Capitolo 36

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Kylie

Grigio.
Vedo solo grigio. Le pareti sono grigie con degli strati superficiali di muffa che emettono un odore nauseante. Le sbarre sono grigie, anche la mia tuta trovata sul letto, che probabilmente non hanno mai lavato, è grigia.E io sono qui.In mezzo al grigio.Ho sempre odiato questo colore, mi ricorda i miei occhi, da bambina odiavo i miei occhi, volevo averli di un colore normale come le altre bambine. Non volevo essere distinta da loro, volevo avere una famiglia normale e degli occhi normali. Ma non ho mai ottenuto queste cose. Andando avanti con gli  anni ho imparato a conviverci e forse ad apprezzare almeno un po'.Ma dove sono ora mi sta distruggendo. Stavo riprendendo in mano la mia vita, avevo ritrovato un minimo di felicità. Avevo trovato persino un'amica che adesso sarà preoccupata e confusa, le ho scritto un breve messaggio prima di essere incarcerata. Volevo scriverle tante cose, come il fatto che lei è stata la persona che mi ha donato felicità in questi mesi, che non mi ha giudicata. Lei è stata l'unica persona che non mi ha mai giudicata, mi dava dei consigli, ma non mi ha mai fatto sentire sbagliata.E io sono così fortunata di averla incontrata.Poi ho rincontrato il mio primo amore, ci siamo rinnamorati e sembrava essere tornato tutto come una volta.Mi siedo sul letto che cigola per ogni movimento che faccio, questo non è il mio posto, io non dovrei essere qui. Non io.« Alzati è la tua ora d'aria. » Mi ordina la guardia, qui nessuno rispetta nessuno, sono tutti nemici. Tutte persone da cui guardarsi le spalle, devi stare attento a dove cammini, a come guardi e cosa dici. Ne vale la vita . Ogni giorno in questo posto c'è in gioco la propria vita e io speravo proprio di non viverla in questo modo.Seguo la guardia che mi porta in un piccolo giardino, che non si può neanche definire così, non ci sono piante ne erba. Forse sarebbe meglio chiamarlo cortile siccome è uno spazio quadrato di asfalto pieno di buchi. Dovrebbero fare un po' di manutenzione.« Che cazzo hai fatto biondina per essere qui?» Mi chiede una donna molto alta, piena di piercing e tatuaggi. « Niente.» Rispondo, nella mia testa è passata l'idea di non risponderle, ma sarebbe solo peggio.« Non fare la timida. Non puoi non aver fatto niente.» Un po' della sua saliva arriva a contatto con il mio corpo. Ha appena sputato ad un centimetro da me! Cerco di contenere la mia espressione schifata.« Sono stata incastrata. Non dico di essere una santa, ma non ho ucciso io quella persona.» Peró l'ho torturata. Forse merito di stare in questo posto, di rischiare la vita e magari anche di perderla. Forse merito tutte queste cose, per tutto quello che ho fatto. Ho rovinato famiglie, sono stata un testimone di troppe sparatorie, di troppi spacci e ho fatto del male a troppe persone. Dovevo impedire a mio padre di fare spacciare droga a dei ragazzini che dovevano solo studiare e vivere la loro adolescenza. Magari sono morti per overdose e sapere che sono stata una complice della morte di dei ragazzi troppo tristi per andare avanti, mi spacca il cuore in due. « Ci vediamo in giro bionda. Vedi di stare attenta, qui non c'è gente come te.» « Cosa intendi?» Chiedo, ma lei mi ha già voltato le spalle e se ne sta andando via. Gente come me?« Genovese seguimi, hai una visita.» La guardia mi porta a dei tavolini dove trovo seduti mio padre e mio fratello.Quando Tony mi vede corre verso di me e mi abbraccia, non riesco neanche a percepire il suo profumo che la guardia ci separa.« Ciao Kylie.» Dice mio padre, io lo saluto con un cenno della testa.« Senti, sto facendo di tutto per tirarti fuori di qui, ma non è facile. Sei stata accusata di frode e spaccio. Hanno prove mente dai la merce ai nostri ragazzi. E delle persone ti hanno incastrata, hanno intestato dei fogli a tuo nome. Fogli in cui tu accettavi dei pagamenti da persone e poi non gli hai più restituito niente. Hai denunce da queste persone. » Mi potevano accusare di tutto, ma mi hanno accusato dell'unica cosa che non ho mai fatto.Non ho mai rubato in vita mia.« È stato Aldo. Per conto di suo padre, volevano rovinarci, prima lo hanno fatto con la mamma e ora con me. Ci sono riusciti.» Mi fidavo di Aldo, pensavo che lui mi capisse, che in tutti questi anni voleva veramente passare il tempo con me, parlare con me. Ma ho capito che ha sempre finto, fin da quando lo conosco. « Lo sospettiamo anche noi. Rio ci sta aiutando, non pensavo di dirlo ma la sua presenza ci è molto utile. Ci ha aiutato a trovare tutte le prove che hanno i poliziotti e stiamo indagando per scoprire dove è andato Aldo.» Annuisco, porto lo sguardo suo mio fratello che non ha ancora detto una parola.« Come stai?» Gli chiedo, lui alza le spalle senza parlare.« La scuola? Mi hai detto che avevi il compito di fisica l'altra settimana, com'è andato?» « Mi sono ritirato. Non ha più senso andare a scuola se tu sei qui senza aver fatto niente.» Rimango sbigottita, lui andava molto bene a scuola, è vero ci andava contro voglia, ma è sempre stato molto bravo.« Ne vale del tuo futuro Tony, devi ritornare a scuola. Non ti mancano tanti anni. Almeno il diploma prendilo. » Il mio cuore vede sempre di più. Mio fratello sta lasciando tutto e io non posso stare con lui, aiutarlo. Nostro padre è troppo occupato a tirarmi fuori di qui senza mai occuparsi dell'altro suo figlio. E io vorrei solo che non si sentisse solo, che capisse che ha una famiglia che li vuole bene e che è pronta ad aiutarlo.« Ci penso.» Gli sorrido perché per me è già tanto il fatto che ci vuole pensare.« È finito l'orario delle visite.» Ci informa la guardia.« Ti vogliamo bene Kylie. Verremo a riprenderti.» E io lo spero tanto.

Un'altra volta mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora