22. Odio quell'uomo

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Sbagliavo a trovarmi in quella situazione.
Non avrei dovuto a prescindere provarci con Marika ed ora mi ritrovo sotto scacco a succhiare il pene del mio patrigno.

Avrei potuto rifiutare,spiegando a mia madre il motivo per il quale lei si sarebbe lasciata con il futuro marito oppure dicendo addio per sempre a Marika.

Ma ho deciso di cedere al ricatto,perché se c'era una cosa che detestavo più dell'avvocato era perdere la mia amata.

Io,che da sempre avevo messo la mia eterosessualità su un piedistallo, mi ritrovavo costretto a quasi diciott'anni a succhiare un pisello.

Si vedeva che l'avvocato faceva palestra,in quanto le sue gambe erano perfette,le cosce di marmo e i polpacci ben sviluppati.
Avevo anche capito perché mia madre era molto soddisfatta di lui sul piano sessuale.

Il suo pene depilato era molto lungo da moscio e man mano succhiavo più diventava duro e,ad occhio e croce, poteva essere sui venti centimetri.

Non avevo mai succhiato prima d'ora però cercavo di immedesimarmi nelle meravigliose pompe che faceva Marika.

Ho leccato la cappella,poi mi sono concentrato sul prepuzio e,dopo una leccata al bastone mi sono concentrato a succhiargli le palle.

Ho deciso che era il momento di fargli un po' male,quindi gliele ho morse.
Di tutto punto,dopo aver esalato un urlo, mi prende per per capelli,schiaffeggiandomi.

Poi mi ordina di abbassarmi i pantaloni e mi fa piegare sulle sue gambe.
Cerco di rifiutare ma non mi resta altro che obbedire davanti all'ennesima minaccia.

Sento un soave:
-Fai bene puttana-
Poi ,senza mezzi termini, sento un colpo molto violento sulla mia natica sinistra.

Trattengo un urlo,avendo ben chiaro ciò che mi toccava.
Le sculacciate proseguivano a raffica,senza alcuna pausa.

Tenevo duro,facendo affidamento a tutto l'autocontrollo possibile.
Ma era quasi impossibile.
Non aveva ritegno verso di me,gli importava solo di farmi male.

Passati dieci minuti ho contato ben cento sculacciate;avevo quasi perso sensibilità alla gamba quando l'ennesima umiliazione era arrivata dentro di me.

L'avvocato ,con le sue lunghe dita,si era fatto spazio dentro di me.
Penetrava a fondo,senza alcuna lubrificazione,facendomi ancora più male.

Urlavo e lui,non contento,mi ha preso una calza e me l'ha ficcata in bocca.
Nel mentre ha voluto toccare il mio pene,strizzandomi le palle.

Inevitabilmente il mio cazzo si era indurito.
-Congratulazioni,odioso figliastro.
Mi hai fatto venire una voglia che non avevo da tempo.-

Mi ha ordinato di spoglarmi e di mettermi di spalle a lui,dopo essermi alzato.
Si é sfilato la cravatta,spogliandosi nel frattempo e con quella mi ha legato i polsi, ordinandomi di rimanere in piedi.

Si inginocchia ed inizia a succhiarmelo.
É passionale,brutale e con orrore mi ricorda il modo di succhiare di Marika.
Mi schiaffeggia le palle più volte,per poi leccarmele.

Poi succhia la cappella con avidità,con una bravura tale che non riesco a resistere.
Gli vengo in bocca urlando.

Lui,sconcertato e schifato si alza e mi sputa in faccia,restituendomi la sborra.
Non contento mi tira un pugno,dicendomi
-Brutta zoccola-

Poi mi trascina per terra e mi ordina di leccargli i piedi per rimettermi all'ordine ma,con rabbia notevole,glieli sputo.
Non contento si piega,mi tira un altro pugno ,mi prende per capelli e me li fa leccare.

Sono profumati e senza peli,quindi faccio uno sforzo ,concentrandomi a leccare e succhiare tutte le dita di entrambi i piedi.
Poi mi avvicino più in alto,succhiandogli il pene con tutta la forza che ho.

Voglio farlo venire perché intuisco che potrebbe fare qualcosa di spiacevole.
Vorrei scappare ma sono legato a questa malefica situazione.

