Minho non ce la faceva davvero più, il suo cervello era un incessante uragano di ripensamenti e sensi di colpa, indecisioni su cosa fare e dubbi riguardo all'atto sconcio che la sua mente lo tartassava di dover compiere da ormai un mese intero.
Da quando il corvino aveva trovato il suo protetto in mezzo al bosco, circondato da animali senza vita e col corpo pieno di tagli e lividi freschi, era come diventato ossessionato dal minore o meglio, dal seguirlo ovunque andasse.
Se andava in bagno, lo aspettava fuori dalla porta, se aveva fame, faceva di tutto pur di mangiare insieme a lui, durante la notte passava ogni ora a controllare se nella sua camera fosse tutto apposto... e soprattutto, lo pedinava anche quando lasciava casa, stando a una debita distanza per non farsi vedere.
Solitamente Jisung usciva per cacciare o farsi semplicemente un giro da solo, ma mai si era addentrato nel bosco, non dopo aver già mangiato almeno.
Per questo, il suo inseguitore si stupì quando lo vide scomparire in mezzo agli alberi, accelerando il passo per non perderlo completamente.
Il neo-vampiro si inoltrò sempre più in profondità tra la vegetazione, guardandosi ogni tre per due alle spalle per essere certo che fosse solo.
Quello che prese più alla sprovvista il maggiore tuttavia, fu che non usò il teletrasporto, - sapendo poi quanto pigro fosse - camminando per ben 10 minuti nella flora selvatica.
Quando Jisung raggiunse la sua destinazione, aveva le gambe doloranti e il fiatone, sapendo fosse in ritardo, come sempre.
Non gli sembrò nemmeno vero quando intravide la piccola cascata e sbucò nel laghetto cristallino davanti a una grotta, scavata ai piedi di una rupe.
Il luogo era stupendo, circondato da ciottoli di ogni dimensione e colore e farfalle svolazzanti sulla superficie dell'acqua, che rendevano la zona più solare e accogliente rispetto al resto del bosco, al contrario tetro e buio.
Minho si fermò dietro un grande masso, facendo sbucare appena la testa per avere una visuale quantomeno decente sul minore.
Quest'ultimo lanciò un ultimo veloce controllo attorno a lui e si avvicinò tanto da far toccare alla suola dei suoi anfibi in pelle il fango accumulato nei pressi del laghetto.
«Dahyun, sono io, Jisung.» mantenne un tono basso, tuttavia questo bastò per farsi sentire dalla ragazza.
Difatti, una slanciata figura femminile spuntò dall'oscurità della grotta.
I lunghi capelli rosati danzavano tra l'aria piuttosto feroce innescata dal torrente d'acqua e la lunga veste grigia lasciava intravedere ben poco del suo corpo magro e snello.
Il ragazzo le rivolse il sorriso più dolce a cui Minho avesse mai avuto la fortuna di assistere, osservando la richiamata con un misto tra preoccupazione e sincera felicità.
Jisung gli allungò una mano e lei la afferrò all'istante, aiutandosi a oltrepassare un pezzo di laghetto coi piedi scalzi.
«Attenta.»
«È acqua Sung, non mi morde mica.» cercò di calmare la tensione del suo interlocutore.
«Ma potresti sempre scivolare e farti male.» finalmente riuscì a farle toccate il terriccio e la strinse immediatamente in un abbraccio «mi sei mancata in questi mesi.»
«Anche tu, Ji.» ricambiò senza esitare, avvolgendogli il collo con le braccia per sentirlo più vicino.
«Scusa se non sono riuscito a passare, ma sono successe una serie di cose e il mio custode mi tiene sotto controllo.»
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Reliance on INFERNO~Minsung
FanfictionINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...