Capitolo 42 - ...The night has fallen

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Non una sola esplosione ma due. Una delle pareti della stanza in cui eravamo si sbriciolò come se fosse polvere aprendo un grande varco verso l'esterno. Un paio di postazione erano completamente state distrutte e i tecnici erano a terra incoscienti o morti.
Afferrai il bordo di un tavolo lì vicino per rialzarmi e vidi comparire dalla polvere che si stava depositando una figura conosciuta. Una donna alta con i capelli biondi e una corporatura mascolina, Olga.
La donna si avvicinò a me sicura prendendomi per un braccio trascinandomi via. Io mi ribellai ma immediatamente la donna poggiò un dito sulla mia fronte e collassai al suolo dal dolore.

Quando riaprii gli occhi ero distesa su un morbido letto con le lenzuola candide. Un piacevole tepore si diffondeva nella stanza dalle finestre aperte. Cercai di adattarmi alla luce che entrava dai vetri notando il profilo di una costa rocciosa. Sbadigliai leggermente mettendomi seduta.
Charles: Come va tesoro?
La voce dell'uomo era calma. Era seduto su una poltrona poco lontana mentre leggeva un libro.
Mi massaggiai appena la testa mentre tutti i miei ricordi si riorganizzavano uno dopo l'altro.

Olga: Tieni, prendi questo.
Il suo forte accento russo era inconfondibile mentre mi passava un paio di pastiglie che presi in un boccone.
??: Come è andata?

Hirazaku: Magnificamente! Guarda qua!
Il ragazzo comparve dal nulla con in mano un tablet e qualche articolo di giornale aperto.
"Incidente mortale alla sede greca di sicurezza, coinvolti anche i nostri pro Hero."
Ogni articolo o servizio in quel momento era incentrato sulle condizioni diplomatiche tra i due paesi oltre alle condizioni di salute dei tre Hero che sembravano versare in condizioni critiche.

??: Direi che finalmente ora possiamo goderci la nostra amata vacanza?
Charles mi lanciò un libro mentre comparve Tom con un paio di piatti da portata ricolmi di cibo.

Charles: Direi proprio di sì.

Passarono due settimane di puro relax quando ad un certo punto ebbi una strana sensazione. Da sotto il letto comparve una piuma rossa.
Immediatamente mi misi sulla difensiva chiamando Charles e Tom che rimasero guardinghi. Cosa ci faceva lì una piuma di Hawks? Non era ancora tenuto sotto osservazione?
Osservai la piuma ma non sembrava muoversi come un tempo, tremava leggermente e si muoveva a scatti. Volò leggermente verso la finestra dove picchiettò un paio di volte sul vetro indicandomi la spiaggia sottostante.
In lontananza si poteva notare una piccola figura ferma sulla spiaggia, inconfondibile. Era l'Hero.
Decisi di scendere il lungo sentiero roccioso fino a raggiungere la spiaggetta di fronte a noi, in mano tenevo stretta la piuma che non si agitava più ma sembrava volermi guidare dal suo proprietario.
Il sole stava calando, la luce lentamente stava svanendo lasciando solo riflessi rossastri sulla roccia che ci circondava. Il mare poco agitato mi lambiva i piedi mentre mi avvicinavo a Hawks che mi attendeva poco lontano.
Appena lo vidi notai immediatamente che le sue grandi ali erano scomparse. Poche e sparse piume rimanevano sulle sue ali mentre sul suo volto si poteva notare una lunga cicatrice rossa che scendeva per il collo e scompariva nel bavero della giacca. La sua espressione assente, completamente apatica attendeva che mi avvicinassi abbastanza.
Rimase in silenzio anche quando fui abbastanza vicina da ascoltare. Io non avevo nulla da dirgli, quello che c'era stato, quello che era successo era stato tutto calcolato e con uno scopo.
Hawks: Come?
La sua voce era leggermente raschiante, probabilmente ancora per le ferite non rimarginate.
Mi toccai la tempia con un dito.

??: Potrei passare ore a raccontarti i dettagli di cosa sia successo o come, ma non ne ho particolarmente voglia.

Hawks: Mi devi una spiegazione!
Risi appena a quel suo atteggiamento. Non era certo nelle condizioni di poter dettare regole in quel momento.

??: Per farla breve? Voglio vivere una vita agiata senza che Hero come te mi diano la caccia ogni due secondi. E ci sono riuscita! Ho ferito le grandi bestie, nessuno verrà mai più a disturbarmi ora.

Hawks: Come?!
Mi ripeté la stessa domanda.

Hawks: Credevo tu fossi sincera Mae...

??: Mae non è il mio nome ricordi? Io non ho un nome.
I miei occhi ghiaccio si piantarono nei suoi. La completa assenza di pietà per l'Hero lo scossero. Provò a fare un paio di passi verso di me ma io ne feci un paio indietro tenendo sempre la stessa distanza.
??: Si, ero sincera ma non ero certo io. Ringrazia Olga e il suo lavaggio del cervello. Tutto quello era stato programmato, ogni frase, ogni mia azione, ogni dettaglio lo avevo previsto e calcolato. Credevi davvero che fossi diventata buona?

Hawks: Da quando?

??: Da sempre mio caro pulcino. Nel momento stesso in cui ti ho incontrato quella volta sul tetto. Era evidente ci fossero lacune nel nostro piano di poter vivere in pace e andavano risolte. E così mi sono messa lì a pensare. Fortuna che avevamo già dalla nostra qualche alleato russo o non sarebbe riuscito così bene il nostro piano...
Divertita allora mi persi in dettagli raccontando come era andata realmente la situazione.
Dal giorno in cui incontrai Hawks su quel tetto, il giorno in cui mi instillò i primi dubbi di coscienza fu anche il primo giorno in cui tutto cambiò.
Olga era una nostra collaboratrice nell'ombra in grado di riscrivere per certe estensioni ricordi ed emozioni. Fu grazie a lei che il piano iniziò così bene.
Dopo aver perso settimane a capire come poter evitare di essere braccati per il resto della nostra vita, mi venne un'illuminazione. Dovevamo renderli ridicoli, dovevamo fagli capire che con noi non si poteva scherzare. E non potendo uccidere i grandi pro Hero, visto che ancora erano utili per tenere testa alla feccia, dovevano almeno cadere. Bastava una goccia di sangue e tutti avrebbero capito l'estensione del nostro potenziale.
Come farlo era più complicato...
Un piano a doppio gioco inconsapevole. Perché funzionasse dovevo sembrare sincera, dovevo essere sincera e grazie ad Olga fu possibile. Charles e Tom in realtà sapevano esattamente tutto quello che avrei fatto, tutte le mosse e contromosse. Giocavano secondo le regole che avevo analizzato precedentemente e io, inconsapevole di quello che già avevo ideato, seguii la parte impeccabilmente.
Oltretutto Olga doveva accompagnarmi ovunque in modo da poter contenere e inibire il mio potenziale altrimenti mi sarei scoperta da sola. Per questo iniziò a lavorare alla Yuei, per potermi controllare e tenermi d'occhio.
Avevo analizzato il futuro e le possibili strade che avrei intrapreso se fossi stata dalla parte dei buoni. Avevo preso contromisure per poter attuare alla fine il nostro vero piano senza lasciare indizi che mi portassero all'autodistruzione.
Hawks: Tutto quello che hai detto...

??: Ogni cosa era stata programmata, era tutto una bugia.
Vidi calare un'ombra scura sul suo volto quando finii il mio racconto e non chiese più altro.

??: Addio Hawks.
Mi girai per tornare indietro, Il sole era già calato oltre l'orizzonte del mare lasciando spazio all'oscurità di avanzare.
Lasciai andare la piuma che tenevo ancora in mano che fragile ritornò dal suo proprietario.
Poi la notte calò.


THE END

Lead me into the light - Hawks x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora