«Allora?»
Minho sospirò, poggiando la schiena allo schienale del divano e incrociando le braccia al petto.
Accavallò le gambe e sigillò le sue iridi carbonizzate con quelle del più piccolo «ti ho seguito, è vero e ho sentito anche tutta la conversazione.»
Ormai non aveva più senso nascondersi, anche perché aveva molte domande a riguardo e sicuramente non gliel'avrebbe fatta passare liscia.
«Tutto qui? Non hai nulla da dire?» Jisung stava dando di matto, non solo lo aveva seguito, - invadendo chiaramente la sua privacy - ma non si scusava nemmeno.
«Mi sono confessato, non aspetterai mica delle scuse.»
«In realtà, è esattamente quello che voglio.»
Il maggiore grugnì, alzando gli occhi al cielo «e perché dovrei? Non è mica colpa mia se hai una fidanzatina in segreto.»
«Sei serio?» non sapeva se lo stava prendendo per il culo o semplicemente, non si rendeva veramente conto delle sue azioni e del suo completo disinteresse per ciò che aveva compiuto.
«Serissimo.»
A quella risposta, il blu si portò i palmi in faccia, cercando di resistere dal saltargli addosso e affondargli i canini in ogni zona di pelle.
«Tu davvero non ti rendi conto di quello che hai fatto?» sentiva il bruciore del demonio addentrarsi sempre di più tra le sue viscere, eppure la rabbia parlava da sola, facendo fuoriuscire le parole come un ringhio acuto.
«È da un mese che ti seguo, Han e non te ne sei mai accorto, perciò sei tu il coglione a non essere stato abbastanza prudente.» al contrario del neo-vampiro, lui era piuttosto calmo, sia per non peggiorare la situazione, sia per dimostrare la sua discolpa.
«Credevi davvero che non l'avevo notato? Il tuo odore lo riconoscerei perfino in mezzo a tutta la popolazione di INFERNO.»
«E allora perché sei andato da lei?» se prima era innervosito, ora era enormemente confuso.
«Perché credevo che mi rispettassi almeno un minimo e forse avresti avuto il buon senso di andartene, invece...» lasciò andare un lungo sospiro, accorgendosi solo in quel momento di averlo trattenuto dall'inizio della litigata «mi sbagliavo.»
Non lo guardò nemmeno in faccia e fece dietrofront, scomparendo al piano superiore.
«JISUNG!» si sollevò di scatto e corse su dalle scale, cercando di raggiungerlo.
Il richiamato però, gli chiuse la porta della camera in faccia, girando poi la chiave.
Poteva facilmente materializzarsi dall'altro lato della parete certo, però non voleva aggravare ancora di più il loro rapporto già molto delicato.
Non aveva intenzione di essere così cattivo, voleva solo mostrare di non essersi pentito di averlo spiato.
D'altronde lo faceva per il suo bene, atto raro da parte sua.
Sollevò un braccio e bussò ripetute volte.
All'inizio non ottenne risposta, così insistette ancora e ancora.
«LASCIAMI IN PACE!» l'urlo doveva essere un ordine, tuttavia a causa dei singhiozzi bloccati nella sua gola, fuoriuscì più come una supplica.
Minho poggiò la fronte sul laminato nero, ascoltando come il ragazzo a pochi passi da lui faceva di tutto pur di non far sentire i suoi gemiti di dolore, probabilmente pensando di essere ridicolo per piangere a causa di un affronto così minimo.
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Reliance on INFERNO~Minsung
FanfictionINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...