Jisung era chiuso nella sua camera da letto da ormai tre giorni interi, dando segni di vita solo per andare in bagno a fare i suoi bisogni oppure per rubare qualcosa da mangiare dal frigo.
Ma anche quei momenti avvenivano talmente velocemente che il suo protettore non riusciva nemmeno a rivolgergli un "ciao" o un "tutto bene?", non ne aveva il tempo.
Minho gli lasciava i suoi spazi, d'altronde che poteva fare se non bussargli alla porta più volte al giorno e ricevere come compenso un solo mugugno, giusto per far capire che fosse ancora vivo e vegeto.
Questo trantran andò avanti fino al quarto giorno, quando il corvino decise di prendere in mano la situazione.
Va bene che gli piaceva la solitudine e aveva i suoi amici, ma la situazione generale gli stava mettendo piuttosto ansia, soprattutto perché dalle risposte ristrette di Jisung non aveva capito molto.
Sapeva solo le cose fondamentali. Dahyun era sua sorella e ora era scomparsa, colpita dalla pestilenza dei lupi.
C'erano due opzioni quindi, o la ragazza era un ibrido come il fratello - soluzione più probabile - oppure era in tutto e per tutto un licantropo.
Erano esattamente le 12:13 e il minore aveva l'abitudine di scendere in cucina alle 12:15 in punto, perciò si sistemò nel corridoio giusto accanto alle scale, così da prenderlo alla sprovvista mentre ispezionava il contenuto del frigorifero, svuotato dal padrone di casa la mattina stessa.
Controllò lo schermo del suo cellulare e proprio come si aspettava udì la porta al piano di sopra aprirsi esattamente alle 12:15.
Sorrise tra sé e sé, pensando a quanto fosse abitudinario il blu, perfino con queste minime cose.
Attese con pazienza, spiandolo mentre spalancava la cella e assunse un'espressione corrucciata nel momento in cui non trovò nulla.
Minho iniziò ad avvicinarsi e prima che Jisung - avendo realizzato cosa stesse combinando il più grande - potesse fuggire ancora, lo afferrò per un braccio e lo spinse con forse un po' troppa irruenza contro il muro, facendo richiudere di conseguenza il frigo.
«Scusami, ma non mi dai altra scelta.» poggiò entrambi i palmi sul muro, di fianco alla testa del protetto.
«Cosa c'è?» incrociò le braccia al petto, girando la testa di lato per evitare lo sguardo predicatorio di Minho.
Il maggiore naturalmente lo notò e sospirò, evitando comunque di sforzarlo.
«Lo so che stai passando un brutto periodo e so anche che stai per dirmi che non posso sapere cosa provo dato che non ho una sorella.» lo anticipò notando le sue labbra dividersi, pronte per ribattere «ma non puoi nemmeno pensare di risolvere le cose standotene sigillato in stanza per i prossimi 10 anni, pensi che Dahyun si rigeneri in questo modo per caso? Perché scusami se te lo dico ma è un'idea veramente di merda.»
Jisung in un primo momento rimase in silenzio, continuando imperterrito a fissare la parete della cucina.
«Jisung-»
«Lo so che starmene nel letto a piangermi addosso non può riportare qui Dahyun, ma cos'altro vuoi che faccia? Non ho la minima idea di dove potrebbe essere e con tutte le probabilità non sarà nemmeno più in vita, perciò come vuoi che affronti tutto questo? Vuoi che ti sorrida e ti dica che vada tutto bene?» buttò fuori tutto ad un fiato, gesticolando distrattamente con le mani e viaggiando con le iridi per tutta la stanza, fuorché sul volto del ragazzo di fronte a lui.
«No Jisung, non sto dicendo questo.» si spostò, lasciandolo libero di tornarsene in camera «dico solo che tua sorella potrebbe essere ancora lì fuori che aspetta che tu, suo fratello, l'unica persona che penso le sia rimasta, vada ad aiutarla.»
Il minore a quel punto inchiodò le sue pupille con quelle del maggiore, mordendosi l'interno guancia.
«Sai che ho ragione, quindi che ne dici se ti fai una doccia, andiamo a mangiare da qualche parte e aggiorniamo gli altri?»
Jisung annuì solo, tirando un piccolo sorriso, e andò in camera sua per prendersi dei vestiti nuovi e docciarsi, lavarsi i denti e legare parte dei capelli in un codino.
Quando ritornò dal suo custode lo trovò intento a scrollare qualcosa al telefono, appoggiato con le spalle al portone d'ingresso già con le scarpe indossate.
«Uh, non ti eri mai legato i capelli prima d'ora.» appena sollevò il capo vide subito il particolare, nonostante non fosse un grande osservatore.
«Che c'è? Non ti piace?» mise i suoi anfibi in pelle, chinandosi per allacciarli.
«Mh, forse.» gli piaceva da impazzire.
Il blu si ritirò su, arrivando ad un palmo di distanza dalla faccia di Minho «forse, sempre forse.» alzò gli occhi al cielo, aprendo la porta accanto a loro «prima mangiamo prima cerchiamo.»
Minho chiuse la porta alle loro spalle e uno affianco all'altro si spostarono per la piazza di INFERNO, giungendo ad un bar poco distante dal supermercato principale.
Non era molto grande e il solito arredo variante tra nero e rosso faceva sentire i clienti accolti e ben apprezzati.
Presero posto ad un tavolo sulla destra e controllarono i menù già sistemati sul tavolo rosso sangue.
«Io prendo un sanguinaccio.» decise dopo nemmeno mezzo minuto il minore, chiudendo poi il suo libretto.
«Prendo comunque una bottiglia di sangue?»
«Ovvio.»
«Cervo te lo escludo, perciò puoi scegliere tra cerbiatto, fuscolo, zodim, coniglio, volpe, capriolo e cinghiale.» elencò leggendo l'elenco delle bevande.
«Vada per capriolo.»
Non dovettero aspettare molto prima che una cameriera venisse a prendere le loro ordinazioni e una decina di minuti dopo poterono godersi il loro pranzo.
Si scambiarono giusto qualche parola ogni tanto, eppure erano troppo occupati a riempire i loro stomaci per portare avanti vere e proprie conversazioni.
Finirono mezz'ora dopo e Minho pagò, inchinandosi al cassiere e raggiungendo il suo legame già all'esterno dell'edificio.
«Minho.»
«Che?»
Jisung si voltò verso di lui, un'espressione seria in viso «possiamo tenerci per noi la storia di Dahyun? Non mi sento ancora pronto a parlarne con gli altri.» chinò il capo, calciando un sassolino sotto i suoi piedi.
Il corvino si lasciò sfuggire un sorrisetto, aspettandosi una richiesta del genere.
«Come vuoi Jis, era solo perché così potevano aiutarci, ma capisco se non vuoi, me l'aspettavo in realtà.»
«Grazie.»
«Dai, io direi di iniziare dalla cascata e spostarci nei dintorni, va bene?»
«Perfetto, andiamo.» lo prese per mano e insieme si teletrasportarono esattamente davanti al lago.
«Tu vai a Ovest e io a Est, ci rincontriamo qui.»
Jisung annuì ed iniziarono le ricerche, sfrecciando a destra e sinistra come fulmini da una parte all'altra dell'immensa vegetazione.
Tutto quello che trovarono in un intero pomeriggio tuttavia furono piante, animali e qualche vampiro a caccia.
Nessuna traccia di Dahyun.
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Hey gente, come sono andati i primi giorni di inizio scuola?IMPORTANTE: vi avviso che questa domenica partirò per Dublino per due settimane, perciò non so se riuscirò a scrivere, sia per la connessione sia per i miei impegni dato che vado con la scuola. Pubblicare forse potrei trovarmi del tempo se non crollo alle 9 di sera, però non vi prometto nulla e quando torno sicuramente pubblicherò come al solito.
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Reliance on INFERNO~Minsung
FanfictionINFERNO, un pianeta rosso sangue, così come la specie che ci abita: i vampiri. Qui la legge detta che ad ogni vampiro anziano deve essere assegnato un neo-vampiro. Lee Minho è un vampiro da molti decenni ormai, mentre Han Jisung lo è diventato da po...