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«se ti dice qualcosa dimmelo» disse prima di entrare, entrammo «ciao ragazzi» disse per poi salutarci «clò vieni ti devo fare vedere una cosa» disse bill, lo seguii, mi portò di sopra davanti la camera di tom, aprì la porta e mi ci infilò dentro «bill!»urlai battendo la porta «vedi che la rompi» disse con calma tom disteso sul suo letto «hai ancora il coraggio di rivolgermi la parola dopo tutto quello che hai detto su di me, dopo tutto questo, dopo le tue scenate di gelosia, dopo gli abbracci, dopo che ti sei preoccupato per me, dopo che hai sorriso con me, dopo che mi fai stare e io faccio stare bene a te, vai a dire davanti a 4 ragazzi che non ti è importato mai niente di me, te ne rendi conto? e poi quella che soffre chi è? io» dissi sedendomi a terra «cloe non lo faccio perché lo penso io, lo faccio perché sono costretto» costretto? ma da che cosa «ma da cosa tom» «sono costretto da suo padre, lei è una mia fan e suo padre non so che sia ma è qualcuno di importante e se non lo faccio la mia carriera, cioè quella di tutta la band va a puttane, io non volevo dirti quelle cose, te lo giuro, io voglio passare il meglio con te ma c'è lui che me lo impedisce» ora si collega tutto, ecco perché lui sorrideva meglio con lei che con me, quel sorriso era falso, tutti i suoi baci, come la trattava, era tutta una costrizione «hai mentito per tutto questo tempo a lei?» chiesi «si clò, io voglio stare con te» disse alzandosi dal letto, si avvicinò verso di me «io voglio solo te» disse per poi baciarmi «sei unico» dissi sorridendo come una bambina, poi mi abbracciò. eravamo distesi sul letto, io sopra il suo petto e lui mi faceva i grattini, nel mentre parlavamo, «ragazzi» disse bill aprendo la porta, ci girammo «vedo che avete risolto» disse sorridendo, sorrisi «comunque cloe te ne devi andare» disse dispiaciuto «oh va bene ciaoo» dissi alzandomi, salutai tom e anche bill, «che avete combinato di sopra» disse christian «niente mi ha spiegato perché mi ha detto quelle cose e poi ci siamo baciati» dissi con sicurezza «che cosa?! non ci andiamo più basta» disse scherzando «chri dai!» dissi ridendo «nonono tu sei solo mia» «e di tom» continuai sorridendo «nono solo mia» disse «va bene solo tua» dissi baciandolo sulla guancia, «comunque vero non ci andiamo più» disse sorridendo «christian!» dissi ridendo come una matta. «buonanotte chri!» urlai dalla mia camera «notte, ricorda sei solo mia» «si certo», mi stavo per addormentare quando sentii bussare alla finestra, «oh porca troia» dissi con il cuscino in mano «allora i mostri esistono» dissi grattandomi il mento «vabbè mostro umh fottiti»  «sono tom cogliona» disse entrando nella mia camera ridendo «come cazzo ti sei arrampicato» «con la scala che c'è fuori casa tua» disse mettendosi una mano in fronte «ahh» dissi alzando la testa «comunque dormiamo insieme?» chiese «okay però aspetta» dissi avvicinandomi a lui «ma hai un naso perfetto» dissi guardandoglielo «mh grazie(?)» disse sorridendo, stavo per mettermi al letto quando tom disse «cloee, cosa si fa prima di dormire??» «madonna ci risiamo, il bacio della buonanotte» dissi sbuffando «ecco brava la mia bimba» disse abbracciandomi, poi mi baciò, «ora possiamo dormire?» «aspetta e le cose della scuola?» disse tom «porca puttana vero» «andiamo da bill» disse scendendo dalla finestra «let's go» dissi scendendo totalmente in pigiama «sali» disse inginocchiandosi «mi tieni?» «si certo sei una