CanAdoro mettermi nelle situazioni che sin dall'inizio odorano di catastrofe. Ed è per questo che ho chiesto informazioni stradali a Elin - dopo esser sgattaiolato via dalle spire di Ozan - per raggiungere la sua abitazione. Non ricordate male, so a cosa state pensando: ci sono già stato, l'ho accompagnata a casa una volta prima d'ora, solo che volevo assicurarmi di ricordare davvero quale fosse la strada. Non leggo nella mente e neanche nel ventre del pollo, ma anche stavolta so a cosa state pensando leggendo queste prime righe: «E allora? Qual è il problema?». Ebbene, il problema è che neanche Elin sa dove sia casa sua. Mi ha indicato un percorso che se lo avessi preso, mi avrebbe portato ai confini con il Congo; per fortuna, poi, mi è venuto in mente di chiederle l'indirizzo per scriverlo sul navigatore ed è così che sono giunto da lei sano e salvo. Pensare che la tecnologia sia più rapida e attendibile di una mente umana fa spavento, ma è esattamente quel che accade quando si parla di Elin Atasoy.
Quando dico che sopporto più l'alcol che le persone, non prendetemi in giro e non borbottate. Il fatto che stia cambiando stazione di continuo, mi sta mandando al manicomio. Da quando è salita nella mia auto non sono riuscito ad ascoltare una - e dico una - canzone per intero. Così facendo, finirà per portarmi all'esaurimento nervoso prima di quanto pensi. Tiene poggiato quel ditino sul pulsante solo per non perdere l'occasione di skippare l'ennesima canzone che gradirei ascoltare. Prima che scendiamo da questa dannata auto, se non lo infila da un'altra parte ben lontana dalla mia radio, glielo stacco a morsi. Il fastidio mi sta mangiando vivo, ma - per non mettermi a gridare - è da quando è salita che mi torturo la barba, carezzandola con la poca delicatezza che mi contraddistingue da sempre. Prima o poi, se continua a darmi il tormento, diventerò pelato di barba... si può dire? Insomma, me la strapperò tutta. «Elin, ti assicuro che preferirei rimanere chiuso in ascensore con il gas nervino che mi scoppia gli occhi anziché stare in macchina con te. Ti avverto che sto per andare dritto in curva.»
Con un movimento veloce del capo, Elin si volta verso la mia direzione. E sapete qual è la parte più divertente della situazione? Che mi guarda stupita, come se l'avessi appena accusata di un omicidio. «Dritto in curva ci puoi andare, ma quando non sono io con te.» Puntualizza, togliendo il dito dal tastino della radio e rilassandosi finalmente sul sedile. «Cos'ho fatto di sbagliato?»
«Hanno passato almeno tre canzoni di James Blunt, uno dei miei cantanti preferiti, e non me ne hai fatta ascoltare neanche una per miracolo; non fai altro che skippare canzoni, è un continuo. Mi lasci ascoltare una fottutissima canzone da questa fottutissima radio, per favore?» Sorrido e nel frattempo cerco di non perdere ulteriormente la pazienza, caratteristica che, purtroppo, non mi hanno dato in dotazione quando sono nato. Già di mio non sopporto nessuno, figuriamoci se poi mi si fa innervosire. Alla veneranda età di trent'anni, mi chiedo come non mi abbiano ancora arrestato; fino ad ora sono riuscito a scamparla, ma prima o poi arriveranno le forze dell'ordine a prendermi. Ne sono più che certo.
«Anche a me piace James Blunt.»
«Non sembra.»
Elin tocca di nuovo quel pulsante e finalmente torniamo a James Blunt, 1973. Una, a parer mio, tra le canzoni più belle che lui abbia mai scritto. Si rimette composta sul sedile, incrocia le braccia al petto e comincia a fissare qualcosa nella tasca della portiera. «Cos'è quello?» Chiede e indica qualcosa che purtroppo non posso vedere.
Le lancio un'occhiata fugace, procedendo con un tornante abbastanza macabro. Qui di luci non ve ne sono molte, la curva è stretta e a doppio senso di circolazione: non posso distrarmi. «Che cosa?»
«Questo coso,» insiste.
«Elin, capisci che non posso distrarmi e guardare adesso?»
«Quest-» non finisce di parlare perché il coso di cui mi parlava fino a tre secondi fa, esplode. La schiuma aleggia per tutto l'abitacolo, posandosi inevitabilmente anche sul parabrezza; anche i sedili posteriori dell'auto sono pieni di schiuma. Schiuma ovunque.
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Per il resto tutto bene
Fanfiction[...] Tornando alle 7,837 anime vaganti, ce n'è una in particolare che proprio non sopporto. Ma, mio malgrado, è anche l'unica di cui m'interessa. Per il resto, però, tutto bene! [...] Ha spalancato la portiera e avrei voluto essere quella portiera;...