«Ricapitolando.»
Changbin, Chan e Hyunjin erano seduti uno accanto all'altro sul grande divano di Minho, mentre Jisung se ne stava in disparte sulla poltrona, giocando distrattamente con le dita del suo custode, anche lui accomodato su una poltrona che aveva precedentemente spostato a fianco dell'altra.
«Tu ci stai dicendo che hai visto questo luccichio blu negli occhi di Jisung in un momento di eccitamento,» replicò Chan cercando di mettere un punto alla situazione alquanto complicata «ma lui non ha la minima idea da che cosa sia dovuto.»
«Dice che non ricorda nulla, era nel bosco a cacciare e l'attimo dopo ha sentito la mia voce chiamarlo.» tralasciò il discorso di Dahyun, si fidava di Jisung e se diceva di non aver colpe, beh, per Minho non ne aveva davvero.
«Ne sei sicuro? Non ti sei trovato a terra? O non so, non ti sei sentito strano?» Hyunjin cercava disperatamente di estrapolare i ricordi più illeggibili del minore, nonostante fosse tutto totalmente vuoto.
«No, non ricordo assolutamente niente lo giuro.» sollevò il capo, forse per la prima volta nella mezz'ora in cui erano arrivati i tre ospiti se non per salutarli «sto provando a cercare qualcosa che mi sfugge, ma è come se mi fosse stata rimossa una parte della memoria.»
«E se fosse davvero così?»
Tutti si voltarono verso Changbin, anche lui stupito della sua stessa affermazione, eppure allo stesso tempo un'espressione determinata in viso.
Si alzò di scatto, raggiungendo il blu a grandi falcate e accovacciandosi davanti a lui, posizionando delicatamente le mani sulle sue ginocchia coperte da dei jeans baggy bianchi con tanto di tascone sui lati.
«Jisung, so che potrò sembrare un impiccione e in effetti lo sono...» incontrò il volto del suo interlocutore, rigido come la corda di un violino «tu ti ricordi qualcosa dei tuoi genitori?»
In stanza calò un silenzio pieno di tensione. Chan e Hyunjin si lanciavano occhiate preoccupate, intanto che il sorriso gentile dell'argento cercava di far parlare il neo-vampiro.
Il primo ad intervenire fu Minho «io non credo che ne voglia parlare ora.»
«Lo so Min, però è importante che ci dia un qualsiasi indizio per cercare di capirci qualcosa. Lui stesso è quello più in pericolo in questo momento e per quanto possa far male il passato ora potrebbe servire per salvare il presente.» nemmeno lui sapeva da dove era uscito quel poema, solitamente non era un tipo da paroloni, affatto, preferiva lasciare l'onore al suo fidanzato.
«Sì, ma-»
«MinMin.» Jisung lo interruppe stringendogli la mano con cui aveva giocato fino ad ora per calmare la sua ansia «va bene, Changbin ha ragione...» sospirò pesantemente, riportando le pupille sul ragazzo davanti a lui «e poi prima o poi sarebbe saltato fuori.»
«D'accordo.» non protestò oltre e tentò di tirare via le mani, intenzionato a lasciargli i suoi spazi.
Il protetto però non era dello stesso avviso, incrementando la presa per intimargli di restare.
Minho gli fece un sorriso incoraggiante, che il minore - anche se forzato - ricambiò e, con un'ultima boccata d'aria, iniziò il suo discorso.
«In realtà - come ho già detto a Minho - non so molto sul mio passato, solo che entrambi i miei genitori sono morti quando ero solo un bambino, quindi non molto tempo fa in pratica, e sono stato affidato ad un uomo. Non so praticamente nulla di lui e gli unici ricordi che mi rimangono sono ovattati.» involontariamente intrecciò le sue dita con quelle costellate di anelli di Minho, ripescando tutto ciò che era stato rinchiuso da lui stesso nei meandri della sua mente in un vano tentativo di scordare, scordare un dolore che tuttavia avrebbe sempre fatto parte di lui «l'unica cosa che posso accertare con fermezza è che non fosse una brava persona, anzi, tutto il contrario. Era sempre in giro a svolgere "commissioni lavorative" e quella volta che tornava a casa non ti degnava di uno sguardo o ti ordinava di lavargli i vestiti e preparargli la cena.» grugnì a quegli spiragli di memoria, sentendo la rabbia bruciargli nelle vene «ricordo anche il suo carattere arrogante e pieno di sé. Tu in confronto a lui non eri nulla, solo un inutile spreco di ossigeno che non meritava di esistere. Mi insultava e a volte alzava anche le mani, ma fortunatamente coi miei istinti da neo-vampiro erano rare le volte in cui mi sottomettevo.»
