«Com'è il tuo?» Mi chiede, indicando il gelato con un cenno del capo.«Buono, direi,» mi volto verso lui avendo già intuito cosa vuole. Ha fatto la stessa cosa ieri sera, quando ho deciso di portarlo al mare per allontanarlo dal whisky. «E il tuo com'è?»
Can osserva il suo gelato, poi torna a guardare me. «Buono, direi. Posso assaggiare il tuo?»
Ecco, infatti. Peccato che le sue leccate siano doppiamente più corpose delle mie; quello di ieri mancava poco che lo finisse, a forza di "assaggiarlo". «Serviti pure.»
Avvicino il gelato alla sua bocca e lui inizia a leccare. I gusti di cui non potrei mai fare a meno e che sceglierei anche a costo di farmi venire la nausea, sono quelli che tanti considerano tristi e scontati, ma che - secondo me, nonostante siano classici - sono i più buoni: nocciola, melone e pistacchio, cocco e panna. Non c'è verso di convincermi a sceglierne altri, prenderei gli stessi a prescindere. Tornando a noi, Can continua a leccare; passa la lingua su tutti i gusti, girando contemporaneamente il cono. Il mio stomaco si contorce, sento il mio cuore fare lo stesso. Non posso negare che mi vergogno delle condizioni in cui verso, onestamente e il suo modo di guardarmi mentre lo fa, mi manda fuori di testa. Ma non posso fare altrimenti, o lo farei.
«È buonissimo!» Esclama, pulendosi la bocca con un tovagliolo come se nulla fosse accaduto.
Mi schiarisco la gola, facendomi aria con la mano, tentando di sopperire alle mie guance rosse. Can inarca le sopracciglia, io gli faccio segno di lasciar perdere. «Soffro il caldo, non farci caso.»
Finisco di parlare e un vento forte mi scompiglia i capelli. Che io stessi mentendo era palese ed anche un rincoglionito se ne sarebbe accorto, ma non c'era bisogno che il vento tirasse proprio in questo preciso istante, dannazione! Prima, in auto, quando dicevo che le temperature forse si sarebbero abbassate, non dicevo sul serio; mi ritrovo a dovere ammettere che le mie predizioni, sebbene siano alquanto inopportune dato il mese di agosto, si sono rivelate vere.
Can si copre la bocca con il dorso della sua mano, trattenendo una risata e china la testa verso il basso per coprirsi ulteriormente. Eda sta ridendo con Serkan che ci ha raggiunti per pranzo, le loro risa si sentono sino a qui e non siamo affatto vicini. Io, invece, mi schiarisco la gola e faccio finta che non sia accaduto niente. Comincio a guardarmi intorno, ignorando le sue occhiate.
Il ristorante è davvero bello, ha un giardino grande in cui abbiamo mangiato e in cui continuiamo a mangiare gelato; i tavoli come anche le sedie ed ogni altro dettaglio, sono bianchi. Si respira candore. Verde e bianco, un'accoppiata vincente.
«Fa caldo, eh?» Mi sfiora il braccio con un dito. «Guarda, hai i brividi di freddo.»
Afferra la sua giacca - tanto grande da coprirmi addirittura le cosce - e l'adagia sulle mie spalle, stringendomi al suo petto. «Tieni, così starai più calda. Io non ho freddo, sto bene.»
«Grazie,» rispondo, beandomi del suo profumo.
«Ho sempre avuto paura del mare, dell'acqua alta; delle onde che, inesorabili, sembra quasi che vogliano travolgerti.» Esordisce di colpo, guardando l'orizzonte davanti a noi. Fatto di cespugli e alberi, ovviamente. «La sua immensità mi spaventa, l'idea che sia infinito, che non si possa mai controllare. La sua forza è innaturale, ci sposta come fossimo foglie al vento. È inarrestabile ed immensamente profondo, tanto bello quanto misterioso. Nonostante sappia nuotare e nuoti, mi fa paura. Temo l'ignoto. M'incuriosisce, ma lo temo. Ed è per questo che non mi avvicino a te.»
Mi volto verso di lui e l'osservo, mentre è incantato a guardare i nostri amici ridere e scherzare. Se ho capito qualcosa del suo discorso, ha paura che possa fargli del male. Lecito dopotutto. È la stessa paura che nutro io nei suoi confronti. Credo sia normale, non conoscendoci a vicenda. E temo che la questione si possa risolvere in un'unica maniera: conoscendoci, appunto.
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Per il resto tutto bene
Fanfiction[...] Tornando alle 7,837 anime vaganti, ce n'è una in particolare che proprio non sopporto. Ma, mio malgrado, è anche l'unica di cui m'interessa. Per il resto, però, tutto bene! [...] Ha spalancato la portiera e avrei voluto essere quella portiera;...