L'avvocato geme per un paio di minuti,poi ride beffardo:
-Non te la caverai così facilmente puttana-

Mi rialza e mi fa stendere sul divanetto a novanta gradi, tenendomi saldamente per la cravatta.
Dopo avermi aperto il buco alla bene e meglio per valutare , senza alcuna lubrificazione ne preservativo, mi entra dentro con tutta la potenza che aveva.

Urlo,dimenandomi dal dolore,ma non riesco a fare altro.
Entra ed esce a ripetizione,facendomi troppo male.
Poi ,forse sentendo troppo stridere,decide di mettere dello sputo.

La situazione non migliora di molto,ma almeno non sento la sensazione di dplore insopportabile.
Spinge come un animale da monta,senza il minimo cenno di resa.

Mi sento dolorante, ma qualcosa "dentro" mi sconquassa, facendomi sentire più prossimo alla venuta.
Dopo dieci minuti abbondanti in cui mi monta viene dentro di me con una copiosa sborrata mentre lo seguo schizzando per terra tra assurdi gemiti.

Mi urla contro che sono un incapace e che non avrei dovuto sporcare.
Sbatte il mio viso sulla mia sborra sul pavimento e mi ordina di leccarla.

Poi mi ordina di scorreggiare,per espellere dal mio sedere tutta la sua sborra.
Obbedisco e ne caccio parecchia.
Poi la lecco per compiacerlo.

Ora tocca al suo pene,ancora duro nonostante la recente venuta.
Glielo pulisco a fondo fino a quando non mi ordina di rimanere in piedi.

Nel frattempo si stende a terra e mi dice di mettermi sopra di lui.
Gli chiedo se posso levarmi la cravatta ed obbedisce.

Capendo ciò che vuole prendo la sua dura mazza e la metto dentro di me.
Con le mani libere decido di mettermi nella posizione migliore per cavalcarlo e sentirlo a fondo.
I mie movimenti,dapprima lenti,si fanno più veloci e ,stranamente,godo nel vedere l'avvocato in estasi.

Sarà per il suo sguardo penetrante trasparito dagli occhi neri,sarà dalle labbra carnose in evidenza rispetto alla barbetta grigia,ma decido di provare una cosa di mia spontanea volontà.

Mi piego verso di lui,sempre con la mazza dentro e,approfittando di un suo momento ad occhi chiusi.
Gli do un bacio a stampo.

Non so che mi prende,visto che é il mio aguzzino ,ma si intravedeva il bisogno di avere un contatto qualsiasi col padre che avrebbe dovuto essere.

Sebbene in un primo momento sembra ricambiare,non ci vuole nulla che ricevo un altro ceffone.
Odio quell'uomo,ma capisco anche che devo rimanere al mio posto.

Obbedisco,facendo buon uso degli squat in palestra.
Mi muovo su e giù con intensità maggiore via via fino a quando ,dopo altri dieci minuti, mi viene di nuovo dentro con sua somma gioia.

Lui,che doveva essere mio padre,é una specie di magnaccia che mi fa scopare sua figlia pur di essere la sua troia.
Da quel momento abbiamo avuto un incontro ogni volta in cui gli andava oppure quando era arrabbiato e desideroso di scatenarsi dopo aver litigato al lavoro.

Sempre passivo,sempre umiliato.
Sempre il suo oggetto sessuale.

Nel corso degli anni successivi avevo avuto una notevole avversione per le persone lgbtqia+ e non mancavo di litigare spesso con Marika su questo punto ,perché non poteva capire cosa ho passato pur di mantenere la relazione con lei.

Sotto sua costrizione mi sono iscritto ad un circolo arcobaleno dove ho imparato con i miei limiti a dividere l'orco del mio patrigno dalla comunità.

Grazie a quegli incontri ho conosciuto Lucia,per la quale ho provato forti sentimenti dal primo momento in cui l'ho vista, ingelosendo non poco Marika.

Non avevo provato alcuna attrazione,ne incontrato alcun uomo dall'ultima volta con l'avvocato ne mai l'ho cercata.
Da allora mi ha scopato periodicamente, ogni qualvolta sentisse l'esigenza di svuotarsi i coglioni o volesse fare qualcosa che non faceva con mia madre fino a quando non ha quasi beccato la mia scopata con Lucia e Marika.

Quella volta aveva intuito che qualcuno avesse scoperto il nostro segreto ma avevo negato categoricamente per proteggere Lucia.
Stranamente quella notte mi ha creduto ,ma ormai la frittata era fatta.

Per la prima volta una persona in comune conosceva il mio sporco segreto, neanche immaginando tutta la merda che c'era dietro.


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