18. Quello stupido e crudele scherzo

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Ricordo molto bene quella sfuriata epica.
Era il primo di Aprile, una domenica, e quell'anno gli scherzi dovevano essere molto più che crudeli.

Visto che tra Marika e me non scorreva buon sangue tra noi si prospettava l'occasione per un accesissimo scontro.
Avevo avuto una ghiottissima idea sostituendo del fondotinta con della farina e colorante e le urla di disgusto si sono sprecate.

Dal lato suo ho ricevuto un paio di gavettoni pieni d'acqua, ma mi sono divertito molto a scambiare il suo thè preferito con l'olio.
Dopo ore di scherzi estenuanti sentivo che lei si era arresa e stavo pregustando la goduriosa soddisfazione.

Ma, arrivato il pomeriggio, mia madre mi ha chiesto di controllare la cassetta postale e ho trovato una lettera che mai mi sarei aspettato di ricevere.
Sulla busta c'era il nome di mio padre come mittente.

La apro, stranito da tutto ciò:

-Ciao Gioele.
Mi dispiace per non essere stato il padre migliore che hai avuto.
Sono stato stronzo oltremodo e mi vergogno di ciò che ho fatto.
Vorrei che prima o poi mi perdonassi, ne ho bisogno.
Non c'è momento in cui non pensi a quando giocavamo insieme agli Avengers e in cui mi sentivo il tuo supereroe.

So che sono passati anni, ma il mio amore per te rimane e rimarrà per sempre intatto, anche se non ho dato a vederlo.
Scusami.
PS: ho cambiato numero, chiamami qui per favore.
Spero tu lo faccia, anche se hai tutte le ragioni del mondo per rifiutare.
Tuo padre,
Antonello-

Piangevo a dirotto.
Sognavo da anni l'arrivo di un simile momento, in quanto era proprio la figura paterna che mi mancava e l'avvocato, che parteggiava per Marika, non mi era d'aiuto.

Ero pronto da tempo ad aprirgli la porta del mio cuore e chiarire anche se, per non incorrere in un rifiuto di mia madre, rimanevo in silenzio e non parlavo di quell' inconfessabile desiderio.

Però quella lettera cambiava tutto.
Mi amava, nonostante tutto.
Voleva ricucire i rapporti.
Ancora lacrimante ho preso il cellulare e ho chiamato senza esitazione.

Risponde una voce palesemente modificata che mi dice:

-Brutto coglione, pensavi davvero che tuo padre ti volesse bene?
Fregato!
Sei solo una nullità, uno scarto.
Non meriti l'affetto di nessuno e prima lo capisci e meglio é.-

Riattacca subito dopo.
Sono ancora con il telefono attaccato all'orecchio con le lacrime agli occhi.
Mi fa troppo male, il sogno é infranto nel giro di pochi secondi.

D'altronde era il primo aprile, dovevo aspettarmelo.
Così come avrei dovuto immaginare che fosse stato uno scherzo architettato da quella mignotta della mia sorellastra e il suo paparino.

La rabbia mi era montata nella maniera più assoluta.
I miei scherzi erano innocui e rispettavano nella maniera più assoluta lei e la sua famiglia.

Mai avrei usato di attaccarla in quel becero modo, dove faceva più male.
Si trattava di tortura psicologica, non di uno scherzo.

Sono arrivato al primo piano correndo paonazzo in viso.
Ho spalancato la porta socchiusa della sua stanza e, non appena l'ho incrociata, le ho mollato un ceffone.

Le ho urlato, tra le lacrime:
-Razza di zoccola.
Hai vinto, contenta?
Grazie per esserti dimostrata per l'ennesima volta una vipera senza cuore con il tuo scherzetto.
Spero tu vada all'inferno il prima possibile.-

E sono scappato fuori da casa in direzione di una radura poco lontana, mentre mia madre e l'avvocato erano due camere dopo a sistemare delle robe e non sono riusciti a reagire, rimanendo senza parole.

So che non avrei dovuto farlo, ma ero troppo preso di mira ed in un certo senso se lo é meritato.
Era quasi notte quando lei mi ha trovato, ancora con le lacrime agli occhi, sotto ad uno degli ulivi secolari della tenuta.

Il suo sguardo non era colmo d'odio come mi aspettavo.
C'erano preoccupazione, contrizione e tristezza nei suoi occhi.
Si siede vicino a me come se nulla fosse ed io la lascio fare.

-Mi potrai perdonare per ciò che ti ho fatto?
Tua madre mi ha raccontato ciò che é successo con il suo ex marito e non lo avrei mai immaginato.
Sono stato crudele e hai tutte le ragioni per essere inviperito, anche potevi risparmiare lo schiaffo.
Ho un rapporto tutto sommato buono con mia madre, quindi non capisco cosa provi realmente e sono qui per ascoltare se vuoi-

Rimango colpito dalle sue parole.
Lei che mi chiede scusa e che cerca un serio confronto dopo mesi di reciproco odio.
Ma in quel frangente decido di aprirmi.

Le racconto dei processi, della mancanza di mio padre, del mio inconfessabile desiderio di incontrarlo e chiarire.
Lei mi ascolta con attenzione, mi ripete che il problema non sono io e che lui ha sbagliato tutto.

Poi mi abbraccia e le chiedo di perdonarmi per il mio gesto.
In quel gesto mi sono sciolto, ascoltato e capito.
Ed ho iniziato a provare amore per lei.

Abbiamo iniziato a conoscerci meglio, confrontarci sui look, sulle frequentazioni, sui compiti di scuola in quanto ci siamo ritrovati a frequentare lo stesso istituto.

Iniziavamo ad essere molto protettivi e gelosi l'uno nei confronti dell'altra e viceversa quando ci fidanzavamo con il partner di tutto, per lasciarci dopo pochi mesi perché i nostri caratteri non erano dei migliori in quanto molto dominanti.

Più la conoscevo, la aiutavo e ci chiacchieravo più aumentava la convinzione che mi sarei fidanzato con lei se non avessimo avuto alcun legame parentale.

Se da un lato la mancanza di consanguineità mi dava ragione, dall'altro era chiaro che un'ipotetica relazione sarebbe divenuto uno smacco per la mia famiglia che, dall'arrivo dell'avvocato, era divenuta ultra cattolica ed orientata in maniera palese verso destra.

E se dal lato mentale iniziava la prima cotta, avevo iniziato i primi pensieri su di lei dal lato sessuale.
I miei sogni erano invasi da Marika.

In tutti gli outfit più belli, con ben in vista il suo florido seno che l'adolescenza le aveva regalato e con ogni posa possibile ed immaginabile.

Era troppo eccitante ed anche vergognoso spararmi seghe su seghe notturne pensando a lei ed alla prima volta che sarebbe stata meravigliosa.

Mi chiedevo se lei mai pensasse cose del genere, che si erano palesate da quello stupido e crudele scherzo.
Il perfetto quadro di amore non corrisposto e disperato si era rotto al quarantesimo compleanno dell'avvocato.

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