29 - Shooting della verità, parte 2.

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Deniz ci guarda entrambi, rimanendo con le mani ferme sulla sua macchina fotografica. È ovvio che si aspetti una risposta da noi perché, sollevando le sopracciglia, c'intima di parlare. Ma c'è tensione nella stanza, dunque non una parola fuoriesce dalle nostre bocche.

Presenti in sala, sono anche i genitori di Can ed Emre; Sevim, incuriosita tanto quanto loro, non fa che osservarci attentamente come se fossimo due scimmie in una gabbia al circo; Emre, con sguardo malizioso, vuole lasciar intendere che sa più di quanto sappiamo noi stessi di quel che accade, ma non accenna a smascherarci per fortuna; Leyla, al contrario, scalpita per poter dire la sua; Yeşim, chiaramente all'oscuro di tutto, tace e attende che uno dei due rinsavisca; Osman ridacchia.

Deniz, per incoraggiarci a rispondere, si fa più amichevole. «Sapete, quando ho scelto di lavorare come fotografo, l'ho fatto lasciandomi trasportare dalla passione che ho per gli attimi che restano, che non variano, per quelli immutati negli scatti. Le amicizie, gli amori nascono e finiscono ma non nelle foto, non quando le rivediamo: l'emozioni sono sempre le stesse, i ricordi anche. Così, ho deciso che quello sarebbe stato il mio lavoro: i ricordi, l'emozioni.» Gesticola, come se fosse un professore e noi, i suoi alunni. «Vi ho chiesto se siete fidanzati perché, in questi primi scatti, mi avete trasmesso molto. Il modo in cui vi osservate è pregno d'amore. Appare come se vi mangiaste con gli occhi, ragazzi miei. E, non trovando un collegamento con la ragazza che purtroppo è svenuta, mi domandavo quanto potessi spingermi con voi. La campagna vorrei che fosse pazzesca, sensazionale e sembra proprio che voi possiate darmi il risultato che cerco. Ad una conclusione simile, ne dovrebbe giungere un'altra: siete fidanzati, innamorati, o no? Posso chiedervi un bacio, nell'eventualità che serva?»

Non appena Deniz termina il suo discorso, Leyla sobbalza in aria. Con la sua poca grazia sbatte al tavolino su cui vi sono poggiate bevande di ogni tipo e cibarie di vario genere, rischiando con i fianchi di rovesciare tutto a terra. Ma se ne frega, non controlla nemmeno se qualcosa è finito a terra. Piuttosto, afferra per il braccio Deniz e comincia a percuoterlo. Classico di Leyla. «Cosa hai detto? Fosse la volta buona che si baciano, questi due! Polen non è nessuno, lasciala stare, fai conto che non esista. Anzi, se potessi simulare anche altro, ci benediresti tutti.»

«Che cosa stai dicendo, Leyla!» Esclamo, portandomi una mano sul viso per la vergogna. Anche Can, accanto a me, s'imbarazza per le parole sfrontate della mia amica; ma, al contrario mio, si mette a ridere. «Non farti vedere divertito, Can, o asseconderai la sua follia.»

«Ma io adorerei simulare anche altro con te, Elin.» Risponde, dandomi un bacio sul collo. Che, ovviamente, non passa inosservato alla platea che ci osserva trepidante.

«Allora procederò con scatti più... intimi, se così possiamo definirli. Per voi va bene? Mi confermate che Polen non è niente per voi due?» Ci domanda Deniz, guardandoci entrambi.

«Confermiamo,» parla Can, annuendo con convinzione. Non voglio neanche immaginare ciò che dirà lei, quando vedrà gli scatti dello shooting. A quel punto potrò soltanto darle ragione perché se fossi la fidanzata di Can, reagirei come sicuramente reagirà Polen.

«Elin, percepisco tensione... va tutto bene?» Chiede Deniz, rivolgendosi soltanto a me stavolta.

«Sì, certo. Per me personalmente, Polen non è nulla.» Gli sorrido, cercando di trasmettergli una sorta di emozione positiva, o qualcosa del genere.

E infatti, lui ricambia il sorriso. «Perfetto!» Poi si volta verso Sevim. «Per te va bene se gli scatti si fanno più intimi? Avrei voglia di qualcosa di diverso, pur mantenendo integri i tuoi voleri nelle dimensioni delle foto.»

«Certamente, tesoro, hai carta bianca su tutto!» Esclama lei, gesticolando.

«Mi sembra fantastico, procederei con il cambio d'abiti allora.» Si volge a Yeşim e Osman e loro di conseguenza si voltano verso noi, venendoci incontro subito dopo.

Per il resto tutto beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora