccorsi o fare la rianimazione, ma quando l'ho vista lí a terra sono scappato. E non ho detto che é stato Murinez perchè siamo complici.» Mi giro verso mio padre, che cazzo ha detto?« Complici?» Parlo io.« Si, non te l'ho mai detto perché dovevi concentrati sul tuo lavoro, non dovevi sapere che avevamo altre due persone dalla nostra parte. Tu dovevi combattere solo per noi due, non per quattro. Aldo invece lo sapeva, Kylie il suo avvicinamento con te é stato studiato da noi. Scusami anche per questo.» Kylie annuisce ormai esausta.« Siamo complici ma loro non mi hanno mai detto il loro piano su come sconfiggervi, difatti hanno ucciso tua mamma e io non ne sapevo niente. » Credo che per una volta mio padre sia sincero.« Allora perché avevi un fascicolo di mia madre nella tua scrivania?» « Ho un fascicolo di tutti voi, ma quel fascicolo non é mio. Quando tuo padre mi ha detto di quel fascicolo, pensavo che intendesse un fascicolo con le informazioni principali, dove siete nati eccetera. Ma poi me lo ha fatto vedere e ho visto la foto di tua madre a terra, io non l'ho mai fatta ma poi ho capito, ho capito che Murinez mi aveva incastrato e lui se n'è lavato le mani.» Kylie annuisce ancora. Mi tira la felpa per farmi girare verso di lei e mi dice di andarcene, la seguo.« Vieni Rio, devi dire tutta la verità a mio padre.» Mio padre annuisce e ci segue senza ribattere niente. Arriviamo da suo padre e entriamo, appena ci vede tira fuori una pistola.« Come cazzo ti permetti di entrare in casa mia?» Urla, sua figlia lo affianca e gli intima di calmarsi che devono parlare.Mio padre gli spiega tutto e appena finito Genovese chiama Murinez e suo figlio per una cenetta tranquilla. Ma di tranquillo non c'è stato un cazzo.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora