28. Dobbiamo parlare

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Ero rimasto rapito dal ragionamento di Alessandro e ascoltavo con attenzione.

Su un affitto di 600 euro in periferia il giovincello in questione ne pagava solo 300 perchè fotteva il proprietario di casa, un vero passivo dop a sua detta.
Aveva anche detto che poteva subaffittarlo a 150 euro poichè aveva due camere da letto e si era proposto a lui dopo essergli venuto in bocca sui comodi divanetti della sauna e ricevendo un netto rifiuto.

Sono sbiancato e speravo in cuor mio che non fosse la casa di Carlo anche se ciò poteva spiegare molte cose.
Mi sono fatto coraggio e ho ricevuto la risposta che più temevo detta da un inconsapevole Alessandro che, poverino, non sapeva che vi abitava il mio futuro sposo.

Ho iniziato a piangere a dirotto ed Alessandro mi aveva chiesto il motivo, abbracciandomi con dolcezza.
Gli ho mostrato l'anello con il quale una settimana dopo con una meravigliosa sorpresa gli avrei chiesto la mano e l'ho lanciato per terra.
Lui lo ha recuperato e me l'ha rimesso in tasca capendo di aver fatto un casino inconsapevole.

L'ho subito tranquillizzato dicendogli che non centrava e che magari era stato un flirt passeggero dovuto al momento di debolezza della convivenza.
Lui si era affrettato a dire che aveva incontrato il giovane circa un anno fa ma ciò non mi faceva stare per nulla tranquillo.

Avevo bisogno delle prove.
Mi sono affrettato a chiamare la madre di Carlo per sapere se fosse con lui, visto che non rispondeva al cellulare.
Lei aveva risposto che era stata con lui ma se ne era andato tre ore prima per aiutare un amico.

Ho chiamato quindi Carlo che mi ha risposto tranquillo, senza sospettare nulla, che stava ancora con sua madre per sistemare ancora delle questioni  e pertanto avrebbe fatto più tardi del previsto.

Ho chiuso facendo finta di nulla.
Sono corso fuori dal locale pagando tutto e ho trascinato Alessandro in macchina sua chiedendogli un grande favore appostandoci sotto casa sua.

Come immaginavo ho trovato la sua auto parcheggiata e avevo provato con ogni fibra del mio essere a credere che fosse andato solo per riscuotere l'affitto.
Ho prelevato dall'auto di Alessandro la mini camera che utilizzava per documentare eventuali incidenti e mi mancava dove piazzarla-

Ho approfittato di un uomo che usciva dal condominio per entrare insieme al mio amico e ci siamo appostati sulle scale del settimo piano , poco al di sopra dell'appartamento di Carlo.

In un lampo abbiamo salito le scale in religioso silenzio e ,dopo aver collegato lo strumento al cellulare del mio amico, l'ho posizionato su un grande finestrone che puntava diritto all'ingresso della stanza incriminata e si mimetizzava alla perfezione con l'ampia cornice nera del finestrone.

Abbiamo atteso un'ora al buio e purtroppo non è stata vana.
La luce del condominio era stata accesa e dalla porta di casa sua è uscito Carlo insieme ad un aitante giovane ventenne dal fisico muscolo e coperto solo da un piccolo asciugamano.

Si sono baciati con passione dopo aver osservato che non ci fosse nessuno ad osservarli e si sono salutati dopo una generosa palpata al pacco del ragazzo, lo stesso incontrato da Alessandro come da suo cenno.

Ho cercato di reprimere la rabbia e le lacrime fino a quando non è uscito di casa.
Ho fatto salvare le riprese e le ho fatte inviare al mio cellulare e ho bussato alla porta.
Il giovane, senza controllare dallo spioncino, era già pronto con "Arrivo amore" ed era ancora seminudo quando ci ha ricevuti.

Era rimasto a bocca aperta e, spingendolo dentro, facendo chiudere la porta ad Alessandro ho urlato:
-Dobbiamo parlare-

Cercava di ribattere un misto tra -Chi siete- e -Sto nudo- perchè nel frattempo gli era caduto l'asciugamano per terra ma l'ho subito zittito sbraitando con:

-Da quanto va avanti la storia con il tizio che è uscito poco fa? Hai idea del fatto che sia il mio futuro ex marito? Ti ha almeno mai parlato di me o ha fatto finta che non esistessi?
Parla bastardo!-

Alessandro aveva fatto cenno di parlarmi e il giovane, osservandolo meglio, gli ha sussurrato
-Ma ti conosco!-
incontrando lo sguardo di approvazione e sincera felicità del mio amico che, per come lo conoscevo, nonostante il momento particolare si stava già immaginando a cavalcare il suo lungo membro-

Ho interrotto quello sguardo languido con un teso:
-Si, lo hai già cavalcato in sauna e tra poco scoperete ma adesso muoviti così posso andare via.
Per favore.-

Il giovane, rosso in volto, e intuendo la situazione aveva risposto che era tutto partito da lui per gioco e dopo tre mesi passati a sedurre Carlo senza successo ha finalmente ottenuto ciò che voleva approfittando di un suo momento di debolezza dovuto a un furioso litigio con me.

Una volta capito ciò che era successo si era scusato e aveva promesso di non farlo più, ricascandoci però ogni volta che veniva a farsi pagare l'affitto.
Inoltre  gli aveva dato uno sconto sostanzioso in quanto già guadagnava abbastanza e lo faceva godere per bene.

Aveva anche detto che le cose non andavano bene con il suo fidanzato e che voleva chiarire ma si sentiva in colpa per ciò che faceva ogni mese perchè godeva troppo.
Il giovane, d'altro canto , si era detto più che disponibile ad essere il nostro giocattolino sessuale e che era molto carico per scopare anche subito lui, Alessandro ed io.

Il mio amico aveva fatto un'occhiata languida verso di me ma solo lo schifo era visibile nei miei occhi.
Ho risposto con un secco:
-Passo per oggi.
Preferisco tornare a casa.
Buona serata.-

Prima di andare ho anche chiosato:
-E non dimenticatevi di usare i preservativi!-
sbattendo la porta.
Ho chiamato un taxi che mi ha portato davanti al locale e ho preso il telefono dimenticato lì.

Lo accendo e vedo dieci chiamate perse e sette messaggi con scritto:
-Dove sei?
Sono a casa e non ti sto trovando.-
Sposto il telefono sul sedile accanto e urlo con disperazione piangendo.

Passano dieci minuti, metto in moto l'auto e corro verso casa.
Non appena apro la porta lo vedo seduto sul divano con lo sguardo truce e, prima di farlo parlare, lancio il cofanetto con l'anello e gli intimo di aprirlo.

Obbedisce e piange non appena vede l'anello.
Gli urlo un candido:
-Ora puoi scordartelo e sai il perchè?-

Prendo il cellulare e invio la scena filmata poco tempo prima.
La sua faccia è sbiancata di colpo.









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