«Grazie per non aver detto nulla agli altri, soprattutto a Jisung.»
«Non lo faccio solo perché dovresti essere tu il primo a parlarne, sai che hanno capito che hai raccontato una palla.»
Minho sospirò, fermando la loro passeggiata per sedersi sul terriccio, con le gambe a penzoloni sul dirupo.
Quello era il confine di INFERNO, la distesa di piante distava kilometri e kilometri dalle suole dei suoi anfibi e il corvino ne rimaneva sempre affascinato dalla bellezza e i colori misti tra tenebrosità ed eleganza che trasmetteva.
«È pericoloso.» Chan - anche se titubante - lo raggiunse e lo affiancò, rimanendo tuttavia in piedi.
«Hai mai superato il confine?» non lo ascoltò e gli fece un cenno con la testa verso il paesaggio.
«No, sai che è proibito.»
«Il presidente non mi ha mai voluto dire il motivo.»
«Perché tu gliel'hai mai chiesto?»
Il minore del duo inclinò il capo, alzando lo sguardo verso l'altro, il quale già aveva l'attenzione su di lui, sia per assicurarsi che non cadeva sia per attendere una risposta.
Minho rise soltanto, una risata spenta, quasi ironica, amara «hai ragione.»
«Dubitavi?»
«Può darsi.»
Rimasero fermi lì, persi nell'ambiente circostante, godendosi semplicemente la presenza uno dell'altro e il vento fischiante tra i rami.
«Andiamo?» il primo a rompere il silenzio fu il castano, anche se rispettò il silenzio dell'altro per diversi minuti.
«Lo so che ti manca il tuo Jeongin.» lo smascherò accettando la mano che gli aveva allungato.
«E te invece il tuo Jisung? Ho visto come lo hai abbracciato ieri.»
«È solo perché così non rogna.»
Ripresero a camminare, diretti verso le loro case e soprattutto, i loro protetti.
«Allora il bacio sulla fronte non era necessario o sbaglio?» continuò il suo stuzzicamento, conoscendo perfettamente il lato freddo del suo amico.
«Zitto, Chan.» gli diede una spintarella, portando il più grande a ridere per il disagio insolito del corvino.
Chiacchierarono tutto il viaggio, finché raggiunsero la prima tappa.
«Minho.» lo richiamò prima che potesse entrare nella sua dimora.
«Dimmi.» si bloccò sull'uscio della porta, voltandosi verso Chan.
«Stai attento con il presidente, non voglio che ti faccia del male.» il suo tono era preoccupato e ansioso, lasciando trasparire l'affetto nei confronti del più piccolo.
«Tranquillo Chan, ho subito molto di peggio lo sai.» un piccolo sorriso gli inarcò le labbra piene, questa volta però in un'espressione sincera e comprensiva.
«Lo so, ma ricorda che prima va la tua salute e poi il pianeta, non lasciarti comandare da lui.»
«So badare a me stesso.»
«So bene anche questo, forse anche troppo.»
Minho gli sorrise, dandogli una pacca amichevole sulla schiena e lo salutò una volta per tutte, chiudendosi il portone alle spalle.
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Reliance on INFERNO~Minsung
Hayran KurguINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...