«Andrà tutto bene.» Minho accarezzò la chioma blu del suo protetto, tentando di dargli un po' di conforto.
«Io- mi dispiace per quello che potrò fare, solo sappi che non sarò in me.» lo pronunciò in un sussurro così debole che il maggiore dovette contenere l'impulso di baciarlo.
«Lo so Ji, tutti noi lo sappiamo e siamo qui per aiutarti.» gli posò un bacio sulla fronte «passerà tutto.»
Jisung, anche se riluttante, annuì e tirò un piccolo sorriso che il ramato ricambiò, più fiducioso.
Con un ultimo saluto Minho uscì a grande falcate dalla camera del legame, percorrendo alla velocità della luce il corridoio e le scale per raggiungere i suoi amici in salotto.
«È ora.» li avvisò controllando che tutte le finestre fossero ben oscurate.
Si preoccupò di dare un'occhiata perfino al portone d'ingresso, nonostante non ci fosse molto da fare dato che era già stato costruito resistente e solido.
«Tranquillo, abbiamo controllato tutti due volte, è tutto sigillato.» Seungmin gli fece un pollice in su, provando a rassicurare l'amico visibilmente in panico.
Se con Jisung si obbligava ad apparire calmo e speranzoso, dentro stava morendo dall'ansia.
Un singolo errore e qualcuno poteva rimetterci la pelle, sia uno di loro sia l'ibrido.
«Grazie ragazzi, davvero.» non aveva nemmeno dovuto chiedergli aiuto, a nessuno di loro.
Erano semplicemente piombati in casa sua il giorno prima e avevano ascoltato il suo piano, senza obiezioni e riluttanze, erano ancora lì, pronti a supportare uno dei loro più cari amici e quello che ormai faceva parte della famiglia.
«Non devi ringraziarci Minho, siamo una famiglia, se uno crolla, crolliamo tutti.» Chan gli poggiò una mano sulla spalla, sorridendogli ampiamente.
Il ramato ricambiò e trasferì lo sguardo su tutti gli altri presenti, anche loro sorridenti e concordanti con le parole del leader.
Felix e Hyunjin erano seduti sul divano, il primo con la testa poggiata sulla spalla del suo custode; al loro fianco Jeongin e Seungmin stavano giocando a carta, forbice, sasso per allentare la tensione, intanto che i loro rispettivi fidanzati tifavano per la propria metà, e infine c'era Minho, che era seduto sulla poltrona poco distante dal divano con le iridi fisse sulle tapparelle scure e il piede destro che non voleva smetterla di picchiettare ansiosamente sul pavimento, producendo dei lievi ticchettii dovuti dalle suole spesse degli anfibi.
«Dite che riuscirà a contenersi?» la domanda di Felix si disperse nel silenzio della stanza.
Nessuno aveva il coraggio di rispondere, c'erano una miriade di possibilità diverse che potevano terminarsi lisce come l'olio oppure in un completo disastro.
«Dipende tutto dalla forza che la luna esercita nei suoi confronti. Per quel che so, sui licantropi cuccioli è molto più forte, soprattutto alla prima trasformazione.»
«Grazie Hyun, ora sì che mi sento meglio.» sospirò Minho portandosi le dita tra le ciocche morbide.
«Pre-hey.» si portò una mano sulla zona del petto appena colpita da Felix, che gli lanciò un'occhiataccia per intimargli di tacere.
Calò di nuovo il silenzio assoluto e - oltre le diverse occhiate che si scambiavano a vicenda di tanto in tanto - nessuno si permetteva di proferire parola.
Finché, proprio quando Jeongin stava per chiedere se dovessero andare a controllare, un rumoroso boato li fece allarmare all'istante.
«Changbin, con me.» gli intimò Minho facendogli un cenno con indice e medio e iniziando a salire la rampa di scale.
L'argento eseguì e si affrettò a seguire le tracce del maggiore, aguzzando l'udito per sentire il minimo fruscio.
Quando si fermarono davanti alla porta della camera Minho si avvicinò e poggiò un orecchio sulla superficie, provando a capire cosa stesse succedendo dall'altro lato.
«Senti qualcosa?» sibilò Changbin il più a bassa voce possibile.
Il cugino alzò l'indice, facendogli segno di tacere un attimo, poi abbassò una mano sulla maniglia, stringendola tra il suo palmo.
Guardò il minore e, ottenuto un cenno del capo, proseguì con le sue intenzioni. Sbloccò definitivamente la porta e con un lieve scricchiolio la socchiuse, sbirciando al suo interno.
Era tutto nero e poteva avere solamente una visione precaria dei mobili della camera.
Assicurato di non correre pericoli, compì un passo all'interno, aprendo ancora di più la porta.
Tuttavia le sue pupille non entravano in contatto con niente oltre sagome immobili e il totale buio.
Quando stava per infilare la testa in modo da avere una visuale più ampia, la porta si spalancò di scatto e due iridi brillanti si pararono davanti a lui.
Non ebbe il tempo di reagire che la figura lo sorpassò e si impuntò contro Changbin, spingendolo violentemente contro il muro.
L'argento emise un gemito strozzato e collassò a terra, il respiro pesante per la botta molto intensa e le gambe molli.
«JISUNG!» Minho lo inseguì giù dalle scale, trovandolo circondato dai quattro ragazzi.
Il richiamato si voltò verso il suo protettore e gli rivolse un ringhio acuto e decisamente aggressivo.
Gli occhi gli luccicavano come mai prima d'ora, un'iride rossa fuoco e l'altra di un giallo tenue, ma comunque molto acceso.
«Dobbiamo incatenarlo prima che faccia altri disastri.» anticipò Chan parlando lentamente, quasi come se avesse paura di spaventare l'ibrido.
Come non detto, Jisung emise un ululato roco e in uno scatto si scaraventò contro colui che aveva pronunciato quella frase, mettendosi a cavalcioni sulla sua figura impreparata dall'improvviso attacco.
Il licantropo mostrò i suoi artigli affilati e sollevò il braccio per attaccare la sua vittima.
Questo tuttavia venne bloccato da Minho, che gli afferrò il polso in una presa ferrea e lo spintonò all'indietro, facendogli perdere la mira sul maggiore.
Il ramato tentò di trattenerlo, ma Jisung non ne voleva sapere, continuando a scalciare e tirare come un dannato.
«ANDATE A PRENDERE LE CATENE!» ordinò Minho schivando a pelo l'altra sua mano, anch'essa incisa da lunghi artigli neri.
Dopo diverse peripezie riuscì ad acciuffare pure quella, tenendo il suo protetto saldamente per i polsi.
Le loro pupille si scontrarono e Minho intravide una scia blu attraversare la sua iride dorata, la stessa dell'ultima volta.
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Continua nel prossimo cap, scusate ma sennò veniva il doppio e non aveva molto senso dato che tutti i capitoli si aggirano tra le 1000 e 1500 parole (è una scusa per fare più capitoli possibili)Buon ferragosto <33
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Reliance on INFERNO~Minsung
FanfictionINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...