11༄"Ha blaterato qualcosa riguardo Jisung, poi è crollato a terra."

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Dire che Minho era ubriaco era un eufemismo, era totalmente andato.

Passò tutto il pomeriggio a trincare, godendosi il silenzio del parco abbandonato e finalmente, il vuoto nella sua testa.

Saltò il pranzo, ma sinceramente non gli interessava più di tanto anzi, poteva percepire meglio il bruciore del liquido alcolico scorrere nella sua gola, concludendo la sua corsa nello stomaco gorgogliante e mandandolo in estasi per il calore esplodente tra le viscere.

Non riusciva a far a meno di quel piacere corporeo ed era proprio esso che lo spingeva a non smettere, ad esaurire tutte e tre i prodotti e volerne ancora di più.

Amava bere, non tanto per il gusto della sua bevanda preferita, quanto l'effetto di pace e calma che gli metteva, erano una cosa paradisiaca.

Non ricordava più i singhiozzi di Jisung, non sentiva più le continue polemiche e i - fin troppo - veritieri consigli dei suoi amici, non aveva più il peso della fiducia che aveva riposto in lui il suo capo, lasciando scivolare via tutte quelle sensazioni come un'onda in pieno carico di cadaveri sollevati dagli inferi della terra.

Si sentiva così bene con se stesso, così libero e senza problemi...

L'opposto si poteva dire di Jisung.

Era uno straccio da quanto era rimasto chiuso nella sua camera a piangere e rognare con la faccia seppellita nel cuscino imbottito, non riuscendo nemmeno a smettere.

Non poteva credere di essersi fidato di un vampiro come Lee Minho.

Freddo, apatico, testardo, stronzo, egoista e arrogante, così fottutamente arrogante che ogni volta gli veniva voglia di prenderlo a ceffoni. 

Riuscì a regolarizzarsi solo a sera inoltrata, quando il leggero brillare della luna si mostrò da dietro grigie nuvole cariche d'acqua e nebbia fitta.

Portò lo sguardo al soffitto buio, pulendosi le lacrime secche e sollevandosi una volta per tutte.

Si stiracchiò le articolazioni indolenzite e con tutta la sua forza di volontà, riuscì a tirarsi in piedi.

Sistemò dietro le orecchie i ciuffi sbarazzini e sbloccò la porta della camera, dirigendosi passo dopo passo verso il bagno.

Era troppo debole per usare i suoi poteri demotici e ora come ora svampito com'era, si sarebbe ritrovato dal vicino.

Si sciacquò la faccia, - rigata da eyeliner e mascara sbiaditi - per poi tornare in camera, indossare il suo pigiama e mettersi direttamente sotto le coperte.

Non aveva toccato cibo in tutto il giorno, oltre qualche biscotto alle 10 di mattina, ma il suo stomaco era completamente chiuso ed era sicuro che se avesse ingerito qualcosa in quel momento, l'avrebbe rigettato nel wc.

Poggiò la testa sul cuscino e abbassò le palpebre, lasciandosi inghiottire dalla sua profonda sonnolenza.

༄༄༄

La mattina seguente, il neo-vampiro venne svegliato a causa delle voci provenienti dal piano inferiore.

Si mise a sedere, tendendo le orecchie per cercare di capire il timbro vocale a lui sconosciuto.

Scivolò cautamente giù dal materasso e in punta di piedi, aprì la porta e percorse il corridoio buio.

Trattenne il respiro quando il suo olfatto entrò in contatto con un esplosione di diversi odori, misti tra dolci e amari.

Si fermò giusto all'ultimo gradino, così da poter sentire chiaramente gli stranieri e sporse lievemente la testa per poter avere una minima visuale sul soggiorno.

Reliance on INFERNO~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora