I primi giorni furono un vero inferno per Minho e già voleva mordere il suo protetto fino a prosciugarlo completamente.
Jisung invece si divertiva un mondo, amava infastidire il suo hyung ed ogni scusa era buona per toccarlo o avere qualche sorta di conversazione indecente con lui.
Ora si trovavano nella foresta e l'anziano stava insegnando al minore come cacciare senza farsi notare dalle prede condannate.
«Non è difficile Jisung, ma sicuramente se continui a dare aria alla bocca non riuscirai a bere nemmeno una goccia di sangue.» si lamentò assestando la sua corsa veloce.
«Non sto dando aria alla bocca, mi piace parlare e dovrai abituarti.» protestò fermandosi al suo fianco, perdendo l'equilibrio per il freno improvviso.
Prima che cadesse però venne preso dal maggiore e con uno strattone dal braccio lo rimise dritto, guadagnandosi un "grazie" piuttosto allibito.
«E invece con me dovrai imparare a mutarti.»
«Se ti da tanto fastidio, zittiscimi tu no?» il blu si avvicinò pericolosamente al più alto, guardandolo dal basso con un mezzo sorriso malsano.
«Con piacere marmocchio.» ricambiò la smorfia e in un'impercettibile fruscio si ritrovò un coniglio morto a dividere le arcate dentali.
Jisung lo sputò subito sulle sue mani e tutta la speranza che aveva assorbito in quella risposta, venne abbattuta in un nano secondo «come hai fatto?»
«Tanta pratica, ora taci e mangia.»
«E tu?»
«Ho già fatto uno spuntino prima.»
Il minore annuì e conficcò i canini appuntiti nella carne dell'animale inerme, beandosi del dolce gusto del liquido rosso inondante nella sua gola e del travolgente sapore che incontrarono le sue papille gustative.
Dissetato abbastanza, tornarono a casa.
«Io vado dai miei amici, vedi di startene buono.» lo avvisò Minho aprendo le ante del suo armadio.
«Vengo con te.»
«No.»
«Perché?»
«Perché non ti voglio, semplice.» si tolse la maglia, voltandosi quando non ottenne nessuna risposta.
A Jisung quasi non venne un attacco cardiaco alla vista del corpo perfetto del suo custode, gli addominali scolpiti e il petto promittente sembravano stati creati appositamente per il suo corpo dallo scultore più ricercato e famoso dell'epoca.
«Attento a non sbavare eh.» lo prese per il culo infilandosi una maglia grigia a maniche corte, accompagnata dalla giacca di jeans dato il freddo atroce.
«Non sto sbavando stronzo, voglio conoscere i tuoi amici.» insistette incrociando le braccia al petto come un quindicenne alle prese con la madre iper protettiva.
«No Han, tu rimani qui e fai il bravo scoiattolo.» scese le scale e cambiò le scarpe sporche di terra.
«Non puoi fermarmi.»
«Mi stai sfidando?» si girò verso di lui, fronteggiandolo.
«E anche se fosse? Che mi fai papino?» usò appositamente il soprannome, sapendo lo avrebbe irritato ancora di più.
«Non osare chiamarmi così.» lo minacciò difatti, scazzato.
«Che c'è? Preferisci daddy per caso?»
Il corvino grugnì e lo prese per il colletto della felpa, sbattendolo contro il muro vicino alla porta.
Il neo-vampiro gelò sul posto a quella crudele mossa improvvisa, eppure si riprese all'istante sentendo un famigliare calore espandersi nel bassoventre.
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Reliance on INFERNO~Minsung
FanfictionINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...