La pasticca l'ho inserita nel posto giusto, il pulsante che ho spinto è quello che mi ha detto Can e la lavastoviglie sta facendo lo stesso rumore che fa di solito quando è Can ad azionarla. Quindi, spero di non far esplodere il palazzo da un momento all'altro. Ma non credo succederà, in fondo è soltanto una lavastoviglie...Mi allontano un po' per controllare che non faccia qualcosa di strano e dopo essermi assicurata che sta facendo il suo lavoro, soddisfatta, faccio il giro della casa per spegnere tutte le luci della casa. Fatta eccezione per l'abat-jour all'ingresso, ovviamente, che servirà a Can per rientrare. È uscito con Tesla per la solita passeggiata romantica serale; non è andato troppo lontano: qui, a un passo dal palazzo in cui abitiamo, c'è un parco apposito per cani. A quanto pare Tesla è innamorato di quel parco, ci va più che volentieri. Dopodiché chiudo le finestre per accendere il condizionatore, una per una.
La giornata, finalmente, è terminata. Ma il mio pensiero va comunque a Osman, all'amico che il destino mi ha fatto conoscere e perdere allo stesso tempo. Non mi capacito di come abbia fatto a celare la sua anima crudele dietro l'immagine di un ragazzo genuino e sincero. Ho pensato di essere fortunata quando l'ho conosciuto; per me, è stato una spalla sin dal primo istante in cui l'ho incontrato per la prima volta; ci siamo sempre stati l'uno per l'altra, tra un caffè e l'altro. Al netto di tutto, se ben ricordo, è stato anche lui a spingermi tra le braccia di Can ed ora pensare di fargli la guerra perché insinua che Can mi manipoli, mi rattrista. Gli amici servono anche a farci capire quando sbagliamo, a correggerci, ad aiutarci. Io ho capito il suo punto di vista quando mi ha detto di lasciarlo stare, avendo un problema con Gizem che lo rendeva instabile; ho capito il suo punto di vista e l'ho condiviso, quando non mi chiesto più di vederci perché non gli andava; ho capito il suo punto di vista, quando si è allontanato da me e Leyla. Stavolta ho sbagliato io e non mi ha capito. Non ha neanche provato a mettersi nei miei panni, essendoci già passato. Ad ogni modo, come ha detto Can, non credo di aver perso molto. L'ho sempre descritto come una persona estremamente importante per me, ma nessuno è indispensabile nella vita.
Scuoto la testa, lasciando andare i pensieri che mi portano a lui. Mi passo una mano in mezzo ai capelli freneticamente, guardandomi allo specchio per l'ennesima volta. Poi, mi strofino il viso con una mano e sospiro. Nonostante la stanchezza, sono felice. Perché sono fortunata ad avere una persona speciale come Can al mio fianco. Quasi, a volte credo di non meritarlo. Io sono un disastro, ne combino una dopo l'altra e sono goffa, con i rapporti sociali ci litigano. Ma a Can, ciò sembra non importare. Sembra che lui mi veda perfetta nella mia imperfezione... e non mi è mai capitato, prima d'ora.
Dopo aver sorriso altre mille volte allo specchio come una perfetta idiota, faccio per raggiunger la nostra camera da letto, quando sento il campanello suonare. Can ha le chiavi di casa, dunque mi domando come mai non apra con quelle. In ogni caso mi accingo a controllare chi è: nel momento in cui lo faccio, mi trovo davanti il volto piangente di Osman. Con una mano stringe una bottiglia di birra e con la spalla, è poggiato allo stipite della porta. Il completo che indossa - e che prima era impeccabile, al lavoro - adesso è strapazzato: sembra che abbia fatto a botte con un leone.
«Che cosa ci fai tu qui? E per di più ubriaco.»
Lui frigna gesticolando con la mano con cui tiene la birra e scuote la testa. «Sono incazzato, Elin, sono tremendamente incazzato con te. Perché ti sei fidanzata con quello scemo?»
«Devi smetterla di chiamarlo così, Osman, sul serio. E credo che sia il caso che tu torni a casa...» se Can lo trova qui, è finita.
«No!» Sbotta, barcollando verso me. Mi punta l'indice contro, mentre con l'altra mano regge la birra. Il suo essere ubriaco mi dà il voltastomaco, puzza tantissimo. «Devi lasciarlo subito!»
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Per il resto tutto bene
Fanfiction[...] Tornando alle 7,837 anime vaganti, ce n'è una in particolare che proprio non sopporto. Ma, mio malgrado, è anche l'unica di cui m'interessa. Per il resto, però, tutto bene! [...] Ha spalancato la portiera e avrei voluto essere quella portiera;...