27: Ti vuoi mettere con me?

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Dopo l'evento del bagno ho iniziato a provare un interesse sempre più forte verso Carlo.
Ho iniziato ad apprezzare la sua solarità, la parola sempre pronta e i suoi modi di fare cordiali e sempre disponibili con gli altri.

Il lavoro con lui sembrava meno faticoso e ammetto in maniera molta candida che i primi mesi ci siamo scatenati tanto tra bagni ed uffici nascosti.
Eravamo un fuoco insieme e non ci ponevamo limiti di sorta.
In quel momento non mi sentivo pronto per una relazione seria e finché c'erano coccole e sesso non mi dispiaceva.

Avevo notato però alcuni piccoli campanelli d'allarme, primo fra tutti la sua gelosia.
Non poteva sopportare la presenza del mio migliore amico Alessandro, nonostante io non abbia mai provato nulla per lui e neanche scopato.
Se lo invitavo in sauna e c'era lui preferiva evitare con ogni scusa possibile e già come cosa faceva ridere perchè si sarebbe dovuto arrabbiare a prescindere del fatto che andassi in sauna.

Avevamo iniziato a frequentarle insieme di comune accordo in quanto non le aveva mai provate preferendo poche volte determinati tipi di locali.
Non gli piaceva però il fatto che qualcuno volesse appartarsi solo con me ed ero sempre il primo a rifiutare approcci escludenti nei suoi confronti.
Inoltre in tanti anni insieme non ha voluto mai vedere in faccia Alessandro e nei limiti del possibile ho rispettato questa scelta

Col passare dei mesi ho capito che soffriva a vedermi toccato da qualcun altro e, cercando di parlare chiaro, gli ho detto che non sarei più andato in quei posti per farlo stare tranquillo.
Sempre per il quieto vivere, inoltre, ho ridotto i contatti con Alessandro con la promessa che comunque gli sarei stato vicino per ogni problema.

Dopo cinque mesi durante una chiacchierata tra colleghi succede l'impensabile.
Carlo dice in maniera molto candida di essere gay rispondendo alla domanda sul tipo di ragazza ideale e, schiarendo la voce, aveva detto guardando con insistenza verso di me, che se qualcuno avesse avuto voglia di parlarne lui e il gruppo ci sarebbero stati a supportarlo.

Da parte dei colleghi ho notato incredulità ma allo stesso tempo comprensione ed amicizia.
Non me lo sarei mai aspettato ed ero rimasto sorpreso in modo piacevole ma, allo stesso tempo, sembrava che quell'occhiata fosse una richiesta di coming out forzato che non mi sentivo mai di fare.

Gli avevo espressamente chiesto qualche giorno fa di evitare di parlarne in quanto erano successe beghe proprio a causa della mia identità sessuale.
So che voleva fare del bene cercando di curare la mia percezione sul lavoro ma sul momento non la presi bene.

Se non era neanche mio fidanzato perchè si era messo in mezzo quasi implorandomi di parlare di un mio tasto dolente?
Quella sera stessa mi ero girato di merda perchè non poteva pretendere di mettersi in mezzo su mie questioni personali e so per certo di aver avuto tutti i torti dell'universo.

Lui in tutta ovvietà mi ha mandato a quel paese accusandomi di essere un verme represso che non aveva paura di rischiare e che lui non si sentiva di stare vicino a me.
Ci ero rimasto male perchè il nostro feeling era altissimo e non volevo perderlo.

Mi sono presentato sotto casa sua con un mazzo gigante di rose e un bigliettino stile elementari, con scritto " Ti vuoi mettere con me?" contornato con un "Si/no", perchè mi aveva fatto tenerezza che non ne avesse mai ricevuto uno da piccolo.

Gli ho anche spiegato che sarei stato pronto a fare coming out non mancando di rimarcare che anche il nostro fidanzamento non sarebbe stato dimenticato.
Lui felicissimo ha accettato a abbiamo scopato in maniera divina quella notte.

Il giorno dopo, come promesso, ho detto ai miei colleghi che ero bisessuale e fidanzato ufficialmente con Carlo dal giorno prima.
Lui mi aveva preso in disparte convinto del fatto che fossi gay ed io gli avevo risposto che ci sono stati dei momenti anche abbastanza recenti nei quali ho avuto esperienze sessuali con donne.

Li ho ricevuto il secondo campanello d'allarme ossia il suo atavico odio per il genere femminile, coronato da insulti su come fossero lascive, il pericolo che una donna possa incastrare l'uomo con la scusa di metterle incinta e via discorrendo.

Non solo era geloso degli uomini ma anche delle donne che potevano accalappiarmi come se io non avessi la mente per decidere di fermarmi.
Così ho anche ridotto all'osso le mie amicizie femminili prediligendo solo ragazze lesbiche o spostate da anni con uomini.

Inoltre, altra cosa su cui ho tralasciato per tanto tempo, erano le sue amicizie con amici gay bifobici all'inverosimile che conosceva da anni.

Nonostante queste avvisaglie la nostra relazione andava così bene che dopo un paio di anni Carlo ha affittato il suo appartamento per seicento euro al mese ed è venuto a vivere con me.

Qualcosa si era rotto in quell'equilibrio nei successivi sei mesi: non riuscivamo a fare l'amore come prima e lo vedevo più distaccato ed assente.
Avevo ripreso gli incontri dall'analista per capire cosa non andava perchè cercavo sempre di rendere l'atmosfera di coppia più piccante e proponevo cose sempre diverse da condividere insieme.

Eravamo anche avvelenati da alcune questioni come ritardi, clienti fin troppo esigenti e visioni diverse che ci portavano spesso a discutere fuori dall'orario lavorativo sul progetto in cui lavoravamo insieme.
Ho provato a chiedergli quell'estate il perdono per tutte le volte che abbiamo discusso e gli ho anche detto che sarei stato disposto a cambiare team per migliorare la nostra serenità.

Ha accettato di buon grado e così ho ricoperto una nuova posizione lavorativa sostituendo un collega in pensione.
Passiamo un capodanno meraviglioso insieme in viaggio in Francia e guardandolo negli occhi davanti a Montmartre ho capito che era l'uomo giusto da sposare.

Lavorando per tanti anni ed avendo una casa di proprietà ero riuscito a mettere un grande gruzzolo da parte e sono andato a prendere il suo anello preferito una volta tornato a Verona.
Quella sera ero d'accordo con Carlo che sarei andato ad aiutare Alessandro con un trasloco ed aveva accettato di buon grado perchè doveva aiutare la madre con delle spese.

Abbiamo concluso le operazioni in quasi dieci ore e abbiamo festeggiato godendoci delle birre fresche al bar.
Gli avevo fatto i complimenti perchè sapevo quanto era stata dura mettere i soldi da parte per acquistare la casa e l'ho anche rimproverato perchè poteva raggiungere questo obiettivo prima se avesse accettato una parte dei soldi da me senza alcun obbligo di restituirmeli.

Da li sono scaturiti molti discorsi sull'importanza di avere un tetto sulla testa, degli affitti troppo alti in centro e della necessità di avere un'automobile se si voleva trovare un buon equilibrio quantità prezzo.

Poi sono venuti i miei momenti preferiti, ossia le chiacchiere da sauna ed i pettegolezzi dei nostri amici che non vedevo da molto tempo.
Mi aveva detto che aveva conosciuto un ragazzo bolognese molto divertente e che lo aveva fatto ridere per la trovata che aveva escogitato per risparmiare sull'affitto.
Mai avrei immaginato che si trattasse di qualcosa che mi riguardava fin troppo da vicino.


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