24 - Emre ha un figlio.

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«Se non ti allontani immediatamente dalla mia fidanzata, non so cosa potrebbe accadere.» Non bastava Polen a rompere le scatole, mancava che intervenisse Deniz fingendo della gelosia. Mi metterei a ridere - pensando che in realtà è tutta fuffa - se non fosse che Can, accanto a me, è già in procinto di mettergli le mani addosso come ha detto prima.

Lo guarda con un'aria di sfida che non mi piace per niente; mi lascia andare le mani e, senza la benché minima considerazione per Polen, si rivolge al mio "fidanzato". Io mi volto subito verso i miei amici: Ozan sta venendoci incontro, mentre Eda cerca di stare al passo con le sue ampie e decise falcate. «Te lo dico io cosa potrebbe accadere, se vuoi.» Si avvicina minacciosamente ad un palmo di naso da Deniz, poggiando quasi la fronte su quella sua. «Anzi, te lo faccio vedere.»

«No, Can, per favore, ci stanno guardando tutti.» Mormora Ozan al suo orecchio, chiudendolo in un abbraccio da dietro per bloccargli le braccia.

«Giratevi, allora!» Grida, girandosi verso il suo pubblico. Le persone che fino a poco fa ridevano e scherzavano bevendo vino e sgranocchiando noccioline, ora assistono alla scena incuriositi e, soprattutto, basiti. Non si aspettavano che accadesse qualcosa di simile, ma io sì purtroppo. «Il tempo di sistemargli la faccia, poi potrete tornare a guardare lo spettacolo.»

«Scusa, il rispetto che hai per me dove lo mettiamo?» S'insinua Polen nella conversazione. Can, per un solo istante, si gira a guardarla con circospezione.

«Che cosa c'entri tu, adesso?»

«Come "che cosa c'entri tu", scusa! Sono pur sempre la tua fidanzata, Can e merito rispetto.»

Can alza gli occhi al cielo, tornando a guardare Deniz. «Ne parleremo a casa.»

«Adesso non può darti retta, Polen, è troppo occupato a provocare la mia fidanzata. Non è vero? Perché non ti apparti con la tua fidanzata e le parli?» Deniz ride falsamente, aumentando in Can la rabbia.

Eda si posiziona accanto a me, agganciando un braccio attorno al mio e stringendomi a sé. «Ma, ora, onestamente, quant'è sexy Can quando si arrabbia?» Borbotta al mio orecchio con serietà. «I muscoli che si contraggono, il suo sguardo cattivo... so che non dovrei dirlo, ho un compagno e due figli, ma non posso fare a meno di notarlo. Scusami, Elin.»

«Tremendamente sexy,» annuisco, lanciandole un'occhiata fugace. «Ma deve imparare che cosa sia l'autocontrollo, perché non ci siamo proprio.»

Eda mi guarda e si mette a ridere. «Parli tu che hai messo la crema depilatoria nella bottiglia di shampoo a Serdar quando ti ha lasciata. Andiamo, Elin, non sei credibile.»

«Che c'entra, dai!» Esclamo, alzando gli occhi al cielo. «Lui lo meritava.»

«Eh sì, certo.»

Ozan si mette in mezzo ai due e spalanca le braccia per tenerli separati; dopo qualche secondo arriva Emre a dare una mano. «Lo ha chiamato Ozan non appena ha visto che le cose andavano a complicarsi,» mi spiega la mia migliore amica, leggendomi nel pensiero. Capisco sia difficile riuscire a fermare una corpo imponente come quello di Can, che con una sola spinta è capace di farti barcollare.

«Non ti permettere di parlare di Elin come se fosse un pacco, cretino!» Ringhia Can, dandogli lo schiaffo che voleva mollargli già tre ore fa. Deniz, ovviamente, ricambia e da qui è la fine. Can scansa sia Emre che Ozan con due gomitate - a parte barcollare, non accusano molto il colpo e mi chiedo come facciano a non sentire dolore, visto che a me personalmente avrebbe smontato tutto l'apparato - e si lancia letteralmente contro di lui, prendendolo per il collo. Così, penso a ciò che mi ha detto Kerem prima di cominciare questa farsa: andrà tutto bene. Infatti.

Per il resto tutto beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora