Minho si assicurò di afferrare Jisung al meglio possibile, sorreggendolo da sotto la schiena e le ginocchia come una vera e propria sposa, solo un po' più mascolina.
La testa del bel addormentato si coricò automaticamente al petto del maggiore, mosso da un respiro piuttosto agitato date le incessanti corse repentine dovute alla disperata ricerca del fuggitivo.
Sospirò e si concesse qualche secondo per ammirare il morbido viso del ragazzo tra le sue braccia, ritrovandosi di nuovo a pensare che quella situazione fosse tanto perfetta quanto ambigua.
Sicuro della sua ferrea presa, riprese la sua corsa e in una scia di vento e fiato si ritrovò tra le quattro accoglienti mura di casa sua, quasi come se fossero passati secoli dall'ultima volta.
Percorse la poca distanza tra il portone e il divano, adagiandoci poi sopra il neo-vampiro, ormai roncante dopo l'abbondante pasto che si era concesso.
Solo in quel momento fece caso anche al resto del suo corpo - dato che prima era incentrato sul volto - notando i vestiti tutti rotti e la pelle molto scoperta dalla stoffa lacerata, probabilmente a causa dei suoi stessi artigli in un vano tentativo di atterrare le numerose prede.
Acciuffò la coperta marrone poggiata sul pouf e lo coprì con essa, facendo di conseguenza cessare i suoi leggeri tremolii involontari.
Gli rassettò i ciuffi più ribelli dietro le orecchie e avvertendo un certo languorino, si diresse in cucina.
Aprì il frigorifero e dopo aver rovistato in cerca di qualcosa di cui avesse veramente voglia, accese i fornelli.
Alla fine aveva optato per una semplice cotoletta, a cui alla successiva cottura aggiunse dell'insalata fresca come accompagnamento.
Apparecchiò svogliatamente il tavolo col minimo indispensabile, versandosi un po' d'acqua e servendosi il pasto pronto.
Prese il primo morso e come per occupare il silenzio agghiacciante appartenente a quella piccola stanza nuda di qualsiasi emozione, il suo cervello formulò una serie improvvisa di pensieri contrastanti.
Alcuni erano preoccupati per il ragazzo dormiente nella camera accanto, altri in ansia per ciò che stava per abbattersi sul suo pianeta, altri felici per il supporto che gli avevano dato i suoi amici pochi istanti prima e con altri ancora si dava del coglione per non essere stato accanto al suo protetto, per non averlo difeso quella notte e anche ora, per non averlo aiutato a soddisfare la sua insaziabile fame da cucciolo prima di farsi gli affari suoi.
Si sentiva uno schifo, eppure non sapeva cosa fare: da un lato dava ragione ai suoi amici - anzi sapeva fosse la scelta migliore ascoltarli, soprattutto perché Seungmin aveva sempre ragione - e pensava davvero che affiancare Jisung ad ogni passo poteva, se non prevenire completamente il rischio, almeno affievolirlo, rendendolo più improbabile.
Tuttavia c'era anche un angolino della sua mente che gli impediva di accettare quella realtà, la realtà che sarebbe stato meglio non solo per lui, ma anche per se stesso, lasciargli il segno permanente distintivo della specie.
Se Minho mordeva Jisung, poteva avvertire in caso fosse stato in pericolo e aiutarlo immediatamente se ci fosse stato bisogno.
Non poteva permettersi un singolo errore.
Se come diceva il presidente il ragazzino era così importante, il suo custode doveva proteggerlo a costo della vita e così avrebbe fatto.
Il problema principale al momento era uno: come gli avrebbe detto che ora di punto in bianco voleva portarselo a letto dopo averlo rifiutato per settimane?
༄༄༄
Pian piano le palpebre serrate del cobalto si sollevarono, rendendo la vista nei dintorni appannata a causa del buio a cui le pupille erano state antecedentemente poste.
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Reliance on INFERNO~Minsung
FanfictionINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...