Capitolo 2 - Nuovo continente

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Le giornate erano tutte uguali, non che fosse difficile visto che vivevo costantemente nel buio. Però, oltre a quello, era più di un mese che non facevamo letteralmente nulla.
Me ne stavo stesa sul divano della stanza a giocare con un paio di dadi mentre ascoltavo distrattamente la TV.
Fu solo dopo essermi annoiata a morte che i due uomini decisero di cambiare aria. Completamente.
Prenotarono dei biglietti aerei e nel giro di un paio di giorni eravamo diretti in Giappone.
Finalmente si tornava a casa e potevo fare qualcosa di interessante. Era il momento giusto per poter ottenere ciò che volevo.
Ci stabilimmo in un piccolo appartamento nella periferia di Musutafu. Era come essere nella bocca del lupo ma non potevamo fare altrimenti, ciò che ci serviva si trovava qua.
Ripartimmo da zero, piccoli furti a qualche negozio per poi passare ad obbiettivi più importanti come gioiellerie e negozi di lusso ma non bastava. Era solo l'inizio...
Prima di tutto dovevamo farci un nome, dovevamo guadagnare il rispetto della feccia locale e poi avere supporto di grandi bande criminali.
In America questo non ci mancava ma Musutafu era un nuovo territorio ed era letteralmente un foglio bianco.
Dopo qualche mese iniziarono a serpeggiare le prime voci di un duo criminale che non sbagliava mai un colpo. Golden Twins, così venivano chiamati data la loro fluente chioma dorata. Ma loro erano solo la facciata, dietro di loro c'era sempre un volto sconosciuto, il mio.
* Vetrinetta 2, contenuto pari a cento mila dollari americani, sicurezza scarsa.
Giro in senso orario per minimizzare gli ostacoli creati dall'assetto delle vetrine.
Tempo necessario cinque minuti compresa la fuga dal retro.
Necessario l'intervento dell'hacker per cancellare i filmati. *
Un nuovo piano si definì nella mia mente e dopo averlo esposto mi rimisi seduta a parlare con il nuovo ragazzo. Era un hacker molto bravo e stranamente simpatico. Non abbracciava certo la nostra causa ma finché veniva pagato era dei nostri.
Tom e Charles partirono qualche ora dopo seguendo le mie istruzioni e mentre aspettavamo, Hirazaku, l'hacker, controllava le telecamere di sorveglianza prima di cancellare i filmati.

Hirazaku: Ehm... Tu...
Alzai la testa capendo che parlava con me.
??: Puoi chiamarmi Freak, è così che mi chiamano loro.
Hirazaku: Si... Dicevo, guarda qua...
Sentii il ragazzo armeggiare con il computer digitando velocemente qualcosa per poi picchiettare il tavolo per farmi segno.
Mi avvicinai sentendo il suono per mettermi alle sue spalle.
Hirazaku: Guarda qua, appena fuori dall'edificio.
Tolsi i pesanti occhiali osservando lo schermo. Era tutto tranquillo, una semplice stradina poco illuminata con un paio di cassonetti dell'immondizia.
??: Cosa dovrei vedere?
Hirazaku: Aspetta...
Tutto era uguale, niente sembrava succedere e più guardavo e più mi veniva il mal di testa.
Hirazaku: Ecco!
Il ragazzo puntò lo schermo e nel mentre una piccola piuma rossa lo attraversò rapido. Era un lampo scarlatto ma qualcosa non andava...

Lead me into the light - Hawks x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora