«Quindi... gli hai detto che volevi rimanesse con te, praticamente.»«Tecnicamente, Leyla, tecnicamente.» Alzo gli occhi al cielo mentre ciondolo annoiata sulla mia poltrona. «Ma ero brilla, non ero in ottime condizioni, capisci? Ho detto cose senza senso.»
«Non era qualcosa come "in vino veritas", Elin?» Esordisce Eda, che oggi ci ha fatto l'onore - non richiesto - di venirci a trovare in ufficio. Sapevo che c'avrebbe messo il carico da novanta, lei non aspettava altro che questo momento per infierire su di me.
«Non dire cazzate, rischi di strozzarti.» Le lancio un'occhiataccia, poi mi rivolgo ad entrambe. Non avrei voluto cominciare il discorso - anzi, ho fatto di tutto pur di evitarlo! - ma un uccellino, ossia Emre, ha parlato ed è stato inevitabile l'impatto. E credetemi, evadere dalle spire di Leyla e Eda è impossibile. Sarebbe più facile spaventare un leone affamato. «Si dà il caso che bere a stomaco vuoto sia deleterio e che io abbia bevuto whisky puro ieri sera, senza mangiare niente. Lui mi ha dato un bacio in fronte, in quell'istante ero debole e mi sono lasciata coinvolgere va bene?»
«Ah,» annuisce Eda. «Per questo ti sei addormentata sul suo petto.»
«Per questo gli hai chiesto per vie traverse di non andare via.» Aggiunge Leyla, mordendo come sempre il tappo della mia penna. Mai una che fosse sua; lei le perde e si diverte a distruggere le mie. Facile, no?
Non posso negare che ieri sera Can sia stato molto gentile con me, e che se non si fosse preso cura di me probabilmente non so cosa avrei fatto. Mi duole dover ammettere che avrei voluto si fermasse a dormire da me, perché la sua compagnia è molto più piacevole di quanto non faccia intendere io. Ma ero brilla, in quel preciso istante avevo bisogno dell'affetto che è insito in Can. Adesso che sono sobria, per esempio, non lo rifarei mai. Ancora ricordo che è fidanzato, con una mia conoscente di vecchia data tra l'altro. Ho trascorso una serata piacevole con lui, mi ha curata sollevandomi da una nausea insopportabile e gliene sono grata. Ma niente più di questo, è inutile che insistano.
«Non c'è niente di male nell'ammettere che sei coinvolta tanto quanto lui,» riprende Eda. «Anche io mi sarei fatta coinvolgere, se non avessi avuto marito e figli.»
«Mi farò coinvolgere anch'io, se con Emre andrà male...» annuisce Leyla, fingendo di pensarci e sorride verso la mia direzione.
Prendo una delle tante palle antistress che tengo nel cassetto e gliela scaglio contro, colpendo Leyla proprio sul petto. Lei ride, insieme alla mia migliore amica Eda. «Ti scoppio gli occhi. Non ti permettere neanche di pensare ad una cosa del genere, idiota. Con Emre andrà alla grande e se ci saranno problemi, ti aiuterò io personalmente a risolverli. Ma non ti azzardare a pensare a Can in quel modo, perché potrei non rispondere delle mie azioni.»
«Ma a te non importa di Can!» Esclama Eda.
Così ne lancio una anche a lei, colpendola sulla pancia. «Testa di cazzo, lo faccio per Emre! Lui è un bravissimo ragazzo e non merita che dica certe cose, si tratta di rispetto!»
«Ah, certo,» annuisce Eda, lanciandomi indietro la palla che ripongo nel cassetto. «Ma parlando proprio di Emre, hai scoperto quand'è che andrà a cena con il suo amico?» Si rivolge a Leyla, stavolta. Finalmente, l'occhio di bue si sposta su di lei.
Leyla stringe la palla antistress come se fosse quella di Emre: con rabbia, cattiveria, lussuria. Il cervello di Eda è così evoluto che ha pensato bene di ricordarle un dettaglio che aveva rimosso e personalmente io avrei evitato di ricordarle. Dico, ma come si può? Le lancio l'ennesima occhiata di fuoco - che lei fa finta di non vedere - e torna a concentrarsi sulla nostra amica. «Domani. Io ho già pensato a tutto, voi dovete soltanto assecondarmi.»
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Per il resto tutto bene
Fanfiction[...] Tornando alle 7,837 anime vaganti, ce n'è una in particolare che proprio non sopporto. Ma, mio malgrado, è anche l'unica di cui m'interessa. Per il resto, però, tutto bene! [...] Ha spalancato la portiera e avrei voluto essere quella portiera;...