piuma» camminammo, cioè tom camminò con me in braccio fino a casa sua «aspettami qua» disse entrando in casa con le chiavi, prese le sue cose e mi rimise sulle sue spalle «andiamo!» disse iniziando a correre «tom aiuto!» dissi ridendo, arrivammo di nuovo a casa salimmo e ci ritrovammo di nuovo nella mia camera «clò posso usare i tuoi tru-» «assolutamente no» non si toccano i miei trucchi, anche se ero bella anche al naturale «hai detto si? va bene» iniziò a uscire fuori tutti i trucchi, rossetti, gloss, mascara,blush, fondotinta, correttore, di tutto! «sono bello?» disse tutto pasticciato «sei sempre bello» dissi prendendolo dalle guancie, lo baciai «aspetta!» disse abbassandomi, mi baciò sul collo, con il rossetto rosso, rosso scuro, «non te lo togliere ti prego» «non lo facevo apprescindere» mi sorrise «clò e mo come li tolgo» «ehh resterai così» dissi scherzando «che cosa?!» disse spaventato «no scherzo tieni» dissi dandogli i dischetti con l'acqua micellare, «apposto» dissi finendo di struccarlo «tom ma di che sono fatti sti dreadlocks?» «sono nodi che mi sono fatto, una volta che li fai non devo più pettinartino tagliarti i capelli, ma tranquilla non sono sporco» «ah okay» «e tu come mai sei così bella?» arrossì e sorrisi «tu mi hai reso bella» «già eri bella di tuo!» disse giocando con i miei capelli lisci «ho fame, vado a prendermi i biscotti di sotto» dissi uscendo, guardando fuori dalla finestra, vidi.. i miei genitori, ma che ci facevano là, salii immediatamente di sopra «tom ci sono i miei genitori» «a quest'ora?» «tom non hai capito sono severissimi te ne devi anda-» qualcuno bussò alla porta «tom se  mi alzano le mani non parlare» «ti alzano le mani?..» «si tom poi ti spiego tutto vado» dissi scendendo «eccoti, vedo che sei ingrassata dall'ultima volta» mi guardai la pancia, non era vera «dov'è quel disgraziato di tuo fratello?» «al piano di sopra nella sua stanza» dissi guardando il pavimento, entrarono e andarono di sopra «christian alzati disgraziato, nemmeno sei venuto a salutare» «uh?  mamma io dormivo» «ma che mi interessa se dormivi alzati!» disse dandogli uno schiaffo abbastanza forte sulla gamba «ahia» chiusi gli occhi, «appena non saluti la prossima volta» disse dopo avergli lasciato un livido, «ce né anche per te signorina»  «mamma ma io non ho fatto nulla» mi tirò una schiaffo, senza alcun motivo «fai schifo alla natura vergognati, non ti sei neanche segnata a scrivermi!» disse schiacciandomi il piede con il suo tacco, soffrii in silenzio «non dici nulla? va bene chiamo tuo padre» «no mamma papà no ti prego» dissi un lacrime, arrivò, lui era il mio peggior incubo mi faceva sempre la stessa paura di quando ero una bambina, con quella cintura, «ahia papà basta!» dissi coprendomi la testa, non rispose e se ne andò, io tornai in camera mia e c'era tom con gli occhi lucidi fermo nello stesso punto a sentire i miei urli di dolore, la prima cosa che fece di abbracciarmi «perchè fanno così cloe, perchè?» disse sulla mia spalla «non lo so, non lo so..» dissi triste, poi successe ciò che non doveva succedere «che ci fa sto barbone a casa nostra cloe?» disse con aria infuriata «mamma è un mio amico» dissi cercando di non farla arrabbiare «lo terrò d'occhio» disse guardandolo malissimo, poi tom infilò la sua mano dentro la mia maglietta e toccò tutte le ferite rosse della cintura «cloe, vorrei aggiustare tutto questo» disse piangendo, ci mettemmo sul letto.

she's my down bitch - Tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora