41༄"o noi o loro."

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Il portone di casa venne sbattuto con irruenza e due figure affannate entrarono nell'ingresso senza manco chiedere il permesso.

Il padrone si allarmò subito, alzandosi di scatto dal divano con le iridi già intinte di rosso, pronte all'attacco.

Si tranquillizzò solamente quando sentì l'odore famigliare dei suoi amici, che poco dopo apparvero nel soggiorno.

«Minho.» esalò Chan portandosi le mani sulle ginocchia per recuperare ossigeno.

«Cos'è successo? State bene?» si avvicinò a loro, preoccupato.

«Jisung.» pronunciò semplicemente Jeongin, meno stanco rispetto al maggiore.

«Che cazzo ha fatto ora?» non ne voleva nemmeno sapere di lui, non l'aveva sentito nominare per giorni e sinceramente era felice così.

Solo quando Chan si calmò riuscì a spiegarsi meglio «non c'è tempo per parlare, ti basti sapere che è andato a cercare l'amuleto dei licantropi e che le streghe e i goblin hanno appena superato il portale.»

Minho sbarrò le palpebre, completamente scombussolato. Sapeva dell'imminente attacco, ma credeva avessero ancora qualche giorno di tempo.

«Non dovevano arrivare tra qualche giorno?» si incamminò verso la sua camera da letto al piano superiore e gli altri due lo seguirono.

«Infatti doveva essere così, ma sembra che hanno accelerato il processo.» borbottò il minore salendo gli scalini due a due.

Il corvino spalancò la porta della camera e, senza nemmeno dare spiegazioni agli altri due, afferrò il materasso del letto e lo ribaltò con una spinta decisa, facendolo cadere sul pavimento e rovesciare alcune maglie poggiate sulla sedia vicino.

Sotto tuttavia non c'erano le classiche doghe del letto, ma una parete in legno spessa, con tanto di piccola tastiera sul bordo destro.

Digitò velocemente il codice e seguito da un "bip" di conferma il legno si aprì, rivelando due catene tese a croce che coprivano una serie di armi da fuoco e taglio.

Le stesse catene erano state utilizzate per bloccare Jisung al letto la notte della luna piena.

Le slacciò entrambe tramite i ganci negli angoli e si risollevò, voltandosi verso i due ospiti, sconvolti da ciò che avevano appena scoperto.

Beh, da uno come Minho cosa potevano aspettarsi? Un set di vasi egiziani o monete antiche?

«Prendete qualche arma, dobbiamo farci la scorta anche per gli altri.»

«Cioè, tu ci stai dicendo che hai sempre avuto queste armi sotto il letto?» Chan alternava lo sguardo tra l'amico e il letto, fissandolo come appartenesse alla mafia giapponese.

«Vi sembra il momento per queste domande? Prendete forza.» li riprese lanciando al biondo una piccola pistola tascabile.

Lui la prese al volo, girandosela tra le mani con un sorrisetto soddisfatto.

«Ma-»

«Pensi che loro siano venuti disarmati? Non bastano i poteri per la guerra Chan.» lo interruppe, conoscendo la sua politica pacifista «perciò, prenditi questi.» gli ficcò in mano tre pugnali, comodi e facili da utilizzare.

Infine per sé prese una semplice pistola nera e una cintura con fondina per inserirla.

Se la legò attorno alla vita e ne prestò una anche a Chan, così da poter inserire i coltelli.

Si munì di altre armi anche per il resto del gruppo e finalmente uscirono di casa uno accanto all'altro.

La piazza era già in delirio: donne spaventate che correvano nelle proprie abitazioni nel tentativo di mettere in salvo i figli piccoli; ragazzi e ragazze che invece saettavano verso il bosco per prepararsi all'attacco; uomini e altre donne che uno affianco all'altra procedevano lentamente, parandosi le spalle a vicenda...

Il fumo e le grida provenienti dagli alberi segnavano l'inizio della prima ondata, l'inizio di una guerra dopo 891 anni di pace, se non di più.

«RAGAZZI!» Hyunjin corse incontro al trio, susseguito da un Felix perso e agitato.

«Prendete.» Minho diede dei pugnali anche al rosso, mentre al lentigginoso rifilò un'altra pistola di medie dimensioni.

«Non fare quella faccia Fata dei fiori, dobbiamo difenderci in qualche modo.» gli diede una pacca sulla spalla il corvino, notando la sua espressione costernata.

«Andiamo.»

Con un ultimo cenno della testa la squadra seguì Minho e presero a correre verso la boscaglia, saettando rapidamente tra animali in fuga e rami spezzati a bloccare passaggi.

Si fermarono solo quando si trovarono nel bel mezzo della battaglia e Hyunjin lanciò subito uno dei pugnali verso uno stregone con lo scettro sollevato per attaccare, prendendolo esattamente sulla tempia e facendolo cadere a terra in una scia di sangue e polvere dorata.

Wooyoung - il ragazzo che stava per essere sorpreso alle spalle - si voltò verso il rosso, ringraziandolo con un breve inchino.

Hyunjin gli schioccò un occhiolino e insieme agli altri cinque raggiunse il resto dei vampiri.

Tra loro trovarono Changbin e Seungmin schiena a schiena, occupati a contrastare tre streghe e due troll che li accerchiavano.

Così Minho e Jeongin iniziarono a sparare, cogliendoli alle spalle ed aiutando la coppia - già segnata da tagli e lividi - ad uscirne.

«Tenete.» il corvino passò le ultime armi ai due mancanti e insieme si fecero spazio tra scie di magia e cadaveri disseminati di sangue.

Cercarono di uccidere più nemici che poterono, rimanendo per il momento nella forma umana ed utilizzando le armi procurate da Minho.

Preferivano non sfruttare tutto il loro potenziale subito, in modo da essere pronti al peggio e rimanere ben carichi.

Si spostavano in coppia o gruppetti, mai da soli, incrementando la loro forza e diminuendo i possibili danni.

Aiutavano più che potevano anche la loro gente, salvandoli da malfamati attacchi di schiena e nei momenti di difficoltà.

Sfruttavano agilità e forza, uccidendo con colpi frontali e pallottole dritte nei punti mortali, assicurandosi un nemico in meno da sterminare.

Felix era l'unico a non ammazzare, limitandosi a tramortire i nemici, che tuttavia venivano fatti fuori definitamente da Hyunjin l'istante dopo.

«Felix, lo so che non vuoi uccidere, ma devi fare una scelta.» si abbassò appena in tempo per schivare un incantesimo «o noi o loro.» diede un calcio al nano che lo stava per colpire sulla gamba, disarmandolo della piccola ascia.

Il biondo sbuffò, decidendosi a sparare verso uno degli orchi che si dirigeva verso di loro, ormai troppo vicino al custode per i suoi gusti.

«Ecco, così.» il maggiore gli diede un bacio rapido sulla guancia e lo afferrò per un braccio, spostandolo appena in tempo per salvarlo da un albero infuocato appena sradicato.

Ogni coppia si aiutava a vicenda, difendendosi e attaccando insieme, finché Minho si separò dai Seungbin, avvertendo un suono da lui tanto odiato avvicinarsi sempre di più.

«MINHO!» sbraitò Changbin intravedendolo allontanarsi per andare direttamente incontro agli avversari.

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Aggiorno pure qui e ripeterò ancora AUGURI A MIO PADRE MINHO♡︎♡︎♡︎

E niente, la storia sta diventando interessante :)

Reliance on INFERNO~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora