L'amore fraterno è una cosa che non tutti possono ambire, non tutti hanno la possibilità di condividere qualcosa con una persona così importante come un fratello o una sorella.
Sono una spalla a cui appoggiarsi, degli amici che sanno mantenere i segreti, dei compagni che sanno tutto su di te, delle persone che morirebbero per te.
Ovviamente non è per tutti così, questo è come penso che dovrebbe essere un fratello o una sorella.
Io ho una sorella che farebbe di tutto per me, ha mentito per me, quando ho rotto il vaso di cristallo di papà, lei ha mentito dicendo che c'è stata una scossa di terremoto che ha colpito la nostra casa e ha fatto cadere il vaso.Aveva una fervida immaginazione, ma mi ha sempre aiutato. Non mi ha mai abbandonato anche quando Kylie era stata rapita, lei mi ha aiutato, lei ha rischiato la sua vita per aiutare Kylie, ma soprattutto per aiutare me, per stare al mio fianco. Se avevo bisogno di qualcosa Marilin c'era, era sempre pronta affianco a me. Non mi avrebbe mai abbandonato per nessuna ragione, eppure sono stato io a rovinare tutto, sono stato io ad allontanarla da me. Lei ha tentato in tutti i modi di reinstaurare il rapporto che avevamo, eravamo complici l'uno dell'altra, ci coprivamo le spalle a vicenda. Quando ho scoperto che non era la mia vera sorella, ma una sorellastra, ci sono rimasto male, ma poi ho capito che non avrebbe cambiato niente, lei lo sapeva e non aveva mai cambiato il suo atteggiamento nei miei confronti. Ci riteniamo tutti e due fratelli.
E mi manca immensamente.
Ero abituato a vederla ogni giorno, a ridere e scherzare con lei, a condividere le cazzate fatte in passato e riderci sopra. Ma ora non la sento e non la vedo da mesi, so che è tutta colpa mia, perché lei sarebbe sempre rimasta al mio fianco, a lei non importava che eravamo figli di padri diversi. A lei importava solo di me, di suo fratello e io l'ho capito troppo tardi.
Senza pensarci troppo, perché poi rischio di avere troppo ripensamenti, prendo il telefono e compongo il suo numero.
« Elias?» La voce assonata mi fa ricordare che c'è il fuso orario.
« Scusa, non mi ricordavo del fuso orario. Facciamo finta che non sia successo niente. Torna pure a dormire.» Sto per spegnere la chiamata, ma lei mi richiama più volte.
« No, ti voglio sentite.»
« Come stai Mar?»
« Bene, tu come stai?» Chiede con il suo fare premuroso, per me ha sempre avuto una certa premura, si accertava sempre come stessi.
« Bene»
« Sei sicuro?»
Non lo so. Non so se sto bene. Sto semplicemente vivendo. Ma non so come sto vivendo.
« Si.» Mento.
« Raccontami qualcosa dell'Italia»
« È molto bella, anche se non abbiamo visto altro che Milano, papà, cioè Rio, è impegnato con il lavoro e anche io sono impegnato.» Lei sa che tipo di lavoro facciamo, ha tentano di dissuadermi per non lavorare in questo ambito, ma io non ne volevo sapere. Per me era tutto finito e questo lavoro e questa vita, sarebbero stati un inizio per me.
« Come va il lavoro?» Chiede titubante.
« Bene.» In realtà non tanto, visto che ci hanno dichiarato guerra.
« L'hai mai incontrata?» Fin troppe volte.
« Si.» Rispondo a monosillabi.
« Com'è?» Bellissima, come sempre.
« Normale.» Distrutta dalla perdita di sua mamma, i suoi occhi parlano e io li so ascoltare. Persa nella sua testa, non è più spensierata e felice come quando stava con me.
Spenta, perché non ho più rivisto il suo sorriso.
« L'ho sentita qualche volta.» Mi dice Mar.
« Immaginavo.»
« Robert come sta?» Chiedo io.
« Bene, ha continuato con hockey, anche se la squadra non è più forte come quando c'eri tu. Perdono tante partite, e Rob deve impegnarsi molto. La scuola la passa per fortuna, non studia tanto, ma non vuole ripetere l'anno quindi si impegna quanto deve per passarlo.»
« La vostra relazione?» Non sono sicuro di volerlo sapere, in fondo è pur sempre mia sorella con il mio migliore amico.
« Va tutto bene, siamo sempre più uniti.» Non si è sbilanciata molto per mia fortuna.
« Ho sentito qualche volta Rob.» Confesso, mi è mancato pure lui. Con lui è più semplice parlare, lui mi capisce e so che posso dire di tutto. Anche lui sa di quello che faccio qui in Italia, non ha detto niente al riguardo. Peró mi ha detto che vorrebbe venire a trovarmi.
« Me lo ha detto. Sono contenta che vi sentiate. Non è giusto che perdete un'amicizia così bella e così forte.» Annuisco anche se so che non può vedermi.
« Luke sta male.» Sapevo che sarebbe arrivato questo momento.
« Lo so, ma non penso che mi interessa.» Mi ha tenuto nascosto la verità per così tanto anni. Mi ha imposto regole, che non erano suo compito imporre. Mi ha tenuto all'oscuro di un padre che mi avrebbe amato come un figlio vero. Perchè so che Luke non mi ha mai amato come se io fossi veramente suo figlio.
« Dovresti parlargli.»
« No Marilin.»
« Okay.»
Ci sono attimi di silenzio che sembrano interminabili.
« Credo che in questi giorni sentirò Roxi.» Roxi, la fidanzata di papà, ci ha sempre trattati come dei figli.
« Fai bene. Anche lei in questi mesi è molto giù di morale.» Sospiro forte.
« Buonanotte Marilin.»
« Buonanotte fratellone.» Sbarro gli occhi a sentire ancora questo soprannome, mi chiamava così quando eravamo piccoli. Diceva che le piaceva molto chiamarmi così. Non lo sentivo da anni.
Sono contento di aver risentito mia sorella.
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Un'altra volta mia
RomanceCONTINUO DI "FAMMI TUA" Kylie Genovese una ragazza di diciotto anni, con un passato difficile che ormai é diventato il suo presente e il suo futuro. Dopo due anni passati in Alaska, dove ha incontrato un affascinante ragazzo con cui ha condiviso tu...