Punto di vista di Elin.«Tranquilli, soldati, rimanete pure nei ranghi: non ho assistito alla scena.» Leyla chiude la porta con un tonfo sordo, dandoci subito le spalle. Col suo passo felpato si avvicina al tavolo su cui poggiamo gli effetti personali del fotografo che ci assiste, i vari documenti che per la maggior parte del tempo serviranno a quest'ultimo e i nostri effetti personali. «Vi rassicurerà sapere che non vi ho neanche sentiti: le mura di questa sala sono insonorizzate. In un primo momento ho bussato, voi non mi avete risposto e sono entrata. Mai avrei creduto che poteste fare all'amore qui, considerato che sarebbe potuto entrare chiunque degli addetti. Tipo Sevim, o la famiglia di Can.»
Io e Can, scattati in piedi come colpiti da petardi, ci rivestiamo alla bell'e meglio recuperando il nostro vestiario nei rispettivi camerini di ognuno. Can è imbarazzo ovviamente, come lo sono io, ma non accenna a rabbia come la sottoscritta. Anche se devo ammettere che fare l'amore dentro la sala prove dell'azienda non è stata una grandissima idea. Ma chi se ne frega, penso, è stato di una bellezza esasperante. Mi era mancata la sua bocca, le sue mani forti sul mio corpo nudo, il suo desiderarmi come il primo giorno.
«Ad ogni modo, sono contenta che vi siate ricongiunti. Non sopportavo più di vedervi separati e rabbiosi a causa di quella megera.» Continua, sistemando il caos che campeggia sul tavolino. E così sorrido, lanciando un'occhiata a Can.
«Sai cosa mi piace di te, Leyla? La raffinatezza.» Bofonchia Can, chiudendosi nel suo camerino. Io faccio la stessa cosa nel mio, cambiandomi l'intimo. Non che ci voglia molto, comunque. Che ora non sono in grado d'intendere e di volere è certo, ma ricordo come s'infilano un perizoma ed un reggiseno.
Mi tremano le gambe, probabilmente a causa della scomodità del sederci su uno sgabello e far l'amore lì; o, probabilmente, per l'irruenza piacevole dei movimenti impetuosi di Can. Ma è una bella sensazione.
«Vi chiedo scusa, non avrei mai immaginato che poteste fare...»
«Sì, Leyla, abbiamo capito.» Grido, affinché mi senta.
«E comunque non lo saprà mai nessuno, siete in una botte di ferro!» Esclama.
«Vedi un po',» ribatto. «Pensavo che avresti pubblicato i manifesti con la nostra foto.»
Sento una risata da parte sua, seguita da quella armoniosa di Can e niente di più. Fin quando a un certo punto non irrompe nel mio camerino Yeşim, in tutta la sua bellezza, ancheggiando. Col suo solito sorriso felice e la sua voglia di vivere immotivata si china su me per truccarmi e dare un senso ai miei capelli che, per via del sesso appena fatto con Can, sono un mucchio di nodi. I suoi occhi percorrono il mio corpo, scrutandone ogni dettaglio; inizia ad annusare l'aria, arriccia il naso e scuote la testa. «Sento odore di sesso con Can Divit, qui.» Bisbiglia al mio orecchio.
Ecco appunto. Per quanto provi a nascondere l'imbarazzo inarcando le sopracciglia, le mie gote mi giocano contro: si colorano immediatamente di rosso, avvampando in un attimo. Ma Eda, mi ha insegnato a negare fino alla fine. «Che dici Yeşim, come ti viene in mente!» Esclamo, senza farmi sentire dagli altri. Nel frattempo, Deniz è arrivato assieme a Sevim ed alla famiglia di Can. Li sento parlare del set, di come scattare ogni foto in programma. E sento Leyla proporre posizioni allucinanti. Se potessi, l'ammazzerei.
«Non dire cazzate, Elin, è palese che tu abbia avuto un incontro ravvicinato con Can.» Ghigna. Il mascara con cui mi sta pettinando le ciglia rischia di cecarmi ad ogni suo strano movimento. E, così, le intimo di avere la mano ferma il più possibile. Non vorrei ritrovarmi senza un occhio alla fine della fiera. Già mi manca la dignità, un occhio non potrei accettarlo.
STAI LEGGENDO
Per il resto tutto bene
Fanfiction[...] Tornando alle 7,837 anime vaganti, ce n'è una in particolare che proprio non sopporto. Ma, mio malgrado, è anche l'unica di cui m'interessa. Per il resto, però, tutto bene! [...] Ha spalancato la portiera e avrei voluto essere quella portiera;...