31. Il trio di fuoco

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La situazione si é scaldata, nel vero senso del termine, mentre la ragazza si era allontanata dal palco.

Una giovane bionda che indossava un succinto vestito nero in pelle aveva fatto ingresso con un ragazzo coperto totalmente da un tuta in latex.

Subito ha iniziato ad aprire un ombrello rotto sulla cui sommità erano incollate delle mini torce.
Il suo assistente l'ha aiutata ad accenderle e subito ha iniziato a giocare con lo strumento, descrivendo in aria dei meravigliosi giochi di luce che mi sono goduto dalla prima posizione.

Dopo quello spettacolo era toccato il turno di un paio di drag Queen che mi hanno lasciato colpito e meravigliato.

La prima indossava una parrucca arancione e , mentre la cassa intonava "Glory box" dei Portishead, muoveva sul suo corpetto cosparso di cristalli una torcia a led.
Era estremamente sensuale, a suo agio e seduttrice, oltre ad avere un bel sedere.

Poi era toccato il turno ad un'altra drag con una performance non meno stupenda.
Il suo viso era tinto di grigio, indossava un jumper grigio,dei pantaloni giallo ocra e delle converse.

Sulle note di "Whole otta love" dei Led Zeppelin aveva iniziato a spogliarsi man mano tra acrobazie, mimica perfetta e un tale sentimento di libertà che mi ha pervaso così tanto che per un secondo mi sono sentito spogliato dai problemi della mia vita.

Poi,in ultima battuta, era arrivato il pezzo forte della serata e a servirlo era proprio la ragazza dai capelli biondi ,insieme alle due drag Queen.

Era vestita in maniera molto seducente.
Corpetto in pizzo,calza autoreggente e vestaglia di seta.
Le altre due drag erano deliziose nel loro spettacolino con le candele accese ,che facevano gocciolare l'uno sull'altro a ritmo di musica.

Mi sono eccitato alquanto e ho immaginato me al posto della performer con il guinzaglio sul collo e avrei voluto provare sulla pelle quella sensazione di bruciante goduria.

Una volta finito lo show, ho incontrato le drag e fatto i complimenti per la loro bravura che mi ha assai colpito e sono sicuro che le rivedrò non appena avuta la possibilità.

Ho perso molte esperienze positive, tra cui questa, pur di non irritare Carlo e forse anche io ho soffocato una parte di me venendo incontro alle sue esigenze.

Bevo una birretta seduto ad un angolino del bar e dopo una decina di minuti raggiungo l'hotel.

Rimango a bocca aperta quando vedo la ragazza dagli occhi di ghiaccio mentre discute in maniera animata con un concierge presente all'ingresso, mentre un motivo di Beethoven risuonava nella hall.

Chiedo cosa succede e,come mi aspettavo, stava per prendermi a male parole ,senza neanche guardarmi, disturbata anche dall'alto volume della musica.

Continua ad inveire mentre si gira verso di me.
I nostri sguardi si incrociano e il suo
-Ciao bel ragazzo-
mi fa divampare le guance come mai prima d'ora.

Il concierge ci interrompe dicendole che , dopo aver controllato per la terza volta, non risultava alcuna prenotazione a nome di Miss Aphrodite o Marika Marotta e che ormai l'hotel era pieno.

Mi propongo senza pensarci oltre di ospitarla, in quanto avevo un letto singolo e uno matrimoniale in camera, consapevole che quest'ultimo sarebbe stato mio.

Sapevo in cuor mio di essere ormai quasi gay e , secondo me, quella donna aveva accettato di buon grado quella soluzione.

Stavo per pagare io la sua maggiorazione ma lei lo ha vietato in maniera educata.
Mi sono offerto di portarle i bagagli ed abbiamo proseguito verso la mia stanza.

Mi presento e lei fa lo stesso con me.
Il suo sorriso é così magnetico e qualcosa si risveglia in tutto il suo turgore.
Arrossisco ma cerco di contenermi.

Mi viene spontaneo chiederle di dove fosse,perché non avevo mai visto una ragazza così bella qui a Verona.
Ride con leggerezza e risponde di essere della provincia di Lecce.

Subito la mia mente va a quel porco di Marco e alla scopata in sauna, però lei mi riprende un attimo capendo che non la stavo seguendo.

Mi scuso, facendola ridere di nuovo e venendo trascinato dal suo allegro fare contagioso.
Mi propone un aperitivo notturno e sono molto stuzzicato dall'idea, anche se dobbiamo cambiarci.

Lei sta davvero bene nel vestitino in pizzo utilizzato nella performance ed io sono vestito in maniera carina, anche se una certa puzza di sudore si sente.

Sento l'urgenza di urinare ed entro in bagno
Nel frattempo decido di fare una doccia veloce, scusandomi per l'attesa, e sento la TV accendersi.

Mi viene in mente troppo tardi che non avevo portato robbe di ricambio e l'imbarazzo di essere visto quasi nudo da una donna che non fosse mia parente o amica lesbica si impadronisce di me.

Metto un asciugamano cinto sulla parte centrale del corpo dopo una rapida asciugatura; lavo per bene la doccia ,mi asciugo i capelli ed esco.

Annuncio che il bagno é utilizzabile e noto subito che Marika ha un leggero sussulto e mi squadra, poi si alza dal letto e si avvicina con lentezza a me.

Ho l'istinto di allontanarmi e mi viene spontaneo un semplicissimo e balbuziente:
-S-sono gay-

Non so perché mi sia venuta una simile idiozia, sia perché in realtà non lo sono, ma associo a posteriori il tutto con un disperato tentativo di repressione.

Ride a crepapelle, avvicina la mano sinistra al mio viso, provocando l'istantaneo inturgidimento del membro e la caduta dell'asciugamano, per poi entrare nel bagno complimentandosi per il mio bel sedere.

Le mie guance divampano ancor di più mentre mi vesto con le cose più eleganti che avevo.
Una bella giacca blu coordinata con dei pantaloni, una camicia bianca in cotone e una cravatta dello stesso colore della giacca.

Attendo quindi che Marika finisca la doccia e rimango a bocca aperta quando esce.
Ha un seno perfetto, delle curve a posto e senza trucco é anche meglio.

Sono incantato dai suoi lunghi capelli biondi e mi complimento,non prima di aver spostato lo sguardo altrove per l'imbarazzo.

Controllo il cellulare e noto che Carlo non ha risposto ai miei numerosi messaggi di perdono.

Marika nota il mio sguardo corrucciato e mi chiede il motivo, ottenendo da me un lieve
-Niente-

Dopotutto non la conosco,anche se mi stupisco della grande facilità con cui ho accolto in camera mia una perfetta sconosciuta.

Dopo gli ultimi ritocchi siamo andati verso il nostro aperitivo notturno.
Mai avrei immaginato quanto focosa sarebbe stata quella nottata.

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