Già da qualche mese cercavo di essere più schivo possibile nei confronti di Marika.
Parlavo meno spesso con lei, i nostri confronti erano sempre più brevi e serrati e le nostre serate si erano ridotte all'osso.Lei pensava che fossi in una relazione complicata, intento ad evitarla come non mai.
Ma la realtà era più che semplice.
Il mio problema era lei.
Vederla ogni giorno, immaginare uno stupido, proibito e dolce amore con lei.Lei che, di sicuro, mi avrebbe mollato dieci ceffoni solo all'idea di proporle uno schifo simile.
Mi vergognavo troppo non riuscendo nemmeno a guardarla negli occhi.Lei, d'altro canto, sembrava confusa ed a tratti indispettita, tanto da aver litigato con me più di qualche volta a causa della mia recente chiusura.
Ma non avrei mai chiuso con lei.
Non avrei mai cercato un litigio, mancato una serata cinema o un confronto.
Mi vergognavo troppo di me stesso ,dei miei impulsi sessuali verso di lei e dei miei sentimenti.Non mi sentivo normale.
Perché su oltre quattro miliardi di donne dovevo innamorarmi di una delle poche verso le quali la società impone un divieto assoluto?Perché Marika?
Perché la mia sorellastra?
Odiavo sempre di più l'avvocato.
Se non fosse stato per causa sua avrei potuto fidanzarmi con lei, sarei stato legittimato a provare un sentimento così bello come l'amore.Ed invece ero bloccato con il cuore a pezzi in un limbo che non si sarebbe mai sbloccato.
Se non fosse stato per lui, d'altronde, non l'avrei mai conosciuta e forse provato questo sentimento così profondo.Dopo due mesi arrivò il 20 Giugno, il compleanno dell'avvocato.
I rapporti con lei erano tesi, dato che aveva scelto la via del silenzio dopo i miei comportamenti, e come darle torto del resto.Quel giorno eravamo stati "costretti" a stare insieme e l'uno accanto all'altra alla cena in grande stile organizzata dall'avvocato per le oltre cinquanta persone invitate senza che neanche io le conoscessi.
Le solite domande da parte di parenti e conoscenti, i soliti piatti preparati dal catering che conoscevo fin troppo bene, gli argomenti di conversazione stantii e noiosi.
Sarebbe stata la solita serata se lei non fosse stata accanto a me.Avevo una terrificante tachicardia.
Stavo per piangere e mi sforzavo di non rivolgerle la parola.
Lei che, nonostante un iniziale indifferenza, era sempre più inviperita.Arriviamo ai secondi.
Lei ,dopo aver ripetuto tre volte
-Gioele, ascoltami un attimo-
Sbotta, sbatte per terra la sua sedia, si alza in piedi, sbatte anche la mia verso di lei e mi intima:
-Se hai le palle vieni e parlami in giardino, pezzo di merda-Rimango interdetto come tutti gli altri commensali ma, spinto dallo sguardo di odio dell'avvocato, mi alzo dalla sedia e mi accingo a raggiungerla.
Mi urla contro che sono incapace, che se ho qualche problema le posso parlare in tranquillità senza fare scena muta e che nonostante la mia coglionaggine mi vuole ancora bene ma non capisce cosa mi ha fatto di male.
Piange a dirotto, tanta era la tensione.
-Sei tutto per me, Marco.
Non abbandonarmi-Piango anche io come mai fatto finora.
Poi l'istinto mi assale.
Mi avvicino a lei chiedendole:
-Scusami-
La accarezzo con dolcezza.
Lei punta i suoi occhi meravigliosi occhi cerulei su di me e mi sciolgo.Ho il cuore che batte all'impazzata e, in un attimo, mi abbandono al contatto tra le nostre labbra.
Dopo un paio di secondi mi stacco e le dico:
-Ti amo, Marika Orlandi.
Ti ho sempre amato-Lei rimane a bocca aperta e l'unica cosa che é capace di fare é tirarmi uno schiaffo, inebetita, per poi andare verso la festa.
Il mio viso bolle dalla potenza della manata.
Rivoli di lacrime solcano il mio viso e chiudo gli occhi istintivamente.Con grande sorpresa lei ritorna piano verso di me, in lacrime anche lei.
Mi accarezza piano il volto, nello stesso punto dove mi aveva schiaffeggiato, poi mi bacia.Poi mi sussurra con dolcezza:
-Ti amo anche io, Gioele Ricci-
Ci abbracciamo per due minuti abbondanti, baciandoci con dolcezza nascosti tra i salici piangenti mentre dentro infuria la festa.Il sapore della sua bocca é fruttato, dolce e anche un po' speziato.
Bacia davvero bene e anche io dimostro la pratica avuta con molte frequentazioni.Le nostre lingue si incastrano alla perfezione; in un lampo entrambi capiamo che abbiamo provato qui sentimenti malcelati da troppo tempo.
Veniamo interrotti da un lieve fruscio in un cespuglio vicino ma, una volta assicurato di non essere visti rientriamo alla festa.Li rimango a bocca aperta perché l'avvocato ha chiesto a mia madre di sposarlo con un anello di rubino rosso fuoco.
Lei, felicissima, ha accettato ed io e Marika ci siamo guardati negli occhi con una certa tensione.La situazione non era delle migliori, ma di lì a poco ci sarebbe stato il germe della nostra clandestina relazione.
Infatti, una volta finita la festa, ci siamo dati appuntamento in un punto non visibile della tenuta ,sotto un bellissimo salice dove era iniziato il nostro rapporto.Era raggiante, col suo sorriso smagliante ed i biondi capelli al vento.
Ero imbarazzato e ben consapevole che di lì a poco avrei fatto qualcosa di troppo proibito e senza ritorno.Entrambi, infatti, eravamo vergini.
Non avevo mai fatto sesso prima d'ora ed i video porno non erano stati chiarificatori in quanto mostravano solo un modo di fare sesso lontano dalla mia concezione.Ho deciso di lasciar parlare il mio cuore.
Le ho detto che era da tanto tempo che provavo un sentimento per lei e che sapevo che fosse sbagliato.
Lei mi abbraccia, confessandomi che aveva iniziato a provare qualcosa per me da quando avevo iniziato a sparire.Eravamo entrambi d'accordo sul non raccontare a nessuno ciò che succedeva tra noi e ha candidamente ammesso, facendomi rimanere di sasso, che più di qualche volta mi spiava mentre di docciavo, eccitandosi non poco.
Qualcosa di duro bussava ai miei pantaloni ,dopo l'ennesimo bacio, e si notava in maniera particolare in quanto quella sera avevo i pantaloni skinny.
Aveva riso di gusto, salvo poi avvicinarsi a me, baciarmi con dolcezza e, nel mentre, toccare i pantaloni in quel punto, facendomi gemere come mai avevo fatto prima.
Una delle scopate più epiche mai avute stava per avere inizio.
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L'avventuriero
ChickLit---------------------------------VM18-------------------- Marco Adriani è un programmatore informatico che lavorava in uno sperduto paesino pugliese. Dopo essersi dimesso è alla ricerca di un impiego; dopo molti tentativi ne trova uno presso un'azie...