29. Quella benedetta sera

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In quel frangente Carlo era solo stato capace di dire:
-Posso spiegare.-
Accecato come ero dalla rabbia gli ho urlato:
-Stai zitto!-

Poi gli avevo detto di aver scambiato quattro chiacchere con quel muscoloso ed aitante giovane nudo e pronto a scopare con me ed Alessandro, che peraltro aveva incontrato nelle saune che tanto disprezzava e che mi aveva rivelato quasi per caso l'infallibile metodo per risparmiare denaro scopando.

Era rimasto senza parole.
Lo incitavo a parlare, invece, facendomi capire cosa avevo fatto per meritarmi tutto quello schifo.

Con la voce strozzata aveva soggiunto che durante i nostri primi litigi era avvilito perchè non si sentiva preso in considerazione e che pensava che lo tradissi con chissà chi perchè non si sentiva apprezzato fisicamente da me.

Piuttosto che parlarne aveva tenuto tutto dentro e, una volta visto che il giovane aitante lo desiderava , aveva ceduto alle sue provocazioni.
Aveva provato a smettere dopo che io avevo provato a chiarire ma ci cascava a causa dell'attrazione fisica che provava per il ragazzo, facendosi scopare senza preservativo perchè il giovane era allergico.

Diceva che era solo sesso ma gli ho urlato che ero stato accolto con un dolce 
-Amore-
Gli ho detto che ero intenzionato a sposarlo perchè mi fidavo di lui e ci immaginavamo insieme per sempre.

Ha spezzato la fiducia che avevo nutrito nei suoi confronti e che era un verme per aver fatto tutte le scenate di gelosia davanti a me nonostante fosse lui il traditore.
Ho pianto a dirotto e, non appena lui si è avvicinato a me, l'ho allontanato urlandogli che aveva oltrepassato il limite.

Anche lui ha pianto implorandomi di non lasciarlo perchè mi amava e che aveva sbagliato su tutti i fronti.
Che non sapeva come uscire da quella situazione così assurda e che se lo avessi perdonato avrebbe fatto di tutto per allontanarlo di casa e cercato in tutti i modi di riconquistare la mia fiducia.

Aveva sbagliato su tutta la linea e non sapeva cosa altro dire.
Volevo solo piangere da solo e, dopo aver sentito le sue parole, gli ho solo sussurrato:
-Vado via, non so quando torno.-

Ero troppo nervoso per stare nella casa piena zeppa dei nostri ricordi, sebbene fosse mia, e non volevo incrociare il mio sguardo con il suo.
Avevo bisogno di urlare, spaccare qualcosa e di piangere da solo.
Alla fine ho scelto di meditare davanti al fiume Adige sulla banchina del ponte Scaligero.

Ho fissato lo scorrere impetuoso del corso d'acqua a causa del forte vento che c'era, riflettendo il mio stato d'animo in quel preciso istante.
Potevo perdonare Carlo?
Potevo ancora sposarlo?
Mi amava come diceva?
Potevo tornare a fidarmi come prima?

Avevo il suo anello in mano, combattuto tra il buttarlo nel fiume, tenerlo o rivenderlo al migliore offerente.
Avevo sempre pensato che prima o poi sarei stato io a tradirlo, ma era stato facile trattenere quegli impulsi perchè lo amavo troppo ed avevo visto in lui l'uomo della mia vita.

Ma tutto ciò era troppo da digerire.
Sono stato disteso sulla banchina a riflettere per due ore abbondanti prima di tornare a casa.
Una volta varcata la porta ho visto lui piangente e con alcune valigie pronte.

Mi ha detto che avevo ragione a mandarlo via e che sarebbe stato  da sua madre fino alla scadenza del contratto di locazione già stipulato sulla casa in affitto.
Poco prima di uscire ed aprire la porta gli ho afferrato il braccio.

Gli ho detto che anche io avevo fatto la mia buona dose di errori, che lo amavo lo stesso anche se mi aveva ferito nel profondo e che ci sarebbe voluto molto tempo prima fidarmi di lui.
Gli ho anche intimato di cacciare senza mezzi termini il giovane e di rimettere l'affitto al prezzo stabilito a meno che non si trattasse di una donna con figli.

Gli ho intimato che lo avrei perdonato una volta ridotta la sua incrollabile gelosia e conosciuto Alessandro che non gli aveva mai fatto del male, oltre a frequentare i miei amici senza provarci .
Infine per rincarare, ben consapevole che forse non sarei arrivato a tanto, gli avevo detto che avevo un bonus sauna da utilizzare a mio piacimento.

Piangendo di gioia è corso ad abbracciarmi e l'ho accolto con diffidenza, dopo avergli detto che avrebbe dovuto eseguire ogni sacrosanto test insieme a me e che avremmo scopato dopo un mese col preservativo.

Il giorno dopo si era già messo all'opera e ha detto al ragazzo di lasciare la casa; con mio stupore lo stesso aveva già trovato un altro appartamento e che entro una settimana lo avrebbe lasciato.
Siamo stati mesi a fare controlli, risultati poi negativi per nostra felicità e abbiamo cercato di recuperare i cocci della relazione. 

Le nostre scopate sono riprese a gonfie vele e, complice il lavoro in team diversi, abbiamo messo da parte gli scontri sulle questioni lavorative.
Non me la sentivo ancora di sposarlo ma avevo ripreso man mano a fidarmi di lui e sembrava che le cose potessero funzionare.

Alessandro e Carlo andavano d'accordo e quest'ultimo aveva preso le distanze dalle sue amicizie bifobiche.
Cinque mesi dopo, metà luglio, ricevo una chiamata dal mio amico.

Mi dice che è triste a causa della rottura della relazione con il giovane aitante che, sotto suo consiglio, era andato ad abitare nella casa in affitto dove era stato prima di comprare casa.
Sembrava tutto rose e fiori finché non si sono sfanculati per incompatibilità caratteriali.

Questo per lui voleva dire maracaibo e, come successo varie volte, sapevo che mi avrebbe chiesto di accompagnarlo in sauna perchè da solo non si sentiva.
Avevo chiesto a Carlo se potevo andare, assicurandogli che sarei stato comunque fermo a meno di catastrofi o del futuro uomo della mia vita.

Un po' reticente, ma memore del caos successo tempo prima , ha accettato e quella benedetta serata di metà luglio ho accompagnato Alessandro.
Era partito tutto come una serata tranquilla.
Uno spritz, sauna e relax senza fini strani nella vasca idromassaggio.

Abbiamo parlato del più e del meno e l'ho fermato quando voleva scopare della gente oggettivamente troppo vecchia per lui.
Dopo una rilassante seduta nel deserto bagno turco siamo entrati in vasca verso le nove.
Passata mezz'ora sono entrati un bell'orsetto e un ragazzo biondino che chiacchieravano del più e del meno.

Si era creato un centro feeling attraverso i nostri racconti nati per caso ed il ragazzo bruno era programmatore informatico come me.
Qualcosa è scattato in me e non ho resistito.
Ci siamo toccati per sbaglio ma, osservandolo meglio, forse valeva la pena a proseguire.
Si è avvicinato a me e mi ha travolto con una sensualità che non ho saputo spiegare.

Ed alla fine, sventurato, ho risposto.




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