Il suo sguardo - che fino a quel momento era rimasto incatenato sulle mani intrecciate adagiate al suo grembo - si alzò ed incontrò quello dei tre ospiti.
«Poi sono stato assegnato a Minho e di lui non ho più avuto notizie.» scrollò le spalle, lasciandosi andare allo schienale della poltrona, improvvisamente più leggero di quanto lo fosse mai stato.
Non aveva nemmeno nominato Dahyun, ma lei era una storia a parte e non c'entrava nulla con tutto quel casino.
«Non ricordi proprio niente dei tuoi genitori biologici?»
Jisung si mordicchiò il labbro inferiore, sentendosi improvvisamente messo a nudo sotto le iridi inquisitorie del suo protettore.
Che ricordava solo pochissime sfumature era vero, tuttavia c'era una cosa di cui era certo, se non al 100%, all'80%.
«Io... non ne sono completamente sicuro...» ed ecco che il suo corpo si irrigidì una seconda volta, pronto a scagliare via l'ennesimo mattone che lo appesantiva «credo ci siano alte probabilità che non erano entrambi vampiri.»
Silenzio stampa, di nuovo. Hyunjin e Chan sbarrarono la bocca dalla sorpresa e Minho e Changbin - provando a mostrare meno sgomento per supportare il più piccolo - si limitarono a scambiarsi un'occhiata lasciva.
«Jisung.» lo richiamò il ramato spingendolo a guardarlo.
Eseguì e le loro pupille si collegarono «ci stai dicendo che o tua madre o tuo padre era molto probabilmente un licantropo?» lo disse con calma, nonostante la situazione fosse tutto tranne che tranquilla.
Il pomo d'Adamo di Jisung si mosse a fatica, deglutendo il nodo alla gola che gli si era creato mentre parlava, rendendogli difficile perfino respirare.
Attese qualche altro secondo per elaborare il tutto, poi annuì con un semplice cenno del capo.
Nella stanza si liberarono diversi sospiri, rassegnati alla parte di loro che era dapprima giunta alla giusta conclusione.
«Ma non ha senso.» Hyunjin si portò le mani alla testa, affondandoci dentro le lunghe dita affusolate.
«Più che altro, mi chiedo perché non sia mai saltata fuori.» commentò un Chan ugualmente scombussolato «voglio dire, essendo un ibrido tra vampiro e licantropo dovresti avere comportamenti di entrambi. Dovresti trasformarti alla luna piena o mostrare gli artigli nei momenti più pericolosi, eppure a me sembra che non ti sia mai successo, o sbaglio?» chiese comunque conferma, d'altronde non conosceva il giovane tanto da sapere se a caccia uccideva le prede con i canini da vampiro o gli artigli da lupo.
«No, non ho mai avuto comportamenti da licantropo, ne l'odore penso.»
Gli altri quattro negarono, confermando la sua ipotesi.
Ognuno ritornò ancora immerso nel suo stesso vortice di pensieri, finché Minho prese di nuovo parola.
«Beh, per sapere se il licantropo dentro di te si è effettivamente risvegliato, ci resta solo una cosa da fare.»
Tutti portarono l'attenzione su di lui, un cipiglio confuso a dipingergli il viso.
«Attendere la prossima luna piena.»
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AUGURI A NOI STAY<33
Oltre al fatto che quei bastardoni hanno fatto la live alle 3 di notte, io fortunatamente sono riuscita vederla e posso dire che stavo per morire nel letto, per non parlare dei nuovi dormitori, non oso immaginare cosa combineranno (posso dire di aver strillato quando ho letto Lee know e Han in una camera)Parlando della storia invece, qualcuno ha qualche commento o ipotesi?
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Reliance on INFERNO~Minsung
FanficINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...