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«tranquilla non mi offendo, che facciamo?» mi chiese, «andiamo a fare le foto là giù» dissi correndo, lui mi inseguì e facemmo un botto di foto, con le smorfie, scene di film, sorrisi, con la linguaccia di fuori, mentre ridevamo, bellissimo, «andiamoo.. a ballare!» dissi pensandoci un po', arrivammo in pista e ci scatenammo come pazzi, «la bachata?» dissi sentendo la canzone «vuoi concedermi questo ballo?» disse georg morto dalle risate «certo» dissi ridendo, «cloe copia la altre almeno che fai!» disse ridendo «vabbe tu balla» dissi indifferente, quella serata fu bellissima come tutte le altre, uscimmo e ripercorremmo tutto il percorso di prima «clò» mi chiamò tom, io stavo parlando ancora con georg, «aspetta un attimo» dissi a georg, lui annuì e andai da tom «dimmi» dissi accanto a lui «dove l'hai presa tutta sta confidenza con georg?» disse geloso «e tu da quando sei così tanto geloso pure del tuo migliore amico?» dissi sorridendo «perchè sei mia, è ovvio» «anche tu sei mio però ti vai a sbaciucchiare a charlotte nell'angolino del locale» mi inventai «bleh meglio tu» disse facendo la faccia schifata, risi «visto che io ti ho detto bleh..e adesso ti dico che voi due state bene insieme bèh..devi dire bleh no?» «e se ti dico che invece mi vedo anch'io bene con georg?» dissi scherzando «che cosa?! ma sono mille volte meglio io, ceh lui mica ti viene a prendere sulle spalle, ti lascia il bacio della buonanotte o il bacio con il rossetto oppure ti dice principessa, ti prende in braccio ed è possessivo quanto me» disse con autostima «infatti scherzo, sei meglio tu» «ecco molto meglio» disse prendendomi la mano «posso?» «prendermi la mano? certo» lui sorrise,in tutto il cammino verso casa continuai a guardare le nostre mani vicine, era una sensazione che non spiegavo, davvero! la mattina dopo mi svegliai carica, era l'ultimo giorno della settimana, ero felice, mi preparai e mi fiondai a scuola, tom e bill erano già là stranamente,invece christian era con me,sentii delle voci strane dai bagni, «anche te le senti?» dissi rivolgendomi a mio fratello «si..andiamo a controllare» disse portandomi nei bagni, aprii piano piano la porta «rimani qua» disse christian preoccupato ma anche arrabbiato, non potevo rimanere lì, le voci in quel momento erano molto familiari, spalancai la porta e non volevo credere a quello che vidi, la mia carica si trasformò in preoccupazione(vi avviso che non ho nulla contro quello che state per leggere è una scena che è accaduta veramente) stavano bullizzando pesantemente a bill, a tom invece lo stavano tenendo con la forza al muro, christian che stava fermando ciò che stavano facendo a bill, le loro facce erano  piene di dolore «ma che cazzo fate pazzi!» dissi andando verso di loro, li spostai tutti «o mio dio ma che è successo» dissi nel momento più scioccante della mia vita «ti hanno fatto qualcosa a te?» dissi a tom, che era più scioccato di me, non rispose, piuttosto si sedette e cominciò a guardare un punto fisso con gli occhi lucidi, «tom ci sono io e christian puoi parlare con me» dissi abbassandomi, christian stava aiutando bill, ma come cazzo si sono permessi, non gliela farò passare lisca a quegli scherzi che ha creato madre natura, mi misi accanto a lui «tom ci sono io non piangere» dissi accerazzandolo si appoggiò sulla mia spalla e si sfogò piangendo «non posso più sopportare tutto questo» mi dispiaceva tantissimo per lui ma il quadruplo per bill, poi mi girai verso bill, era abbracciato a christian, mi alzai lasciando per qualche secondo tom solo, «bill» lo chiamai distrutta, lui si girò, «non puoi capire quanto mi dispiace», dissi correndo ad abbracciarlo in lacrime «scusami» continuò a ripetere tra le mie braccia, christian non l'ho mai visto più incazzato di così «clò stacci tre secondi tu sto tornando» disse uscendo dal bagno, che voleva combinare, tom finalmente si alzò, senza dire una parola venne da noi due e ci abbracciò, nessuno disse niente «che vuole fare christian?» disse tom dalla voce distrutto «non lo so», poi mi allontanai due secondi per vedere che stava facendo christian, ma non lo vidi, tornai indietro e li vidi abbracciati, erano così carini da una parte, ma se sapevi cosa gli fosse successo.. si stavano chiedendo scusa a vicenda, in quel momento tornai un attimo nel passato..

«camiii guarda che bello il mio nuovo braccialetto, me l'ha regalato la mia nonnina, però sta male, e i miei genitori dicono che morirà presto, ma io non voglio» camilla guardò il braccialetto con stupore, qualche giorno dopo la nonna morì, «cami.. la sai una cosa? la nonna è morta, mi resta solo questo braccialetto come ricordo, i miei genitori non mi fanno andare al suo funerale..» camilla mi guardò dispiaciuta, «cami! oggi vedo la nonna al cimitero, me lo sono meritata!» camilla mi guardò sorridendo, «cami come mai non mi cerchi più?» camilla mi rispose che ha trovato una nuova amica e passa più tempo con lei «cami perché l'altra sera ridevi con la tua amica mentre mi guardavate?» camilla rispose che non stavano parlando di me ma sapevo che non era così, «cami ti dò questo braccialetto della mia nonnina per un giorno visto che ti piace così tanto, ridammelo poi miraccomando!» camilla mi rispose «certo!», «cami e il mio braccialetto?» camilla lo prese dallo zaino lo buttò per terra e lo schiacciò mi misi a piangere e loro a deridermi, «cami perché mi fai questo?» camilla rispose «sara mi ha detto che mi sparli male e quindi non voglio più essere tua amica, te la volevo fare pagare rompendoti il braccialetto» poi rise non era per niente vero quello che gli aveva detto la sua amica, da quel giorno tutta la mia classe si mise contro di me, a tal punto di convincere anche i maestri che loro non stessero facendo nulla di quello che raccontavo io, le loro famiglie negavano tutto, i miei genitori diventarono severi da quel momento perché pensavano che la cattiva fossi io, ogni giorno tornavo a casa o andavo a scuola sempre con un livido nuovo, fatto da papà o dai miei compagni, «che ci fai qui tutta sola? non ci vai?» mi domandò un bambino dell'altra classe «non sono io, sono loro, mi escludono, dicono che sono diversa e si domandano perché sono nata e che per loro potevo anche rimanere nel cielo in mezzo a tutti quei bambini che venivano presi dalle cicogne» il bambino mi abbracciò, il giorno dopo venne da me «non pensavo che tu fossi così bugiarda» disse andandosene, le mie compagne gli avevano dette le stesse cose con cui avevano convinto tutti gli altri, le elementari furono il periodo più difficile per me. eravamo in terza media «cavalla» «maiala» «ma chi ti vuole gallina» «prof ma io con lei non ci voglio stare» «ma secondo te ci sto davvero amica? la faccio illudere per divertimento hahaha».

she's my down bitch - Tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora