Quando Jisung chiese aiuto al suo custode, quest'ultimo non ci pensò due volte a superare la tenda che li divideva, desideroso di tornarsene a casa il prima possibile.
Per questo non era affatto pronto alla vista che gli si parò davanti anzi, non ci aveva manco lontanamente pensato a come avrebbe potuto trovare il minore dato che era entrato con una dozzina di indumenti differenti.
I loro occhi si scontrarono tramite il grande specchio dinnanzi a loro, Jisung dapprima intento a fissarsi il riflesso per capire come indossare quel maledetto top.
E dopo mille tentativi e bestemmie interiori, non poteva che chiedere una mano all'unica persona che conosceva in quel negozio.
«P-Puoi aiutarmi?» la vergogna che provava in quel momento era alle stelle e non gli serviva nemmeno lo specchio per capire che stesse arrossendo come un peperone.
Minho rimase un attimo bloccato, ammirando dall'alto al basso il suo protetto.
Indossava una gonna a pieghe rosse che raggiungeva a malapena l'inguine e gli fasciava perfettamente la vita stretta, mentre nella parte superiore stava cercando di inserire un crop top nero.
Formulando solo dopo qualche secondo la richiesta del più piccolo, gli si avvicinò, arrivandogli a pochi centimetri dalla sua schiena.
«Si può sapere che razza di taglia hai preso? Non ti passa nemmeno dalla testa.»
«I top devono essere stretti, sennò non hanno senso.» lo ammonì continuando a lottare contro quel pezzo di stoffa.
«Stai fermo, faccio io.»
A quel punto, Jisung sospirò e - provando con tutto se stesso ad ignorare il fatto che fosse praticamente nudo davanti a lui - si arrese.
Il corvino studiò un po' la situazione generale e alla fine optò la più veloce, con però alto rischio di rompere l'indumento.
Dato che il problema era soprattutto sul collo, slacciò il piccolo bottone nero nella parte posteriore, lasciando ricadere il collare sul petto del minore.
Dopodiché, maneggiò la fascia che gli copriva dai capezzoli a poco sopra l'ombelico, infilando sotto le dita.
Jisung rabbrividì appena per il contatto freddo, mordendosi involontariamente il labbro inferiore.
Quell'atto non passò inosservato al maggiore, che inarcò un angolo della bocca e sfruttò l'occasione per stuzzicare il suo legame.
Palpò i suoi addominali leggermente evidenti e la schiena, tastandoli fugacemente mentre pian piano riusciva a liberarlo.
Si prese il suo tempo, godendosi tramite il riflesso le smorfie del blu, che variavano da sospiri piacevoli a mezzi gemiti e inclinazioni di testa.
Quando riuscì a sfilargli completamente il top, Jisung tirò un sospiro di sollievo e in un lampo si allontanò il più possibile dal vampiro anziano, anche se dato il camerino molto stretto, rimasero comunque a pochissimi passi di distanza.
«G-Grazie.»
«Ti sta bene la gonna comunque.»
Detto questo, fece retro front e con nonchalance uscì dallo stanzino, lasciandosi dietro un Jisung - se possibile - ancora più a disagio.
Minho dovette attendere altri pochi minuti e finalmente, il minore si decise ad uscire.
Eppure tenne la testa bassa e lo sorpassò a passo svelto, poggiando ciò che non gli interessava sul tavolino vicino - così che poi le commesse potessero sistemare tutti i capi al loro legittimo posto - e praticamente correndo verso la cassa.
STAI LEGGENDO
Reliance on INFERNO~Minsung
FanfictionINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...