Capitolo 36 - Scacchi

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Nonostante le svariate prove non riuscii a concentrarmi una sola volta. Ogni singolo tentativo mi riuscii a far fregare la bandiera sotto il naso.
Come era possibile? Avevo condotto alla vittoria la mia squadra innumerevoli volte, non c'era stata una battaglia dalla quale ne fossi uscita da sconfitta, eppure, ora collezionavo sconfitte una dopo l'altra. Per quale motivo?
Solo al calare del sole, quando ormai i ragazzi si erano stancati di rimanere chiusi in quella palestra tutto il giorno, ci ritirammo.
Nezu mi calò sugli occhi una pesante benda per poi scortarmi in refettorio. Era parecchio tardi rispetto ai normali orari ma nonostante questo mi venne servito un ottimo pasto.

Nezu: Oh guarda chi ci ha raggiunto fin qua!
Completamente ignara di quello che stava accadendo attorno a me voltai il capo più volte cercando di percepire chi avevo intorno. Una presenza si avvicinò a noi poggiando sul tavolo un bicchiere con qualcosa di piccolo dentro.

???: È un piacere.
Rispose la donna con un marcato accento russo.
Curiosa alzai la benda trovando di fronte a me una bellissima se pur inquietante donna dalle spalle larghe e dai tratti nordici. Indossava il camice da infermiera e portava con sé una cartelletta insieme a qualche medicinale. Nonostante il suo marcato accento parlava bene il giapponese.

Nezu: Grazie Olga.

Olga: No no tesoro, devi tenere coperti gli occhi per questa sera, non sforzarti.
La donna calò nuovamente la benda sul mio viso comunicando un paio di cose al preside prima di andare via. Aveva una voce familiare ma non ricordavo dove l'avessi già sentita.
Presi la pillola che mi aveva messo davanti e dopo qualche chiacchera su Olga, la nuova infermiera che mi aveva seguita dalla sede dei pro Hero, tornai in camera mia per dormire. Finalmente.

La mattina dopo venni svegliata presto. Aizawa mi attendeva sulla soglia della porta ancora dentro al suo sacco a pelo giallo mentre beveva un succo di frutta.
Una volta tolto il pigiama e indossato nuovamente l'uniforme scolastica mi portò in una normale classe dove mi sedetti nell'ultimo banco della stanza.
Il preside Nezu era già seduto e sorseggiava il the con una scacchiera davanti.
Nezu: Vuoi unirti per una partita a scacchi?
??: Non credo sia il massimo, non riuscirei a calcolare nemmeno le probabilità se riesco a stare sveglia oppure no.
Quella mattina ero particolarmente stanca. La sera precedente non avevo chiuso occhio e le continue sfide con gli studenti non avevano certo aiutato a riposarmi.
Sedetti sulla sedia osservando distrattamente la scacchiera e giocando a caso. Nonostante involontariamente calcolavo ogni possibile mossa del mio avversario non ci davo peso continuando la mia partita casualmente.

Nezu: Oh oh interessante, ottima mossa.
Ma la verità è che non stavo realmente giocando a caso.
Solo quando il mio re venne bloccato in un angolo con uno scacco matto guardai il mio interlocutore in visto.
Nezu: Il tuo grande problema? A volte pensi troppo.
??: Non è che io possa non farlo sai?

Nezu: Devi imparare a vedere senza vedere. Se ti ostinerai a voler controllare tutto finirai svenuta a terra. Io non so come tu abbia fatto fino ad adesso ma dopo l'incidente sembra tu abbia un blocco e non possiamo risolverlo se non lavori sul controllo.
Davanti a noi gli studenti entrarono in classe tranquilli notandoci solo all'ultimo ma ripresero a ignorarci subito dopo. La classe si sedette e la professoressa Midnight iniziò a spiegare.
Mirio si girò un secondo a guardarci prima di concentrarsi sulla lavagna.

Nezu: La mossa a te.
Usai i pezzi bianchi ma questa volta provai a concentrarmi anche se la lezione proprio davanti a noi si faceva più intensa. La professoressa continuava a spiegare e scrivere sulla lavagna e ogni volta che alzavo lo sguardo mi distraevo dalla mia partita.

Nezu: Concentrati, devi riuscire a concentrarti solo su una cosa, elimina tutto il resto.

??: Non posso escludere delle variabili.

Nezu: Si se le consideri nulle...
Feci un profondo respiro chiudendo per un secondo gli occhi e poi guardai nuovamente la scacchiera. Di sottofondo Midnight continuava a parlare ma rimase solo un sottofondo impercettibile e inutile.
Mossi qualche pezzo osservando sempre con più attenzione la partita e analizzando ogni mossa.
Cavallo, alfiere e torre. Ogni pezzo si mosse lentamente mentre analizzavo ogni mossa del mio avversario e mentre sacrificavo la regina lo misi all'angolo.
Il suo consiglio funzionava, potevo concentrarmi molto meglio sulle probabilità che avevo davanti se escludevo quelle inutili.

Lead me into the light - Hawks x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora